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I canyon della Puglia: 8 gravine da scoprire

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L’America ha i canyon, la Puglia ha le gravine. L’accostamento tra le due formazioni geologiche è comune, ma le profonde spaccature che si trovano nella regione sul tacco dello Stivale hanno un’origine diversa e sono una caratteristica peculiare dell’Altopiano delle Murge.

Le gravine sono fenditure nel terreno che si sono formate per gli spostamenti e le deformazioni della crosta terrestre di milioni di anni fa e la continua erosione chimica e meccanica dell’acqua (carsismo). Le loro pareti sono scoscese e molto inclinate – non di rado verticali – e arrivano a essere profonde centinaia di metri. Questa caratteristica le differenzia dalle “lame”, solchi erosivi più superficiali e dai versanti meno ripidi.

Il tracciato delle gravine è spesso scandito da molte anse e forma delle gole nelle quali vivono numerose specie di animali e piante. I “canyon di Puglia” sono un patrimonio di biodiversità, ma custodiscono anche eccezionali testimonianze storiche.

Le profonde spaccature larghe da poche decine a centinaia di metri hanno offerto riparo all’uomo fino dalla preistoria e in epoca successiva hanno accolto veri e propri villaggi. Nelle gravine si sono sviluppati numerosi insediamenti rupestri formati da abitazioni, luoghi di culto e ricoveri per gli animali scavati nella roccia e collegati da scale e passerelle.

La maggior parte delle profonde spaccature che solcano l’Altopiano delle Murge in Puglia fa parte del Parco Terra delle Gravine (che si estende nelle province di Brindisi e Taranto), mentre la grande fenditura di Gravina in Puglia rientra nel Parco Nazionale dell’Alta Murgia (che comprende il territorio di Bari e di Barletta-Andria-Trani).

Scoprite qui 8 tra le più belle e suggestive gravine di Puglia per compiere un emozionante viaggio tra storia e natura.

1. Gravina in Puglia

gravina puglia

La toponomastica rivela la connessione viscerale tra Gravina in Puglia (BA) e la profonda spaccatura che costeggia il centro abitato. La città è una cosa sola con la grande fenditura di origine carsica, che dà anche il nome al torrente che scorre nella sua gola e al ponte che la sovrasta (detto pure “Ponte acquedotto”). 

Il territorio di Gravina in Puglia è stato popolato fin dal Paleolitico e il sito archeologico sulla Collina di Botromagno (o Petra Magna) testimonia la presenza di un insediamento che è durato fino al I secolo a. C. L’area del Padre Eterno sul fondo della gravina conserva diverse tombe databili tra il VII e il IV secolo a.C., mentre il complesso delle Sette Camere è un villaggio rupestre scavato nelle pareti della gola nell’Alto Medioevo.

Gravina in Puglia è un vero e proprio museo all’aria aperta, ma le sue ricchezze si sviluppano nelle profondità della roccia. La città custodisce nel sottosuolo un labirinto di luoghi di culto (come la Chiesa di San Michele dei Grotti), granai, forni, cisterne, cantine, torrioni e cunicoli la cui superficie è grande il doppio di quella del centro storico. 

2. Gravina di Laterza

gravina laterza

La Gravina di Laterza (TA) viene spesso definita “la seconda più grande d’Europa”. Il primato non è chiaro a chi appartenga e la classifica è mutevole, ma la spaccatura che costeggia la cittadina famosa per le maioliche artistiche ha dimensioni ragguardevoli (a dire poco).

La gola di origine carsica si sviluppa per 12 km e presenta ripide pareti calcaree che in alcuni punti sono profonde più di 200 m. La gravina è larga in media 300 m e la sua morfologia ha permesso lo sviluppo di una ricchissima e preziosa biodiversità. 

Sul fondo del canyon si trovano stagni e laghetti più o meno estesi dove vivono rane, rospi e la salamandra chiamata “ululone appenninico”. La zona umida è anche l’habitat del colubro leopardino (un serpente non velenoso), mentre tra le rocce ha casa il geco di Kotschy. Sui versanti nidificano molti uccelli rapaci, compreso il raro capovaccaio (un piccolo avvoltoio), mentre i sentieri sono percorsi da tassi, volpi, cinghiali e lupi.   

La vegetazione cambia dalle zone superficiali a quelle profonde della fenditura e presenta un susseguirsi di pseudo steppa, prateria, macchia mediterranea, bosco e sottobosco. Una delle caratteristiche peculiari dell’area è la presenza di oltre 50 specie di orchidee, che in primavera accendono la Gravina di Laterza di una tavolozza di colori.

3. Gravina di Ginosa

gravina ginosa

La Gravina di Ginosa (TA) rappresenta un’importante testimonianza dello sfruttamento da parte dell’uomo dei profondi canyon tipici dell’Altopiano delle Murge. I primi insediamenti nella gola a forma di ferro di cavallo risalgono a 50mila anni fa, ma l’occupazione più importante si è sviluppata dal Medioevo fino al XVII secolo. Di quel lungo periodo rimangono i villaggi rupestri del Casale e della Rivolta.

Il primo è stato gravemente danneggiato da un violento terremoto nel 1857, ma tra le sue costruzioni è ancora visibile la chiesa a croce greca di Santa Domenica (probabilmente il principale luogo di culto della comunità). Invece, l’insediamento della Rivolta è ben conservato e permette di osservare lo sviluppo di una nuova unità abitativa chiamata “casa-grotta”.

Le case-grotte hanno iniziato a essere realizzate nel XVI secolo e sono abitazioni in parte scavate nella roccia e in parte costruite in muratura con i materiali dello scavo. Nel villaggio della Rivolta ce ne sono 66, disposte su cinque livelli e collegate tra loro da sentieri e gradini. Grazie al buono stato dell’insediamento (nonostante le alluvioni del 2011 e del 2013), in alcune è possibile riconoscere gli ambienti che componevano l’unità abitativa.

4. Gravina di Riggio

gravina riggio

La gola che corre nel territorio di Grottaglie (TA) custodisce numerose tracce di un insediamento che è durato probabilmente fino alla fine del XIV secolo. A testimonianza della presenza umana nella Gravina di Riggio rimangono una “casa fortezza” articolata su più livelli, una cavità utilizzata per controllare il territorio (la “Grotta della sentinella” o “Vedetta”) e un antico monastero. 

Nel canyon profondo una ventina di metri si trovano anche una chiesa rupestre decorata da affreschi che risalgono al IX e al XII secolo e la “Grotta della farmacia”. Quest’ultima era una colombaia, ma le piccole celle per gli uccelli sono state fatte diventare nicchie per conservare erbe e medicamenti dalla tradizione popolare.

La bellezza e l’importanza della Gravina di Riggio sono accresciute dalla presenza di una vegetazione selvaggia e da una cascata che si forma nei periodi di pioggia intensa. L‘acqua compie un salto di 15 m e alimenta una profonda depressione chiamata “caggione”. L’affossamento era utilizzato come cisterna naturale dagli abitanti della gravina e dà vita a dei rigagnoli che sono l’habitat di rane, rospi e rospi smeraldini.

La Gravina di Riggio è proprietà privata e per visitarla è necessario rivolgersi alle guide autorizzate che organizzano escursioni nella zona.

5. Gravina di S. Marco

gravina san marco

La Gravina di San Marco taglia in due il piccolo paese di Massafra (TA) e separa l’antico centro storico dal Borgo Santa Caterina di epoca ottocentesca. La rigogliosa vegetazione spontanea, i frutteti, gli orti e i fichi d’india che crescono aggrappati alle rocce sono valsi al canyon di origine carsica l’appellativo di “Paradiso di Massafra” (dal greco “paràdeisos”, che vuole dire “giardino”). Ma la profonda spaccatura conserva anche preziose testimonianze archeologiche.

Nella ripida parete est della gravina sono presenti numerose grotte che costituiscono il villaggio rupestre di Santa Marina. L’antico insediamento è stato abitato dall’VIII secolo d.C. alla fine del 1700 e restituisce una importante testimonianza storica, sociale e culturale della vita sul territorio.

La Gravina di San Marco e il Villaggio di Santa Marina devono il loro nome a due delle tante chiese scavate nelle pareti della fenditura. E proprio per il gran numero di cappelle rupestri e celle eremitiche (che comprende anche quelle della vicina Gravina della Madonna della Scala), Massafra viene chiamata la “Tebaide d’Italia”. 

La Tebaide era una regione dell’Antico Egitto dove nei primi secoli del cristianesimo si sono ritirati numerosi eremiti e anacoreti. La presenza di uomini in cerca di una connessione profonda con il divino è diventata un segno distintivo nella zona e la parola “Tebaide” ha iniziato a essere usata per indicare un luogo isolato di penitenza e preghiera (ma anche dove si conduce un’esistenza difficoltosa).

6. Gravina della Madonna della Scala

gravina madonna scala

La Gravina della Madonna della Scala sfiora l’abitato di Massafra (TA) e deve il suo nome al grande santuario edificato all’inizio del XVIII secolo sopra un’antica cappella. La chiesa sorge al fondo di una scalinata di 125 gradini (anche se la leggenda dice che è impossibile contarli, perché il numero cambia dalla discesa alla salita) e segna l’ingresso del percorso nella gravina.

Più o meno al centro della fenditura profonda 40 m si trova un villaggio rupestre composto da oltre 200 grotte scavate nelle pareti del canyon in epoca medievale. Le cavità sono collocate ad altezze diverse ed erano adibite a case, botteghe, stalle, ovili, conigliere e pollai. 

Le due grotte più famose della Gravina della Madonna della Scala sono quella del Ciclope, uno spazio di grandi dimensioni che probabilmente ospitava le riunioni degli abitanti del villaggio, e la “farmacia di mago Greguro”. Quest’ultima è un complesso di 12 cavità comunicanti, inizialmente usato come monastero e in seguito come colombaia. Ma la tradizione popolare ha inventato un’altra storia per le celle per gli uccelli scavate nella roccia. 

Secondo la leggenda, le piccole cavità erano le nicchie dove il mitologico mago Greguro e sua figlia Margheritella conservavano le erbe “magiche” raccolte nella gravina e le pozioni che producevano con esse. Non a caso, la profonda fenditura era chiamata Valle delle Rose per la sua vegetazione rigogliosa.

7. Gravina di Petruscio

gravina petruscio

Nel territorio di Mottola (TA) si aprono diverse gravine, ma la più famosa è quella di Petruscio. La fenditura si sviluppa per 4 km a sud del centro abitato ed è considerata una delle più imponenti e spettacolari dell’Arco ionico. Il profondo canyon è immerso in una vegetazione selvaggia e al suo interno si trova un antico villaggio rupestre.

La gravina è stata popolata fino dalla preistoria, ma le tracce di un insediamento stabile a Petruscio risalgono all’Alto Medioevo. L’asperità della gola ha offerto riparo alle genti del posto e ha portato allo sviluppo di un villaggio che è stato abitato fino al XII secolo.

Nelle pareti della gravina si aprono oltre 200 grotte che erano adibite ad abitazioni, botteghe, luoghi di culto e ricoveri per gli animali. Le cavità di Petruscio sono tutte collegate tra loro da scale e passerelle e formano una sorta di grande “condominio” rupestre.

La “Casa dell’Igumeno” (il capo della comunità religiosa) è una delle grotte più suggestive del villaggio di Petruscio, insieme alla “Cattedrale”, alla “Chiesa dei polacchi” e a un’altra cappella rupestre della parete orientale. La” Cattedrale” è la chiesa più antica dell’insediamento, mentre “Chiesa dei polacchi” si chiama così perché durante la II Guerra Mondiale è stata utilizzata come campo base dai soldati dell’esercito di Varsavia.

Tra le cavità della gravina che suscitano maggiore interesse c’è anche il “Rifugio De Rosa”, un’antica cella anacoretica di difficilissimo accesso, utilizzata nell’800 come nascondiglio dall’omonimo brigante.  

8. Gravina di Castellaneta o Gravina Grande (Taranto)

gravina castellaneta

La Gravina di Castellaneta è anche chiamata Gravina Grande e non è difficile capire perché. Il canyon di origine carsica si sviluppa con numerose anse per circa 10 km e si spinge nella terra fino a 145 m di profondità. Le pareti dell’imponente spaccatura sono verticali e inaccessibili dove sorge (strategicamente) il centro abitato, ma procedendo verso nord e sud si fanno meno ripide. 

Sui margini della gravina sono presenti tracce di antichi insediamenti, mentre nella zona centrale della gola sono scavate diverse grotte che risalgono al IX secolo. Le cavità sono di varie dimensioni ed erano utilizzate come abitazioni e luoghi di culto. La Gravina di Castellaneta è stata un rifugio per molti monaci ed eremiti bizantini, che hanno lasciato a testimonianza del loro passaggio numerose chiese rupestri.  

Il profondo canyon è (anche) un luogo di grande importanza naturalistica. La gravina presenta tanti e differenti ambienti dove cresce una vegetazione variegata e vivono numerosi uccelli rapaci, volpi, istrici, tassi e diversi rettili e anfibi. Il Lago di Sant’Elia o Sant’Uli’ è uno dei luoghi più suggestivi della grande gola ed è frequentato da aironi, poiane e dalla rarissima cicogna nera.


Settembre 2021

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