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10 cascate da vedere in Italia

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A volte sono getti imponenti che scrosciano impetuosi lungo pareti di roccia frastagliata. Altre sono una rete di rivoli più o meno fitti che disegna un ricamo tra la vegetazione e le pietre. Ma qualunque aspetto abbiano, le cascate affascinano l’uomo fin dall’antichità.

La loro formazione è legata per lo più all’azione erosiva dell’acqua e di solito avviene nel corso di secoli o ere. Lo scorrere incessante dei fiumi scava la roccia fino a creare dei dislivelli che col tempo possono diventare di centinaia di metri. 

Le cascate possono anche avere un’origine “istantanea” a causa di un terremoto o di un’eruzione vulcanica. Oppure possono formarsi quando l’acqua che deriva dallo scioglimento della neve e dalla pioggia non penetra nel terreno e scorre in superficie fino a che incontra uno strapiombo o un dislivello più o meno accentuato.

Esistono anche cascate artificiali formate da chiuse o dighe che possono avere una portata costante o essere “a flusso controllato”. In quest’ultimo caso, l’acqua che le alimenta viene utilizzata per produrre energia elettrica e il getto scroscia a pieno regime solo in alcuni momenti della giornata.

In Italia si trova un gran numero di cascate naturali e artificiali e molte contribuiscono a creare dei paesaggi di straordinaria bellezza. Qui trovate 10 delle più spettacolari e suggestive.

1. Cascate di Riva (Trentino-Alto Adige)

Le Cascate di Riva (anche dette Cascate di Campo Tures) sono tre e il loro spettacolo mozzafiato è considerato uno dei “tesori naturali” dell’Alto Adige.

Il salto più a monte è il più alto e imponente e si tuffa per 42 m lungo una ripida parete di roccia scoscesa. La forza dirompente dell’acqua della prima cascata formata dal torrente Riva può essere ammirata da un punto panoramico posto a lato del getto oppure da un ponte che si trova proprio davanti.

La cascata intermedia presenta un’altezza di poco inferiore alla prima, mentre l’ultima a valle ha un dislivello di una decina di metri e forma una serie di anse impetuose.

Le Cascate di Riva si trovano nel cuore del Parco naturale Vedrette di Ries-Aurina e possono essere raggiunte a piedi percorrendo il “Sentiero delle cascate” e il “Sentiero di San Francesco”. I due percorsi procedono più o meno paralleli e lungo il secondo sono presenti frasi dal Cantico delle Creature e sculture in legno ispirate alla vita del “poverello d’Assisi”.

Per tornare a valle si può percorrere la strada a ritroso oppure provare l’esperienza della “fly-line”, una sorta di skilift panoramico che scende dolcemente lungo la montagna.

2. Cascate di Lillaz (Valle d’Aosta)

Le Cascate di Lillaz si trovano nel Parco del Gran Paradiso e sono formate dal torrente Urtier. Il corso d’acqua dà origine a tre salti di diversa forma e pendenza che si rincorrono per 150 m e si tuffano in un laghetto dalle sfumature verde smeraldo.

Il sentiero che da Lillaz conduce alle base delle cascate è un falsopiano percorribile con il passeggino ed è accessibile anche ai diversamente abili. Invece il percorso ad anello che si sviluppa lungo il getto d’acqua è una vera e propria strada di montagna. Il tratto più impegnativo è quello compreso tra il secondo e il terzo salto, ma la vista dal punto più alto della camminata vale la fatica.

Lungo il percorso è posizionata una serie di cartelli che spiega la geologia della zona ed è possibile vedere le “rocce montonate” e le “marmitte dei giganti” del torrente Valeille. Le prime sono formazioni di pietra arrotondate a monte dalla spinta dei ghiacciai, Invece le seconde sono profonde depressioni a pozzo scavate dall’acqua.

Le Cascate di Lillaz raggiungono la massima portata d’acqua in primavera, mentre in inverno diventano una meta per gli appassionati delle scalate sul ghiaccio.

3. Cascate del Toce (Piemonte)

La Cascata del Toce in Val Formazza è considerata una delle più spettacolari delle Alpi e non è difficile capire perché. Il fronte d’acqua scroscia per 143 m su una scoscesa parete di roccia e prosegue la sua corsa tumultuosa tra alberi imponenti e pascoli verdeggianti.

La bellezza imponente del salto del fiume Toce ha affascinato artisti come Richard Wagner, Gabriele D'Annunzio e Giosuè Carducci e ha ispirato il lungimirante imprenditore Giuseppe Zertanna a costruire un albergo alla sommità della cascata. L’edificio in stile art déco è stato realizzato nel 1863 dall’architetto Piero Portaluppi e il suo profilo elegante è diventato un elemento distintivo del paesaggio.  

La Cascata del Toce è visibile in tutta la sua impetuosa potenza solo in alcuni periodi dell’anno, perché le acque del fiume sono utilizzate per produrre energia elettrica. I giorni e gli orari di apertura del getto sono indicati sul sito del Comune di Formazza, mentre lo spettacolo del salto del Toce può essere ammirato da un ampio spiazzo a valle o da un suggestivo balconcino a monte.

4. Cascate di Stroppia (Piemonte)

Le Cascate di Stroppia in località Chiappera (Cuneo) sono le più alte d’Italia, eppure non sono molto famose. A formarle è il Lago Niera, un piccolo invaso che si trova su una terrazza naturale allo sbocco del Vallonasso di Stroppia. Quando il livello del lago aumenta per lo scioglimento della neve e le piogge di stagione, l’acqua tracima compiendo un salto di 500 m.

Lo spettacolo delle Cascate di Stroppia raggiunge l’apice in tarda primavera e può essere ammirato da vicino percorrendo la prima parte del sentiero Dino Icardi, un itinerario ad anello dedicato a un alpinista della zona scomparso in seguito a una grave malattia.

Per i trekker più esperti, un punto di osservazione privilegiato sulle Cascate di Stroppia si ha dalla Rocca Provenzale. Lo scosceso “corno” di roccia domina la parte terminale della Val Maira ed è percorso da una serie di impegnativi sentieri che portano in vetta e alle altre punte che si innalzano sulla dorsale.

5. Cascate del Serio (Lombardia)

La leggenda narra che le Cascate del Serio a Valbondione siano nate dal pianto disperato di una bellissima ragazza, rinchiusa nelle prigioni di un castello sulle alture del Barbellino da una nobildonna gelosa. In realtà, la loro origine è legata all’azione erosiva dell’acqua di un antico lago e dei ghiacciai del Quaternario.

Le Cascate del Serio sono formate dall’omonimo fiume e compiono tre salti di 166 m, 74 m e 75 m (per un’altezza complessiva di 315 m). Il loro grandioso spettacolo è stato cancellato nel 1932 dalla costruzione della diga di Barbellino, ma dal 1969 sono tornate a scrosciare per cinque volte all’anno (quattro domeniche e un sabato).

L’”apertura delle cascate” è diventata un’attrazione turistica che richiama ogni anno centinaia di appassionati e può essere ammirata dalla zona dei grandi macigni in località Maslana - Osservatorio Floro-Faunistico di Maslana. L’area può essere raggiunta solo a piedi percorrendo tre sentieri di diversa difficoltà che partono da Valbondione e dalla Frazione di Lizzola.

Le date delle aperture e tutte le informazioni sulle modalità di accesso alle Cascate del Serio sono disponibili sul sito dedicato al turismo a Valbondione.

6. Cascate di Acquafraggia (Lombardia)

Lo spettacolo maestoso delle Cascate di Acquafraggia ha colpito anche Leonardo Da Vinci, che le ha citate nel Codice Atlantico: “Su per detto fiume si truova chadute di acqua di 400 braccia le quale fanno belvedere […]”. 

Il nome deriva dal latino “aqua fracta” (“acque interrotte”) e descrive il percorso tumultuoso del torrente (omonimo) che le forma e che nel tratto finale dà origine a due salti gemelli di 140 m di altezza. L’Acquafraggia nasce dal Pizzo di Lago o Cima di Lago e termina la sua corsa nella piccola località di Piuro in Valchiavenna.

Le Cascate di Acquafraggia sono immerse tra boschi di ontani, abeti bianchi e castagni. Tutto intorno al corso d’acqua crescono ginestre, aglio ursino (Allium ursinum), la felce Pteris cretica dalle insolite foglie con il centro bianco e una rara specie erbacea perenne, la Oplismenus undulatifolius.

La zona è un’area protetta e dall’estate 2021 per accedere è previsto l’acquisto di un ticket di ingresso.

7. Cascata delle Marmore (Umbria)

Non è la più alta d’Italia, ma è senza dubbio la più famosa. La Cascata delle Marmore misura 165 m ed è il risultato della deviazione del fiume Velino in un canale artificiale per evitare l’impaludamento della Piana Reatina. L’opera è stata realizzata nel 271 a.C. dai Romani e nel corso dei secoli ha subito diversi rimaneggiamenti, fino a raggiungere l’assetto definitivo nel 1787. 

Nel 1800 la Cascata delle Marmore ha iniziato a essere utilizzata per la produzione di energia elettrica ed è diventata “a flusso controllato”. Questo significa che di norma la maggior parte dell’acqua del Velino è deviata in condotte forzate e la portata del salto è a pieno regime solo in alcuni momenti della giornata. 

Lo spettacolo della Cascata delle Marmore si può ammirare quando il flusso è al massimo e viene annunciato da un segnale acustico al momento dell’inizio del rilascio dell’acqua. Il Velino si getta nel fiume Nera compiendo tre grandi salti ed è visibile da diversi belvedere posizionati lungo i sentieri che attraversano il Parco della Cascata delle Marmore.

L’ingresso nell’area è a pagamento ed è possibile esplorare la zona liberamente o partecipando alle visite guidate e alle iniziative che vengono organizzate ogni giorno.

8. Cascata di Isola del Liri (Lazio)

Non è l’altezza a rendere speciale la Cascata di Isola del Liri, bensì la sua posizione tra le case del centro storico dell’omonimo piccolo borgo. Il salto formato dal fiume Liri misura 27 m e lambisce l’antico castello Boncompagni - Viscogliosi.

Il piccolo comune in provincia di Frosinone deve il suo nome al fatto di sorgere su una vera e propria isola circondata dalle acque del Liri. Il fiume si divide in due bracci nei pressi del centro abitato e ciascuno forma una cascata naturale. Da quello di sinistra ha origine la Cascata di Isola del Liri, mentre il troncone di destra genera la Cascata del Valcatoio. Tuttavia, quest’ultima è meno spettacolare di quella che non a caso viene chiamata “Cascata Grande”.

La Cascata di Isola del Liri rappresenta un unicuum in Italia e in Europa e può essere ammirata sedendosi ai tavolini di uno dei tanti locali che affacciano sulla strada che la costeggia.

9. Cascata Capelli di Venere (Campania)

Il nome evoca un luogo incantato e ben si addice a descrivere la bellezza fiabesca delle Cascate Capelli di Venere. A dare loro forma è il Rio Casaletto o Rio Bussentino, che nei pressi del borgo di Casaletto Spartano si divide in una serie di rivoli d’acqua che si tuffano in piccole piscine naturali di colore verde smeraldo.  

Le Cascate Capelli di Venere si trovano nel Parco naturale del Cilento e devono il loro (suggestivo) nome alla felce “capelvenere” (Adiantum capillus-veneris). La pianta dalle lunghe foglie delicate cresce rigogliosa intorno all’acqua e tra le rocce e contribuisce a creare un’atmosfera magica con la luce che filtra dal fitto sottobosco.

Per visitare le Cascate Capelli di Venere è richiesto il pagamento di un piccolo contributo. L’area è un’oasi protetta e nelle (gelide) pozze d’acqua formate dal Rio Casaletto è vietato fare il bagno. Nella zona sono presenti diversi sentieri, ponti e passerelle che permettono di immergersi nella natura incontaminata delle cascate e un’area attrezzata per il pic-nic.

10. Cascate di Lequarci (Sardegna)

Non solo mare cristallino e spiagge da sogno. La Sardegna è uno scrigno di ricchezze naturali e le Cascate di Lequarci lo confermano. Le acque dell’omonimo rio compiono un salto di 50 m da una falesia calcarea vicino a Ulassai e proseguono per un ulteriore accidentato dislivello di 75 m prima di formare una serie di piccoli laghi.

La portata delle Cascate di Lequarci è molto variabile e dipende dalle precipitazioni sull’altopiano di Baulassa dove scorre il rio che le alimenta. In primavera ed estate il getto d’acqua tende a ridursi e può scomparire del tutto, ma nei periodi di piena si allarga per oltre 70 m sull’anfiteatro naturale formato dalla falesia. 

Le Cascate di Lequarci sono immerse in una natura selvaggia composta da fitti boschi di leccio e macchia mediterranea e sono considerate le più imponenti della Sardegna. Vengono anche chiamate Cascate di Santa Barbara dal nome della località presso la quale si trovano.


Settembre 2021

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