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7 pittoreschi borghi sull'acqua

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Non solo Venezia. In giro per l’Italia si celano numerosi borghi che tra canali e vie d’acqua ricordano molto da vicino la Serenissima. La principale differenza è che nella maggior parte dei casi non sono sul mare, bensì si trovano nell’entroterra, vicino a fiumi e torrenti o proprio… dentro!

Il centro storico di Sacile, per esempio, sorge su due isole nel letto della Livenza, mentre la natura “galleggiante” di Isola del Liri è svelata fin dal nome. E il fatto di stare su un fazzoletto di terra in mezzo a un fiume non è neppure la caratteristica più peculiare del comune in provincia di Frosinone. La cosa (ancora più) sorprendente è che tra le case e le strade dell’abitato scroscia una vera e propria cascata.

A Bagno Vignoni, invece, in mezzo al paese c’è una grande vasca di acqua termale. Qualcosa di simile si trova anche a Rasiglia, che per la grande quantità di canali, ruscelli e cascatelle che intarsiano il suo territorio è chiamata la “Venezia dell’Umbria”.

L’acqua è assoluta protagonista anche a Polcenigo, dove si trova una delle risorgive più profonde del mondo, a Borghetto sul Mincio e a Stifone, un villaggio “incantato” nelle Gole del Nera in Umbria.

Per una gita fuoriporta o un fine settimana diverso dal solito, qui trovate sette pittoreschi borghi sull’acqua da scoprire ed esplorare lungo lo Stivale.

1. Polcenigo (Friuli-Venezia Giulia)

L’acqua è un “filo azzurro” non solo nella geografia, ma anche nella storia di Polcenigo. Il primo insediamento nella zona dove sorge il borgo è stato un villaggio di palafitte, del quale resta una eccezionale testimonianza nel sito archeologico del Palù di Livenza (Patrimonio dell’Umanità UNESCO).

Il territorio del piccolo paese friulano è intarsiato da ruscelli, torrenti, risorgive e marcite, è attraversato dal fiume Livenza e custodisce le sue sorgenti. Il “Gorgazzo”, la “Santissima” e il “Molinetto” sono immerse in un contesto naturale lussureggiante e le acque color smeraldo della prima sono state definite “cielo liquido” dal geografo Giovanni Marinelli.

Il nome deriva dal friulano “gorc”, che significa “abisso” e fa riferimento alla conformazione geologica della sorgente: una grotta subacquea che si addentra nelle viscere della terra. Al momento, “el buso” è stata esplorata fino a 222 metri ed è una delle più profonde risorgive al mondo e la seconda sorgente carsica a sifone più profonda d’Europa.

Il Gorgazzo dista poco più di un chilometro dal Castello di Polcenigo, che è considerato un altro simbolo del borgo insieme alla sorgente. Dell’esistenza di un fortilizio si ha notizia fin dall’Alto Medioevo, ma l’edificio è stato più volte rimaneggiato e poi ricostruito come villa veneta dopo essere stato distrutto da un incendio nel Seicento. Intorno al castello si sviluppa il paese, dove si trovano dimore signorili del XVI e del XVII secolo, varie chiese e antichi mulini ed edifici adibiti alla lavorazione della legna e dei filati.

Polcenigo è anche la sede del Museo dell’Arte Cucinaria e a settembre ospita la tradizionale “Sagra dei Thest”, ovvero dei cesti intrecciati di vimini, giunco e rafia.


2. Sacile (Friuli-Venezia Giulia)

Sacile viene chiamata “la piccola Venezia” e “il giardino della Serenissima” e non ci vuole molto a capire perché. Il centro storico del comune friulano sorge su due isole sul fiume Livenza ed è un susseguirsi di edifici nobiliari in stile veneziano, eretti durante il lungo periodo di ricchezza della dominazione della “Regina dell’Adriatico”.

Il più rappresentativo del florido passato di Sacile è Palazzo Ragazzoni, una elegante costruzione cinquecentesca composta da numerosi ambienti decorati in modo fastoso. Tra le diverse stanze della dimora spicca la Sala degli Imperatori, che presenta un ciclo di affreschi sulla storia della famiglia Ragazzoni realizzato dal pittore manierista Francesco Montemezzano.

Un'altra dimora che testimonia l’epoca di splendore sotto la Repubblica di Venezia è Palazzo Carli, oggi sede della Galleria d’Arte Moderna Pino Casarini. Mentre il Duomo di San Nicolò ha forme severe, ma che rispecchiano lo stile architettonico in voga al tempo nei territori della Serenissima. La cattedrale sacilese è stata eretta nella seconda metà del XV secolo su una chiesa preesistente e ha un aspetto prevalentemente rinascimentale, con alcune contaminazioni gotiche.

Sacile può essere visitata passeggiando per le strade del centro storico oppure navigando il corso della Livenza. In città è possibile prenotare tour guidati che combinano la visita a piedi e l’escursione in battello, ma anche affittare canoe e kayak per muoversi in autonomia.



3. Borghetto sul Mincio (Veneto)

Borghetto sul Mincio si affaccia sulle rive dell’omonimo fiume, ma in realtà sembra galleggiare sull’acqua. Il minuscolo abitato si è sviluppato intorno all’antico guado dell’unico emissario del Lago di Garda ed è sempre stato un luogo conteso per la sua natura di terra di frontiera tra mantovano e veronese.

L’importanza strategica del piccolo borgo è testimoniata dal ponte costruito per volere di Gian Galeazzo Visconti, una diga che era anche una fortificazione a difesa dei confini orientali del Ducato di Milano. Il “ponte-diga” un tempo era collegato al Castello di Valeggio sul Mincio e faceva parte del complesso di fortificazioni – “il Serraglio” – che si estendeva per diversi chilometri nella pianura di Verona.

Ma Borghetto sul Mincio non era solo un presidio militare strategico, bensì anche un luogo di passaggio. Già nel XIII secolo ospitava una “taberna” – una sorta di osteria che offriva anche posto per dormire – e nel Settecento contava numerose “locande con stallo”. Oggi di quella tradizione rimane traccia nei tantissimi ristoranti che si affacciano sulle (poche) vie dall’abitato e nella vocazione fortemente turistica del paese .

Il minuscolo centro – uno dei “Borghi più belli d’Italia – si trova vicino a luoghi di interesse come Villa Maffei Sigurtà e il Parco Giardino Sigurtà e dista pochi chilometri da Mantova e Peschiera del Garda. Le due città possono essere raggiunte anche in bicicletta, percorrendo la pista ciclabile che si snoda per più di 40 chilometri lungo le alzate del Mincio.


4. Bagno Vignoni (Toscana)

Bagno Vignoni è chiamato “le terme della Val d’Orcia” e mai definizione è stata più azzeccata. La piccolissima frazione di San Quirico si sviluppa intorno a una grande vasca rettangolare del XVI secolo, piena di acqua calda “pompata” da una falda sotterranea di origine vulcanica.

La “piscina termale” di Piazza delle Sorgenti attinge a una fonte che era già conosciuta da Etruschi e Romani e nei secoli seguenti è stata utilizzata anche da Caterina da Siena, Papa Pio II e Lorenzo de’ Medici. Oggi l’accesso alla vasca è interdetto ed è vietato fare il bagno per ragioni di decoro, ma delle acque curative di Bagno Vignoni si può usufruire in altro modo.

Nel minuscolo borgo e nelle immediate vicinanze sono presenti diversi stabilimenti, spa e alberghi che offrono numerosi servizi a pagamento. In alternativa, è possibile utilizzare le terme libere del Parco dei Mulini. Queste ultime comprendono una serie di canali e rigagnoli, che prendono l’acqua dall’antica fonte di Bagno Vignoni e la trasportano a valle fino ad alcune vasche di raccolta.

Le terme libere si trovano lungo il fianco della collina, a sinistra di Piazza delle Sorgenti, e hanno una temperatura inferiore a quelle private. Questo accade perché l’acqua si raffredda scendendo verso valle: le prime vasche di raccolta, infatti, sono più calde rispetto alle ultime.

5. Isola del Liri (Lazio)

Il nome rivela gran parte della geografia di Isola del Liri, ma non quella che è la sua caratteristica più straordinaria. Il piccolo borgo adagiato su un “rettangolo” di terra sul corso del fiume che nasce dai Monti Simbruini è una delle poche città in Europa ad avere una cascata che scroscia tra le vie e le case del centro storico.

Ad alimentare lo scenografico salto d’acqua è il Liri, che si divide in due bracci all’estremità nord-orientale dell’isola dove sorge la città. Quello di sinistra dà forma alla Cascata Grande nel bel mezzo dell’abitato, mentre il braccio di destra genera la Cascata del Valcatoio in posizione un po’ più defilata. Entrambi i salti d’acqua misurano una trentina di metri, ma il secondo ha una portata inferiore e scorre lungo un piano inclinato.

La Cascata Grande si tuffa nel bacino sottostante ai piedi del Castello Boncompagni-Viscogliosi, un imponente palazzo fortificato il cui nucleo più antico risale all’Alto Medioevo. L’edificio ha subito vari rimaneggiamenti ed è stato gravemente danneggiato dai francesi nel 1799. Nei secoli seguenti è stato utilizzato a scopi industriali e le sue sale sono state trasformate in sale per la tessitura, la filatura e la tintura della lana.

Il castello è stato riportato all’antico splendore dall’ingegner Angelo Viscogliosi, che ha anche restaurato il salto della Cascata Grande e “reinventato” i giardini. La struttura è aperta al pubblico per eventi, convegni e per la Festa della Madonna delle Grazie (19 settembre), inoltre può essere visitata su prenotazione.


6. Rasiglia (Umbria)

Rasiglia viene chiamato la “Venezia dell’Umbria” e basta fare pochi passi per le strade del paese per capire perché. Il piccolo borgo è attraversato da una fitta rete di cascatelle, canali e corsi d’acqua alimentati dal fiume Menotre e più o meno in centro all’abitato custodisce una grande vasca di raccolta (la “peschiera”).

Alla straordinaria ricchezza idrica di Rasiglia contribuiscono anche diverse sorgenti che sgorgano nei pressi del paese e che in passato hanno svolto un ruolo fondamentale per lo sviluppo economico del borgo. I primi mulini per la lavorazione dei cereali sono sorti nel XII secolo e nel XVII rappresentavano la principale fonte di sostentamento per gli abitanti del posto.

Ben presto alla produzione della farina si è affiancata quella della lana e dei tessuti e fino al secondo dopoguerra Rasiglia è stato un importante polo industriale. Poi le varie attività sono state chiuse e il paese si è spopolato, ma il suo passato recente è raccontato nei mulini, negli opifici e nelle case diventate museo a cielo aperto.

Rasiglia si trova a pochi chilometri da un altro suggestivo “punto d’acqua” dell’Umbria, le Cascate del Menotre, mentre più distante si trovano le Fonti del Clitunno. Sul territorio del paese invece sorgono i ruderi della Rocca dei Trinci e il remoto Santuario della Madonna delle Grazie.


7. Stifone (Umbria)

Stifone viene spesso descritto come un borgo incantato e in effetti sembra davvero uscito da un libro di favole. Il minuscolo abitato di case in pietra e coccio è immerso in una fitta coltre di boschi e si specchia nelle acque color smeraldo del fiume Nera. Il paese è sorto tra il XIV e il XVI secolo, ma la zona era popolata già nel Paleolitico.

L’abbondanza di acqua ha fatto da elemento di richiamo fin dall’antichità. Non a caso, l’attuale borgo si trova dove un tempo c’era il porto fluviale della romana Narnia (oggi Narni). L’approdo viene citato da Strabone e Tacito, ma è probabile che esistesse già in epoca etrusca. Vengono invece fatti risalire alla dominazione dell’Urbe i resti di quello che è stato identificato come un cantiere navale per la costruzione di grosse imbarcazioni.

A Stifone sorgevano anche diversi mulini ad acqua – il più importante dei quali era la Mola Alberti – e tra il XVI e il XVIII secolo si sono sviluppate alcune “gualchiere”. Queste ultime erano opifici dove veniva eseguita la follatura della lana, un’operazione di finissaggio dei tessuti attraverso il loro compattamento. Nel 1892 sono state costruite pure due centrali idroelettriche (tra le prime in Italia), che però sono state sommerse nel 1939.

Il territorio tra Stifone e Narni può essere esplorato a piedi, in bicicletta e a cavallo seguendo la pista ciclo-pedonale delle Gole del Nera. Il percorso è una strada sterrata che inizia in paese e si sviluppa lungo la ferrovia dismessa, fino ad arrivare all’antico Ponte di Augusto a Narni.

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