Cosa fare, cosa vedere: consigli per visitare Leonessa
A 1000 m d’altezza, fra le cime dei monti Reatini, non distante dal Terminillo, Leonessa è paese di montagna e insieme località di villeggiatura e cittadina d’arte, con un invitante centro storico fatto di case medievali, portici, nobili palazzetti rinascimentali e barocchi, chiese gotiche nel regolare disegno del centro urbano.
Nel plasmare l’immagine del borgo, fondato nel 1228, contribuirono artisti abruzzesi per la posizione di confine e di apertura verso il Regno di Napoli. Leonessa appartenne allo Stato Pontificio per soli cinque anni, dal 1442 al 1447. In quel secolo fu patria di Gentile da Leonessa, capitano di ventura della Repubblica Veneta, ma gli episodi di maggior rilievo della storia appartengono alla Resistenza partigiana. A partire dal 16 marzo 1944, Leonessa con alcuni comuni vicini fu il primo territorio d’Italia libero dall’occupazione germanica, controllato dai partigiani della Brigata Gramsci. Nella notte del 31 marzo 1944 subì la rappresaglia nazifascista. L’operazione culminò con il massacro di 51 inermi abitanti della frazione Vallunga. Vie diritte e parallele danno l’esatta idea di un abitato ‘di fondazione’ (fortunatamente toccato solo in maniera lieve dal sisma del 2016): si entra dalla porta Spoletina e si impernia la visita sul rettilineo di corso San Giuseppe da Leonessa, dove s’incontrano la chiesa di S. Maria del Popolo e quelle di S. Nicola e di S. Giuseppe da Leonessa. La piazza del Municipio è circondata da case medievali in parte porticate, e con al centro una fontana farnesiana del Cinquecento.
Informazioni utili per visitare Leonessa
Metri 969 • Abitanti 2435 • Rieti 35 km • Ecotour Treno fino a Rieti (www.trenitalia.com), poi autobus (Cotral, www.cotralspa.it) • Info Pro loco, corso S. Giuseppe 48, tel. 0746923380,www.comunedileonessa.eu
Da non perdere
S. Francesco. Solenni e austere le tre navate divise da pilastri ottagonali. Vero capolavoro è il grandioso presepe sistemato nella cappella gotica, composto da figure in terracotta policroma del XVI secolo. Museo civico. È un grande archivio della cultura popolare dell’alta Sabina con materiale audio e video, ospitato nei locali del chiostro della chiesa di S. Francesco. Un patrimonio di tradizioni, arti e mestieri che è anche espressione letteraria e poetica del territorio.La cucina locale. Fra i prodotti del territorio spiccano il farro e le patate, che stanno alla base di piatti poveri ma sostanziosi come le tartellette di farro allo stracchino, la polenta leonessiana (con farina di farro, lenticchie e salsicce), la schiacciatina di patate con gamberi di fiume.