In Sardegna il Carnevale assume caratteristiche misteriose con le maschere tipiche dette Issohadores e Mamuthones.
Le maschere
Gli Issahadores sono uomini vestiti in corpetto rosso, maschera bianca e un copricapo detto Sa Berritta, pantaloni bianchi detti carzas o carzones e un piccolo scialle dal nome s’issalletto, sono loro a scortare i Mamuthones.
I Mamuthones invece sono uomini dal viso coperto da una maschera nera e con dei lineamenti rozzi, vestiti con pellicce e campanacci di 30 kg appesi alla schiena e legati con cinghie di cuoio. Questi campanacci, anticamente offerti in via amichevole da pastori, oggi vengono realizzati dagli artigiani di Tonara, centro del Mandrolisai.
Il rito della vestizione e la sfilata
La vestizione dei Mamuthones è un rito che spetta a due persone, dopo di ché sfilano in gruppi di dodici, uno per ogni mese dell’anno. Ognuno dei Mamuthones è guidato dagli Issohadores che sfilano in gruppi di otto e danzano eseguendo passi di notevole difficoltà che hanno appreso da bambini.
La sfilata delle maschere diventa una cerimonia solenne, quasi una processione. I Mamuthones in file parallele fiancheggiati dagli Issohadores, si muovono molto lentamente curvi dal peso dei campanacci e con ritmo scandito dagli Issohadores, i colpi di spalla della coreografia fanno suonare i campanacci.
Gli Issohadores leggeri senza peso sulle spalle, hanno una coreografia con passi più agili e all’improvviso lanciano la loro fune detta sa soha, per catturare qualcuno degli astanti. L’unico modo per liberarsi? Offrire loro da bere!
Quando?
Le Maschere appaiono per la prima volta il 16 e 17 Gennaio per Sant’Antonio e ritornano la domenica di Carnevale e il martedì grasso che per il 2018 cadranno rispettivamente l'11 e il 13 febbraio. Il martedì grasso in particolare è il giorno in cui la processione della maschera di Juvane Martis Sero viene trasportata su un carretto da uomini vestiti da “zios” e “zias” che ne piangono la morte con un canto sconsolato.
Le origini
Le origini del Carnevale di Mamoiada risalgono all’età nuragica, quando questo gesto era inteso come venerazione degli animali per proteggersi dagli spiriti del male e propiziare il raccolto.
La parola Mamuthones è stata ricondotta al greco “Maimon” che significa “colui che smania, che vuole essere posseduto dal Dio” (nella lingua sarda di oggi significa pazzo o buono a nulla). Gli Issohadores invece derivano da soha, la lunga fune che originariamente era fatta di cuoio.
I Mamuthones secondo alcuni sono prigionieri catturati dagli Issohadores.
Altri vedono nel Carnevale di Mamoiada un legame con i cicli della morte e della rinascita della natura. Rituali arcaici di esorcizzazione e maschere orride ripropongono in chiave grottesca il rapporto dell’uomo con l’animale che sta alla base dell’economia della Barbagia basata sulla pastorizia e sull’allevamento.
Queste maschere, secondo alcune credenze erano in grado di influire sulle sorti dei raccolti e sulla sopravvivenza, per questo motivo la loro visita seppur spaventosa era gradita al fine di ottenere benefici nel raccolto dell’anno, motivo per cui venivano offerti cibi e bevande.
Dove dormire per il Carnevale in Sardegna
Non vi resta che prenotare la vostra casa vacanza in Barbagia, dove potrete ammirare anche gli splendidi paesaggi dell'entroterra della Sardegna e vivere a pieno la cultura e le tradizioni antiche del posto.