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10 castelli vista mare da scoprire

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Alcuni sono molto famosi, altri sono meno conosciuti. Ma tutti hanno in comune di stagliarsi sul mare. Lungo lo Stivale sorgono numerosi castelli costieri e certi sembrano addirittura galleggiare sull’acqua, come la Torre Astura vicino a Nettuno e il Castello Aragonese di Le Castella.

In realtà, i due fortilizi hanno fondamenta ben piantate in piccole isole a poca distanza dalla costa. Ma l’effetto ottico è indiscutibile. Un po’ come nel caso del Castello Aragonese d’Ischia, una vera e propria rocca che dà l’impressione di emergere dal mare. 

Altre fortezze, invece, sembrano marcare il confine tra la terraferma e l’acqua. Il Castello Arabo Normanno di Castellammare del Golfo e il Castello di Taranto si innalzano dove la costa cede il passo mare. Ci sono anche manieri che sorgono sulla spiaggia, come il Castello di Santa Severa, e altri aggrappati (letteralmente) a speroni di roccia, come il Castello di Acicastello.

Di certo, tutti sono decisamente “instagrammabili”. Ma non solo. Spesso e volentieri custodiscono storie affascinanti e aneddoti curiosi. Se volete saperne di più, qui trovate 10 castelli “vista mare” da scoprire o riscoprire.

1. Il Castello di Miramare (Friuli-Venezia Giulia)

Il Castello di Miramare sul Golfo di Trieste è sorto nella seconda metà dell’Ottocento per volere di Massimiliano d'Asburgo-Lorena. Il maniero sul promontorio carsico di Grignano è stato costruito in stile eclettico ed è immerso in un parco che si articola in un giardino inglese e un giardino all’italiana. 

L’Arciduca d’Austria ha abitato stabilmente nel castello con la moglie, Carlotta del Belgio, dopo essere stato congedato dall’incarico di Viceré del Lombardo-Veneto. L’Arciduchessa vi ha poi fatto ritorno mentre il marito andava incontro alla morte nella drammatica esperienza di Imperatore del Messico. Proprio al Miramare, Carlotta del Belgio ha iniziato a manifestare i segni della malattia mentale che l’ha consumata. 

In seguito, il castello è stato per sette anni la residenza del Duca Amedeo d’Aosta. Quindi, durante la Seconda Guerra Mondiale, è stato usato come quartier generale dalle truppe naziste, neozelandesi, britanniche e americane. 

Oggi è adibito a museo e tra le 20 stanze del percorso espositivo sono particolarmente suggestive la “Sala del trono”, la “Sala della musica” dove l’Arciduchessa si esercitava al fortepiano (un precursore del pianoforte) e la camera arredata come una cabina della fregata Novara.

Il Castello di Trieste è protagonista della (quasi) omonima ode Miramar di Giosuè Carducci, che il poeta ha dedicato a Massimiliano d'Asburgo-Lorena e al suo tragico destino.


2. Il Castello del Boccale (Toscana)

Chi non ha mai fantasticato di vivere in un castello? Per alcuni (fortunati) abitanti di Livorno, il sogno è realtà. Aggrappato alla ripida scogliera della cittadina toscana sorge un suggestivo maniero, che all’inizio del nuovo millennio è stato trasformato in un complesso residenziale.

Il Castello del Boccale è un esempio di revivalismo dell’Ottocento, ma il nucleo originario risale al Cinquecento. La “Torre del Maroccone” o “Torre del Diavolo” è stata costruita dai Medici e serviva a controllare la costa e il braccio di mare davanti.

La struttura a picco sull’acqua è stata inglobata in un fabbricato in stile neo-medievale tra il XIX e il XX secolo e per un po’ ha anche avuto dei tetti merlati. La copertura è stata rimossa e sostituita con una a falda inclinata quando il castello è stato ceduto dalla marchesa Eleonora Ugolini alla famiglia Whitaker-Ingham.

Dopo un lungo periodo di abbandono, il maniero è stato restaurato dall’architetto Ivano Falchini ed è diventato un “condominio” fuori dall’ordinario. L’accesso è interdetto al pubblico, ma la silhouette del Castello del Boccale sulla Cala dei Pirati è una vista da non perdere.


3. Il Castello di Santa Severa (Lazio)

ll Castello di Santa Severa, in provincia di Civitavecchia, ha assunto l’aspetto attuale a pianta rettangolare con torri angolari tra il XIII e il XIV secolo. Ma il maniero che domina il litorale laziale dove un tempo sorgeva il porto etrusco di Pyrgi ha origini più antiche. Il primo riferimento scritto risale al 1068 e ha portato a ipotizzare che la fortezza sia stata eretta tra il X e l’XI secolo, su un antico insediamento romano (nato come castrum).  

Anche l’imponente maschio che svetta sulla rocca ha una storia “stratificata”. La grande costruzione cilindrica è databile intorno al IX secolo e probabilmente era una torre di avvistamento. In seguito è stata unita al castello con un ponte di legno collocato a 20 m di altezza.

Ai piedi del maniero si trova un borgo che si è sviluppato tra XV e il XVI secolo e che insieme alla fortezza costituisce un polo monumentale e archeologico di grande valore. L’area del Castello di Santa Severa comprende il Museo del castello, il Museo del mare e della navigazione antica, il Museo del territorio, un Antiquarium, i resti di una chiesa paleocristiana, un battistero del Cinquecento e altri pregevoli opere architettoniche.

Ma non solo. Il maniero è anche un luogo di culto per i cinefili. La spiaggia davanti alla fortezza è quella dove si svolge il torneo medievale in Superfantozzi e ha fatto pure da sfondo ad alcune scene di Tre metri sopra il cielo e della serie TV I Medici.


4. La Torre Astura (Lazio)

Un piccolo castello arroccato su un isolotto artificiale collegato alla terraferma da un basso ponte ad arcate. Torre Astura è un fortilizio costiero costruito nel XII secolo dalla famiglia Frangipane per difendersi dai Saraceni. Il castelletto ha assunto l’aspetto attuale sotto i Colonna e in seguito è entrato a fare parte del sistema di difesa approntato dalla Camera apostolica per proteggere lo Stato Pontificio.

Il fortilizio ha avuto alterne vicende e nell’Ottocento è diventato un luogo per eccellenza della fantasia di viaggiatori e poeti. Il paesaggio selvaggio e la natura rigogliosa di Torre Astura hanno ispirato anche Gabriele d’Annunzio, che ha dedicato al castelletto una lunga ed evocativa descrizione nei suoi Taccuini

Ma l’isola fortificata non è che l’ultimo capitolo di una lunga storia che è iniziata in epoca romana. Il territorio di Astura (alla foce dell’omonimo fiume) era di fatto il prolungamento dell’antica Anzio e costituiva un importante approdo navale. Sul tratto di litorale tra Nettuno e il Circeo sorgevano molte villae patrizie e la tradizione vuole che una appartenesse a Cicerone.

Di sicuro, i resti di una grande domus con una estesa vasca per l’allevamento dei pesci sono visibili nel braccio di mare compreso tra la spiaggia e la torre. L’imponente costruzione si articolava tra la terraferma e un’isola artificiale e una parte delle opere murarie in acqua sono state utilizzate dai Frangipane per costruire il loro fortilizio.

5. Castel dell’Ovo (Campania)

Il nome è curioso, ma la leggenda che lo spiega lo è ancora di più. Castel dell’Ovo (Napoli) si chiamerebbe così per via di un “uovo magico” nascosto da Virgilio nei sotterranei del maniero. L’uovo sorreggerebbe non solo la fortezza, ma tutta Napoli. Se si rompesse, il castello crollerebbe e sulla città si abbatterebbe ogni genere di catastrofe.

In realtà, il nome sarebbe legato alla forma ovoidale del primo avamposto eretto sull’isolotto di Megara intorno al 1140. Il fortilizio è stato profondamente rimaneggiato nel corso dei secoli da Federico II, dagli Angioini, dagli Aragona, dai Viceré spagnoli e dai Borboni e l’aspetto attuale è quello che ha assunto tra il Cinquecento e il Settecento.

Ma la storia di Castel dell’Ovo inizia ancora prima della sua costruzione. La fortezza sull’isola di tufo davanti al lungomare di Napoli è sorta laddove in epoca romana si estendeva la grandiosa Villa di Licinio Lucullo.

La domus è diventata celebre per lo splendore dei suoi ambienti e la ricchezza dei banchetti organizzati dal suo proprietario (da cui il termine “luculliano”), ma non ha potuto sottrarsi al declino di Roma. Dopo la caduta dell’Impero ha ospitato il deposto Romolo Augustolo fino alla morte, poi è diventata un monastero. 

Il luogo di culto è stato raso al suolo nel X secolo dai Duchi di Napoli per evitare che venisse utilizzato come avamposto dai Saraceni, ma un documento del 1128 attesta la presenza di una fortificazione. Per certo, pochi anni dopo, Ruggero il Normanno ha scelto l’isolotto di Megara come proprio quartier generale e ha costruito il primo nucleo del futuro Castel dell’Ovo.


6. Il Castello Aragonese d’Ischia (Campania)

La fortezza arroccata sulla piccola isola di origine vulcanica appena davanti alla costa è uno dei simboli di Ischia. Il Castello Aragonese si chiama così perché Alfonso d’Aragona è il signore che più di ogni altro ha contribuito alla sua costruzione. Ma l’origine del maniero è più antica.

Il primo nucleo del castello risale al V secolo a.C. e viene attribuito al tiranno di Siracusa Girone I. L’avamposto costiero è stato poi occupato dai Romani e nei secoli successivi è diventato un rifugio per la popolazione in fuga dalle scorrerie dei vari conquistatori.

La rocca ha raggiunto il massimo splendore nel XVI secolo, sotto il governo della famiglia D’Avalos. In particolare, la matriarca Costanza e la poetessa Vittoria Colonna (sposa di Fernando Francesco D’Avalos) hanno dato vita sull’isola a un cenacolo artistico e letterario frequentato da personaggi del calibro di Pietro Aretino, Ludovico Ariosto e Michelangelo Buonarroti. La tradizione vuole che Vittoria e il “genio del Rinascimento” fossero amanti, ma la storia racconta di una profonda amicizia e devozione reciproca. 

Il Castello Aragonese d’Ischia ha perso progressivamente importanza nei secoli successivi. Nell’Ottocento ha subito gravi danni durante l’assedio da parte di inglesi e francesi, poi è stato utilizzato come carcere e infine abbandonato.

All’inizio del Novecento è stato messo all’asta e acquistato da una famiglia che da allora ha intrapreso una lunga opera di restauro. La rocca è stata aperta al pubblico alla fine degli anni ’90 e offre un suggestivo percorso di visita tra antichi edifici, rovine e natura.

7. Il Castello di Taranto (Puglia)

Il primo nucleo del Castello di Taranto o Castel Sant’Angelo risale all’epoca bizantina, poi ci sono stati i rimaneggiamenti delle dominazioni Normanna, Sveva e Angioina. Ma l’aspetto attuale del maniero che domina l’istmo su cui sorge il borgo antico di Taranto è opera degli Aragonesi. 

La famiglia spagnola ha (di fatto) ricostruito il castello medievale che aveva preso forma nel corso dei secoli, perché non più adatto a resistere agli attacchi sferrati con le nuove armi da fuoco. La fortezza con torri alte e sottili è stata sostituita da un’altra con massicce mura presidiate da cinque imponenti torri cilindriche e un puntone triangolare.

Ma il radicale rinnovamento aragonese si è rivelato effimero contro il progredire della tecnologia militare. Castel Sant’Angelo ha avuto un ruolo cruciale quando i Turchi hanno attaccato Taranto nel 1594, ma poi ha perso la sua importanza difensiva. Nei secoli successivi, il fortilizio è stato usato come caserma e prigione e il nuovo utilizzo ha portato al frazionamento dei locali interni e alla chiusura di passaggi e corridoi.

Tuttavia, la struttura del maniero è rimasta sostanzialmente intatta (è stata abbattuta solo una torre). Il restauro degli anni 2000 ha ripristinato quasi del tutto l’aspetto di epoca aragonese e ha identificato le opere dei secoli precedenti.   

8. Il Castello Aragonese di Le Castella (Puglia)

Il Castello Aragonese di Le Castella a Capo Rizzuto sembra galleggiare sull’acqua. Il fortilizio sorge su un isolotto collegato alla costa da una lingua di terra ed è stato per lungo tempo un presidio militare contro gli invasori che venivano dal mare.

Il maniero è stato costruito su un antico phrourion (avamposto fortificato) dell’epoca della Magna Grecia e la tradizione vuole che abbia offerto rifugio ad Annibale in ritirata. I resti delle mura del IV secolo a.C. sono visibili in una sala interna del castello, mentre la stratificazione di stili architettonici della rocca testimonia il passaggio di bizantini, normanni, svevi, angioini e aragonesi.

La fortezza comprende anche un borgo medievale, una cappella affrescata e una chiesa del XVI secolo, dei bastioni panoramici e una torre cilindrica il cui nucleo originale risale alla dominazione angioina. 


9. Il Castello Arabo Normanno (Sicilia)

Il primo a dare una testimonianza scritta del Castello Arabo Normanno è stato il geografo arabo Idrisi nel suo Libro di Ruggero. Il compendio di mappe e informazioni geografiche risale al 1154, ma l’imponente maniero che affaccia sul Tirreno ha origini più antiche. La tradizione attribuisce la sua costruzione agli Arabi, che lo avrebbero eretto nel IX secolo su una fortificazione preesistente.

Il castello è stato al centro delle lotte di potere tra le genti e le famiglie che si sono succedute in Sicilia e per questo è considerato un simbolo non solo di Castellammare del Golfo, ma dell’intera isola. Dopo gli Arabi, il maniero è passato nelle mani dei Normanni, poi è stato conteso a lungo tra Angioini e Aragonesi. Alla fine l’ha spuntata la dinastia spagnola, ma la fortezza ha avuto ancora altri proprietari.

Nel corso dei secoli e delle varie dominazioni, il Castello Arabo Normanno ha subito diversi rimaneggiamenti. Nel Cinquecento aveva tre torri – “di San Giorgio”, “della campana” e “il Baluardo” – e due ordini di mura di difesa. Nello stesso periodo, il ponte levatoio è stato sostituito da quello in muratura che esiste ancora oggi.

Attualmente, il fortilizio è di proprietà pubblica e al suo interno ospita il Museo dell'Acqua e dei Mulini, il Museo delle Attività Produttive, il Museo Archeologico e il Museo delle Attività Marinare, che nel loro insieme costituiscono il percorso “La memoria del Mediterraneo”. 

10. Il Castello di Acicastello (Sicilia)

La leggenda di un cacciatore imprigionato per 13 anni nelle segrete, i racconti di fantasmi, la novella Le storie del castello di Trezza di Verga e un (lungo) susseguirsi di signori e dinastie. Al Castello di Acicastello non manca nulla, men che meno una straordinaria posizione panoramica. Il fortilizio sorge su una rupe che si è formata in seguito a un colata lavica in epoca preistorica e domina il profilo irregolare della Costa dei Ciclopi.

L’imponente maniero i cui resti sono visibili oggi è stato eretto dai Normanni (all’epoca di Roberto il Guiscardo e Ruggero d’Altavilla). Ma lo sperone roccioso era presidiato fin dall’epoca romana da un castrum. Un vero e proprio castello è sorto tra il VI e il VII secolo per opera dei Bizantini, ma è stato distrutto dall’emiro Ibrahim nel 902. 

Non è chiaro se gli Arabi abbiano costruito un’altra fortezza o se la rupe sia rimasta sguarnita fino all’arrivo dei Normanni. Per certo, il nuovo castello è stato al centro delle lotte di potere che hanno avuto luogo nei secoli seguenti. Il maniero è stato di proprietà dei vescovi di Catania, del demanio imperiale sotto Federico II di Svevia, degli Angioini e degli Aragona. 

La fortezza ha avuto ancora molti altri proprietari, fino a che sotto i Borbone è entrata a fare parte del demanio comunale. Nel mentre, è stata gravemente danneggiata da due terremoti ed è stata adibita anche a prigione (dove i detenuti vivevano in condizioni terribili). In epoca recente è stata utilizzata come deposito e rifugio antiaereo, poi è stata recuperata e dagli anni ’80 ospita un museo e un orto botanico. 

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