Cosa fare, cosa vedere: consigli per visitare Ripatransone
Ripatransone possiede il vicolo più stretto d’Italia. Solo 43 cm di larghezza. Poi ci sono cinquemila abitanti e cinque musei, altro primato, forse la densità più alta d’Italia. Dalle mura che racchiudono il centro storico di sapore medievale si gode uno splendido panorama, ragion per cui la cittadina è detta Belvedere del Piceno.
Alla fine del XII secolo i Trasone, famiglia vassalla sotto i vescovi di Fermo (da cui forse deriva il toponimo), unirono quattro castelli e mediante un largo giro di mura ne fecero un solo borgo, Ripatransone appunto. Non essendone stato informato, la cosa non piacque ad Arrigo VI che, a quei tempi, aveva in feudo Marche e Romagna. Venne, vide e fece tabula rasa. Risorta qualche decennio dopo, Ripa Transonum diventò libero Comune, ma seguitò a non avere vita facile. Nei suoi annali si ricordano gli assedi: i fermani nel 1376 e nel 1389; le soldataglie dei Malatesta nel 1415; Francesco Sforza con le sue poderose artiglierie nel 1442; una non precisata armata spagnola che, intorno al 1520, fingendosi amica, entrò nel borgo, saccheggiandolo di tutto punto. Forse a causa dei suoi patimenti Pio V la promosse nel 1571 al grado di città e di sede vescovile. Oggi è città d’arte e di turismo, oltre che città del Vino e dell’Olio.
Informazioni utili per visitare Ripatransone
Metri 494 • Abitanti 4309 • Ascoli Piceno 40 km • Ecotour Treno fino a San Benedettodel Tronto (www.trenitalia.com), poi autobus (Start, linea 11 o 12, www.startspa.it)
• Info Iat, piazza XX Settembre 1, tel. 073599329, www.comune.ripatransone.ap.it
Da non perdere
Le mura. Dovettero subire tanti affronti, ma si vedono ancora oggi per gran parte del loro sviluppo, così come le porte d’accesso: di Monte Antico, di Agello, Cuprense, San Domenico. All’interno si conserva ancora un’atmosfera medievale.Palazzo del Podestà. Compiuto nel 1304 in forme tra romanico e gotico. Ha un alto portico a sette archi e un piano di bifore con una monofora triloba. Al suo interno ospita il teatro Mercantini, dedicato al poeta autore dell’inno a Garibaldi.
I musei. L’archeologico è ospitato nel Palazzo comunale, con oltre tremila reperti. La Pinacoteca è collocata nel seicentesco palazzo Bonomi-Gera con opere importanti di Vittore Crivelli e di Vincenzo Pagani. Degli altri tre musei vale fare un accenno: il Museo d’Arte sacra e liturgica, ospitato nell’ex chiesa di S. Chiara; il Museo della Civiltà contadina e artigiana nella cripta della chiesa di S. Filippo; il Museo del Vasaio, in via Garibaldi.