Cosa fare, cosa vedere: consigli per visitare Sant'Agata de' Goti
Cominciamo dal nome. Perché ‘dei goti’? Nel 553 l’esercito dei goti è respinto dai bizantini al Vesuvio. Alcuni sconfitti chiedono di restare nelle loro fortezze giurando fedeltà all’Impero. Una di queste era Sant’Agata. La nuova denominazione non cancellò la più antica. Si dice infatti che questa cittadina, allungata su un terrazzo di tufo fra due affluenti del fiume Isclero e non distante dal monte Taburno, sorse sul luogo della città sannitica di Saticula. Furono due piccoli corsi d’acqua a isolare la rupe di Sant’Agata. Senza di loro la cittadina non avrebbe una posizione così singolare, ma anche obbligata, senza possibilità di espansione nel corso del tempo. Così si comprende come le case quasi s’ingoino l’una con l’altra, fino all’orlo dei valloni sui quali tirano a filo le ultime e più esposte facciate. Le vie interne non hanno il respiro delle moderne. Sono ancora a misura d’uomo, vi si può passeggiare con calma udendo il vociare delle donne e dei bambini al gioco. La toponomastica stradale ricorda spesso una forma o un oggetto: vicolo Stretto, via Torricella, via Fontana, vicolo del Forno. Quando necessita la luce, ecco uno slargo, o qualche inatteso giardino chiuso da mura sbrecciate dove spuntano rami di palme, foglie e frutti di limone, magnolie dall’incantevole profumo. I PONTI DELLA VALLE Prima di giungere a Sant’Agata de’ Goti, sulla strada 335-I si incontra il maestoso Acquedotto Carolino (1753-1759), o ‘ponti della valle’, progettato dal celebre architetto Luigi Vanvitelli e realizzato per dare acque alla reggia di Caserta. L’enorme struttura si eleva per 55 m, con 90 arcate su tre livelli per una lunghezza di 530 m. Un passaggio pedonale consente di percorrere tutti i livelli, mentre sul coronamento corre una vera strada in pietra, larga ben 3 m.
Da non perdere a Sant'Agata de' Goti
Duomo È preceduto da un ampio portico, formato da 12 colonne antiche con capitelli corinzi, probabilmente provenienti dall’antica Saticula. Interno barocco, ampio e luminoso, che tradisce la vera origine del tempio, fondato nel 970, ricostruito nel XII secolo, restaurato fra il 1728 e il 1755. Della parte romanica resta la suggestiva cripta con affreschi trecenteschi. S. Menna Chiesa romanica, raccolta e armoniosa, con presbiterio rialzato e tre brevi absidi. Un tappeto di mosaici cosmateschi a figure geometriche, uno dei più antichi dell’Italia meridionale (secolo XII), sale fino a cingere il coro. Palazzo vescovile In piazza del Duomo, ha un salone degli Stemmi con le effigi di 68 vescovi, indicativo dell’importanza della locale diocesi: negli altri ambienti sono esposti cimeli legati alla vita di Sant’Alfonso Liguori, dottore della Chiesa e fondatore della Congregazione Redentorista, vescovo di Sant’Agata dal 1762 al 1775. La Falanghina Questo apprezzato vino bianco Doc porta lo stesso nome del vitigno, il più diffuso nella zona. In Campania lo si trova solo qui e nei Campi Flegrei.Informazioni utili per visitare Sant'Agata de' Goti
Metri 159 • Abitanti 11216 • Benevento 43 km • Ecotour Treno fino a Caserta(www.trenitalia.com), poi autobus per 20 km (Eav, www.eavsrl.it) • Info Urp,
piazza Municipio 1, tel. 0823718249, www.santagatadegoti.net