Gli eremi o romitori sono luoghi isolati e difficili da raggiungere dove uomini e donne si ritirano a contemplare, meditare, pregare e praticare penitenza. Per questo, nella maggior parte dei casi sorgono su speroni di roccia e sembrano sfidare la forza di gravità.
L’Italia e il Tibet sono i paesi dove ne esistono di più e lungo lo Stivale è possibile trovarne un po’ in tutte le regioni. Ma il primato spetta all’Abruzzo, dove Pietro Angelerio, diventato Papa con il nome di Celestino V, ha fondato e restaurato un gran numero di romitori.
La pratica dell’eremitaggio è comune a molte religioni e dottrine filosofiche e nel Cristianesimo è spesso associata a quella del monachesimo. Tuttavia, l’eremita non è sempre legato a voti religiosi e a una “regola” di comportamento (per esempio, quella di San Benedetto). Invece, l’anacoreta è un uomo o una donna di fede che si ritira dalla società – in un isolamento parziale o totale – per vivere la religione in solitudine.
I primi eremi erano grotte e umili capanne, poi sono diventati più grandi e strutturati per accogliere le comunità religiose che via via li popolavano. Molti romitori si sono trasformati in monasteri e santuari (luoghi “sacri” per una qualche connessione col divino), mentre altri hanno conservato la natura raccolta delle origini.
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