Cosa fare, cosa vedere: consigli per visitare Mergozzo
Il paese, con il suo piccolo lago, se ne sta appartato, distante dal traffico e anche dalle folle dei turisti, protetto dal Montorfano, una grossa gobba di dura pietra che si leva all’ingresso della val d’Ossola. Le sue cave hanno dato fama agli abitanti del borgo, provetti scalpellini e abili scultori. Fra le case, allineate a bordo lago o avvinte l’una all’altra su per la collina, si nasconde una chiesuola romanica. È intitolata a S. Marta ed è molto piccola: un oratorio più che una chiesa. Ma è molto antica. Esisteva già nel 1132, come risulta dagli atti della pieve locale. Nella lunetta del portale si vede la santa che calpesta il ‘tarasc’, un mostro dalle sembianze di un rettile. Poi si può apprezzare il lungolago con il fronte delle case ottocentesche e l’olmo monumentale, gloria botanica del luogo. Si può visitare il Museo archeologico, che è anche sede dell’Ecomuseo del granito. È un’interessante occasione per approfondire gli aspetti di un’economia secolare - i primi atti legati all’attività estrattiva delle cave di Mergozzo risalgono al 1473 - con tutti i suoi risvolti sociali. Con il granito del Montorfano si sono ornati il Lazzaretto, la Cappella Trivulzio e il monastero di S. Vittore a Milano, il Duomo di Novara e la basilica di S. Paolo fuori le Mura a Roma. Ma non solo, a poca distanza da Mergozzo si trova la celebre Cava Madre, dalla quale viene estratto il marmo bianco del Duomo di Milano. S. GIOVANNI BATTISTA A MONTORFANO Si segue su sentiero la sponda del lago di Mergozzo per arrivare sul pianoro prativo dove sono accoccolate le case di Montorfano, una decina in tutto. Da una parte sorge la chiesa romanica, intitolata a Giovanni Battista, che ispira bellezza e mistero. Nel medioevo era un po’ tutto: luogo di preghiera e di battesimo, di riunione, rifugio per i viandanti, simbolo del potere spirituale.
Da non perdere a Mergozzo
S. Marta Piccola e compatta, è una chiesetta romanica (XII secolo) a una navata con abside semicircolare.Museo archeologico. Presenta fra l’altro i ritrovamenti di una necropoli di origine celtica. Parrocchiale dell’Assunta Ricostruita nel 1610 sul luogo dell’antica pieve, conserva la cosiddetta Croce di Gerusalemme, in legno d’ulivo intarsiato di madreperla, del 1625.