Si dice che il Carnevale in Sicilia abbia origini che riportano al 1600, quando si ha traccia delle prime manifestazioni organizzate nella città di Palermo. Da allora, la festa ha sviluppato le sue diverse propaggini nelle varie zone della Sicilia, dove ha assunto caratteristiche peculiari di paese in paese. Oggi, alcuni dei più tipici Carnevali siciliani si possono gustare a Sciacca, Acireale e Palazzolo Acreide, ma anche a Bronte, Paternò e Belpasso.
Grande rivalità 'creativa' esiste ormai da anni tra le prime due città menzionate, Sciacca e Acireale, che ogni anno si danno metaforicamente sfida nell'organizzazione del Carnevale più scenografico dell'isola. Se prima si utilizzava 'addobbare' automobili e furgoni con figure fantasiose, oggi sfilano strutture ben congegnate in ferro, rivestite con motivi floreali e con gigantesche raffigurazioni, dai caratteri più grotteschi e giocosi, così com'è lo spirito del Carnevale.
Carnevale di Sciacca
Simbolo indiscusso del Carnevale di Sciacca è Beppe Nappa, una delle ormai storiche maschere che Sciacca ha adottato come sue. La sua enorme raffigurazione apre e chiude solitamente la sfilata degli altri carri, un vero e proprio secondo lavoro per gli abitanti, che preparano il tutto già parecchi mesi prima della manifestazione.
Carnevale di Acireale
Dalla provincia agrigentina a quella catanese, si approda al Carnevale di Acireale. I suoi abitanti si fanno vanto di quello che, alcuni, dicono essere il più bel Carnevale di tutta la Sicilia e addirittura il terzo più pittoresco d'Italia. Qua il padrone di casa non è più Beppe Nappa, bensì l'Abbatazzu, maschera in voga fin da metà Seicento, che, si dice, abbia trovato le sue origini in una presa in giro di un vecchio cardinale che amministrava queste terre. A lui, nel Carnevale di Acireale, si uniscono altri storici personaggi, come i Manti e i Domino, Colataddazzu e Quadaredda.
Carnevale di Palazzolo Acreide
Splendide anche le festività carnevalesche che prendono vita a Palazzolo Acreide, splendido centro barocco del siracusano e, non di meno, Patrimonio Unesco dell'Umanità . Questo è considerato uno dei Carnevali più antichi di tutta l'isola, che prende piede a partire da una 'mascherata' che alcune donne iniziarono a fare in occasione di un'altra festa paesana, quella in onore della Madonna Odigitria. Nel corso del tempo, la bellezza e la magnificenza dei suoi carri è divenuta famosa in tutto il territorio, anche grazie all'esposizione di bellissimi pupi e carri con le più originali trovate carnevalesche. Il tutto condito dall'elegante profilo delle strade cittadine.
Carnevale di Termini Imerese
È invece U' Nannu ca' Nanna il vero protagonista del Carnevale di Termini Imerese, probabilmente il terzo più conosciuto dopo quelli di Sciacca e Acireale. Prima dell'inizio delle celebrazioni, avviene una simbolica consegna delle chiavi cittadine fra il sindaco e questo iconico patrono del Carnevale imerese. Le manifestazioni pubbliche divennero ufficiose nella metà dell'Ottocento, quando uomini e donne provenienti da Napoli, al seguito dei Borboni, si insediarono in città e vi portarono la tradizione della mascherata di Carnevale, che sopravvive, in un'estasi di folklore, ancora oggi.
Carnevale di Bronte
Ultimo Carnevale che merita menzione particolare è quello di Bronte. Nella cittadina patria del pistacchio più famoso dell'isola, il Carnevale è l'occasione per far rivivere la vicenda dei laddarori, gli antichi carbonari che lavoravano alle pendici dell'Etna. Il loro arrivo in città , in questo periodo, era seguito da una processione in cui si recavano di casa in casa con uno spiedo, chiedendo agli abitanti di infilzarvi del cibo. Una tradizione che oggi rivive nelle maschere paesane e fra i carri che sfilano lungo il corso principale del centro storico di Bronte.