Castelli in Valle d'Aosta: i 10 aperti al pubblico - CaseVacanza.it base64Hash Castelli in Valle d'Aosta: i 10 aperti al pubblico - CaseVacanza.it

Castelli in Valle d'Aosta: i 10 aperti al pubblico

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La Valle d’Aosta è una regione di frontiera ed è stata a lungo un crocevia di genti e commerci, oltre che un passaggio obbligato da e per i valichi alpini. Avere il controllo di strade e vallate era una questione di scurezza, ma anche di potere e ricchezza ed è così che sono nati i primi presidi militari. Poi, il “castrum” romano e la casaforte medievale si sono evoluti e modificati e hanno dato forma a veri e propri castelli.

La regione più occidentale d’Italia ne conta decine e ciascuno presenta una storia peculiare e caratteristiche proprie. Alcuni conservano l’aspetto “primitivo” di costruzioni di difesa, altri sono diventati residenze nobiliari, altri ancora mostrano una mescolanza più o meno “equilibrata” delle due cose.

Il tempo e gli eventi non sono stati “generosi” con tutti: di certi restano poche rovine o strutture parziali e pericolanti e si possono “ammirare” solo da lontano. Così come i manieri e le fortezze di proprietà privata. Ma pure con questi limiti, i castelli da visitare in Valle d’Aosta non mancano. Qui ne trovate 10 da scoprire o riscoprire tra quelli aperti al pubblico!

1. Castel Savoia (Gressoney-Saint-Jean)

Castel Savoia è stato costruito per volontà della regina Margherita di Savoia, che si è innamorata della Valle del Lys dopo avere soggiornato nella residenza del barone Beck Peccoz. La dimora –una villa eclettica, più che un maniero – domina l’abitato di Gressoney-Saint-Jean con cinque torri neogotiche e presenta una curiosa peculiarità: è priva di cucine.

I locali per la preparazione dei pasti si trovano in un fabbricato a parte e sono collegati al “castello” da una galleria dove corrono due binari di una ferrovia Decauville. Un piccolo convoglio di carrelli elettrici trasportava le pietanze fino a un montavivande, che le faceva arrivare nella sala da pranzo del maniero.


2. Il Forte di Bard (Bard)

La gola sulla Dora Baltea dove sorge il Forte di Bard era già presidiata nel VI secolo da una piccola guarnigione di uomini armati. Nel 1034 l’avamposto veniva descritto come un “inexpugnabile oppidum” e tale è rimasto per secoli. La fortezza ha capitolato nel 1800 di fronte all’esercito di Napoleone, ma solo in virtù di un abile stratagemma delle truppe francesi e dopo una lunga resistenza.

In seguito a questo episodio, Napoleone ha ordinato che l’avamposto venisse smantellato e ci sono voluti trent’anni perché venisse ricostruito per volere di Carlo Felice di Savoia. Dopo varie traversie, il forte è stato sottoposto a un lungo restauro e oggi è sede di quattro musei e ospita eventi, spettacoli e mostre.

3. Il Castello di Issogne (Issogne)

L’aspetto essenziale e austero del Castello di Issogne non deve trarre in inganno. L’edificio – che a tutti gli effetti è una dimora rinascimentale – custodisce due preziosi tesori d’arte.

Nel cortile interno si trova “la fontana del melograno”, una vasca di pietra di forma ottagonale, al cui centro “cresce” una pianta dell’omonimo frutto in ferro battuto. La scultura è una riproduzione di straordinario realismo, ma a ben guardare si possono notare due anomalie: le foglie non di melograno ma di quercia e alcuni piccoli draghi “appollaiati” sui rami.

L’altra ricchezza nascosta del Castello di Issogne è il porticato che corre sul lato est del cortile interno. Il corridoio coperto da una sequenza di arcate a tutto sesto e soffitto con volta a crociera è decorato da una serie di affreschi di botteghe artigiane e scene di vita quotidiana. I dipinti sono stati realizzati tra il XV e il XVI secolo e rappresentano un’importante testimonianza iconografica dell’epoca.

4. Il Castello di Verrès (Verrès)

4. Il Castello di Verrès (Verrès)

Il Castello di Verrès è uno dei primi esempi di fortezza “monoblocco”. Anziché essere formato da una serie di edifici racchiusi all’interno di una cerchia di mura, è un unico corpo di fabbrica a forma di cubo. La struttura massiccia e la posizione strategica – a picco sul torrente Evançon – rivelano una funzione precipua di avamposto di difesa e controllo. Ma la storia del castello non è legata solo all’uso militare.

La tradizione vuole che Caterina Challant e Pietro Sarriod d'Introd – signori del maniero dal 1442 al 1456 – siano gli ispiratori del Carnevale di Verrès. I due sarebbero scesi in piazza a danzare con i giovani del paese in occasione della SS. Trinità del 1449 e da quel ballo ha preso forma la festa che anima il borgo per quattro giorni. Non solo. Il Castello di Verrès è anche uno dei modelli utilizzati da Alfredo d’Andrare per realizzare il Borgo Medievale di Torino.

5. Il Castello di Fénis (Fénis)

La doppia cinta di mura merlate, le numerose torri e il massiccio edificio centrale a forma di pentagono irregolare caratterizzano in maniera inconfondibile il Castello di Fénis. Ma non sono la sua unica “cifra distintiva”. Particolare è anche il luogo dove sorge: un pianoro privo di difese naturali. La posizione ha dato forma a diverse teorie. La più probabile è che il maniero servisse a mostrare la ricchezza e il potere dei suoi proprietari, più che a controllare e difendere il territorio.

Per certo, il Castello di Fénis conserva diversi elementi e opere di pregio, anche se un lungo periodo di abbandono ha compromesso in più parti la sua integrità. A salvarlo è stato Alfredo d’Andrade. L’architetto portoghese aveva utilizzato il maniero come ispirazione per costruire il Borgo Medievale di Torino e ha supervisionato una fondamentale campagna di restauro per arrestare il degrado del complesso.

6. Il Castello Reale di Sarre (Sarre)

Il nome svela gran parte della storia del Castello Reale di Sarre. Costruito nel 1710 sui resti di una casaforte, nel 1869 è diventato proprietà del Re d’Italia Vittorio Emanuele II, che lo ha trasformato nella sua residenza di caccia. Il “roi chasseur” ha ampliato e rinnovato gli interni, ha sopraelevato la torre e ha costruito una nuova scuderia.

Il maniero ha mantenuto la funzione di residenza venatoria anche durante il regno di Umberto I ed è rimasto “dimora per la villeggiatura” della regina Maria José ancora negli anni successivi alla monarchia. il complesso è stato acquistato dallo stato nel 1989 e – dopo un lungo restauro – è diventato un “museo della presenza sabauda in valle d’Aosta”.


7. Il Castello Sarriod de La Tour (Saint Pierre)

A una veduta aerea, il Castello Sariod de La Tour appare come un insieme disordinato di edifici. L’insolita struttura è dovuta al fatto che è stato più volte ampliato e rimaneggiato nel corso dei secoli. Al nucleo originale – la possente “turris Sariodorum”, anteriore al XIV secolo – sono stati aggiunti diversi corpi di fabbrica, con l’intento di trasformare la fortezza in una dimora di rappresentanza. 

I vari interventi hanno cambiato profondamente l’aspetto dell’edificio, ma non ne hanno compromesso il valore. Anzi. Il Castello Sariod de La Tour è un vero e proprio “excursus” nella storia e nella tradizione architettonica della Valle d’Aosta (e non solo).

Tra gli elementi di principale pregio ci sono la torre fortificata “aggiornata” con una serie di finestre crociate e una scala a chiocciola, l’antica cappella e la “sala delle teste”. Quest’ultima era il salone di rappresentanza e deve il suo nome alle 171 mensole che reggono la struttura del soffitto e rappresentano nobildonne e nobiluomini, maschere di carnevale, animali e creature fantastiche.

8. Il Castello di Aymavilles (Aymavilles)

Aymavilles – a pianta quadrata con quattro torri sormontate da merli guelfi e ghibellini, un loggiato barocco e un ingresso monumentale – è il risultato di una incessante opera di trasformazione. I cambiamenti più importanti sono stati realizzati dalla potente famiglia Challant, ma i lavori sono continuati anche dopo che il maniero è passato di mano.

La fortezza diventata dimora nobiliare è oggi una “casa-museo” e rappresenta una straordinaria testimonianza della società, della cultura e dell’arte della Valle d’Aosta. Inoltre custodisce la quasi totalità della ricca collezione di opere d’arte e antichità dell’Académie Saint-Anselme d’Aoste, la più antica istituzione culturale della regione.

9. Il Castello di Introd (Introd)

Il nome significa “tra le acque” – dal francese “entre-eaux” – ed è facile capire perché: il Castello di Introd sorge tra il torrente Savara e la Dora di Rhêmes. Il nucleo originale risale al XII secolo, ma la forma poligonale “arrotondata” è il risultato di vari interventi effettuati in epoca successiva. La particolare struttura è un “unicum” per la Valle d’Aosta, ma non è il solo elemento caratterizzante del maniero.

Il Castello di Introd è arricchito da due pertinenze: la “Cascina l’Ôla” e un antico granaio. La prima è un fabbricato con un peculiare tetto a un solo versante, che in passato veniva usato come scuderia e in epoca recete ha ispirato le stazioni della ferrovia Aosta – Pré-Saint-Didier. Il secondo è un raro esempio di architettura in legno valdostana del Basso Medioevo ed è arricchito da una serratura che rappresenta un castello in miniatura.

10. Il Castello di Cly (Saint Denis)

Il Castello di Cly è uno dei cosiddetti “castelli primitivi” della Valle d’Aosta. La definizione è legata non solo all’antichità del maniero, ma anche alla sua struttura. Il complesso è formato da una imponente torre fortificata (il “donjon” o “dongione”), intorno alla quale si sviluppa un’ampia cinta di mura. Lo “spazio protetto” comprende altresì gli edifici che un tempo erano utilizzati come abitazioni e locali di servizio e la spianata dove si rifugiava la popolazione in caso di pericolo.

Nel Castello di Cly si trova anche una cappella intitolata a San Maurizio, considerata un “gioiello” di architettura romanica. Il piccolo oratorio è sorto insieme al maniero – nell’XI secolo – e presenta un’abside nella quale sono ancora visibili tracce di un grandioso affresco con figure di angeli, santi ed evangelisti.

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