Punta Secca (la casa)
La residenza con affaccio sul mare in cui vive Montalbano si trova in questa piccola località di mare della provincia di Ragusa.
Dall'avvento del commissario sul piccolo schermo, il paesino di Punta Secca, un tempo tranquilla meta di mare per gli abitanti del luogo, si è trasformato in una rinnovata destinazione turistica, vedendo nascere una serie di bar e ristoranti sulla spiaggia, diverse residenze estive e portando ad un consistente rinnovamento di tutto il lungomare.
È proprio su questo lungomare che il commissario si trova spesso a pranzare, nel ristorante Da Enzo, adagiandosi sul terrazzino esterno e gustando le specialità marinare del giorno.
Caratteristico di Punta Secca è il bianco faro, che segnala il porticciolo turistico della località, e punto di riferimento per tutte le imbarcazioni che si muovono a largo della baia.
Scicli (il commissariato)
Bisogna fare qualche chilometro nell'entroterra per arrivare alla città che è stata eletta come sede del commissariato. La magnifica Scicli, una delle punte di diamante del barocco siciliano.
Il posto di lavoro dove agiscono le forze di polizia nella fiction non è altro che il municipio cittadino, con gli uffici del sindaco trasformati in quelli delle forze dell'ordine.
A Scicli si trova anche la Questura di Montelusa, che prende posto nel Palazzo Iacono. Arrivare a Scicli è già un'esperienza particolare, a cominciare dal colpo d'occhio che si ha giungendo dall'alto, dove la città si può ammirare nelle sue ordinate case in pietra calcarea e l'aspetto di un antico presepe.
Non si deve far altro che camminare per il centro, e riempire lo sguardo con gli eleganti edifici che lo adornano come gioielli.
Passeggia lungo la via Mormino Penna, dove si radunano alcuni dei più fascinosi edifici cittadini, e prosegui un attimo più avanti per gettare uno sguardo al Palazzo Beneventano e alle chiese antiche che punteggiano le strade.
Ogni angolo della città conserva bellissimi palazzi, regalandole un'atmosfera di estrema raffinatezza e fascino.
Castello di Donnafugata (la sede dei Sinagra)
Percorrendo un breve tragitto che si circonda di ulivi, carrubi e muretti a secco, tipico della campagna ragusana, si giunge al Castello di Donnafugata.
Chi segue la serie sa che qui è dove Salvo Montalbano si reca quando deve conferire con il boss Balduccio Sinagra, sul terrazzone frontale del castello, o nelle sue sale interne.
Lo strano nome del castello deriva da una leggenda, che fa capo a Bianca di Navarra, vedova del re di Sicilia, imprigionata fra le mura di Donnafugata dal perfido Bernardo Cabrera. La regina riuscì tuttavia a scappare, diventando la 'donna fuggita', o donnafugata. Altre interpretazioni farebbero risalire il nome ad un'antica denominazione araba, altre ancora al ritrovamento lì vicino di una donna morta per soffocamento, in siciliano 'affucata'.
Al di là del racconto popolare, il castello fu edificato a partire dal XIV secolo, e passò di mano in mano fra vari signori siciliani, trasformato in fortezza, poi in un cascinale, mantenendo tuttavia un aspetto neoclassico con forti elementi gotici.
Venti delle centoventi sale interne sono oggi visitabili, così come lo splendido parco retrostante e il labirinto. Questo appariscente castello colpì anche Luchino Visconti, che lo utilizzò come set per gli esterni del palazzo ne 'Il Gattopardo'.
Ragusa Ibla (esterni)
Frazione estremamente affascinante del capoluogo di Ragusa, Ibla è ammassata su un colle comodamente collegato alla città moderna.
Questa città fu completamente distrutta dal terremoto che colpì la Sicilia sud orientale negli ultimi anni del Seicento, e fu ricostruita nel corso del secolo successivo. Questa circostanza l'ha trasformata in una splendida esibizione di barocco siciliano, rimasto cristallizzato, fino ad oggi, in tutta la sua bellezza.
Ibla compare, con la sua piazza Duomo, in diverse puntate del Commissario Montalbano.
Ne “L'odore della notte” fa da sfondo ad una rivolta popolare, e in diverse occasioni è in questa piazza che il commissario si concede un caffè all'aperto con i colleghi.
Gli esterni del municipio diventano quelli del commissariato in un paio di episodi della serie, mentre gli elegantissimi interni del Circolo di Conversazione sono luogo dove il dottor Pasquano si ritrova a giocare a poker con i suoi amici, puntualmente disturbato dalle richieste di Montalbano.
Di grande suggestione arrivare qui la notte, quando sembra di mettere piede in un presepe, fra le case barocche che si illuminano di luci ambrate, e la cupola di San Giorgio di color smeraldo. Le strette stradine di città iniziano a brulicare di giovani che affollano i ristoranti, degustano un drink e passeggiano gettando uno sguardo agli ultimi negozi di artigianato, aperti fino a tardi.
Fornace Penna ('a Mannara)
Tra Sampieri e Marina di Modica si trova uno dei luoghi simbolo della fiction televisiva. Nello sceneggiato, è definita come la Mannara, ma in realtà si tratta di una vecchia fornace.
La Fornace Penna era un tempo usata per la fabbricazione di mattoni, a inizio '900, e si trattava di uno dei vanti industriali del meridione italiano, grazie alla notevole capacità produttiva.
La sua vita fu tuttavia breve, per via di un incendio che la distrusse completamente, nel 1924, ponendo fine ad una importante realtà che dava lavoro a un centinaio di operai. Forse vittima di vicende ed intrighi politici, questo episodio rimase un mistero irrisolto, e la sua storia avvolta nell'ombra è diventata un ottimo coprotagonista delle indagini di Montalbano.
Ancora oggi, rimane una vera e propria basilica sul mare, estremamente scenografica, incantevole nella sua fatiscenza, testimone di un passato non troppo antico.
Donnalucata (esterni sul mare)
È qui che fa la sua prima comparsa l'amica svedese di Montalbano, Ingrid, ne “La Forma dell'Acqua”, ma non è certo l'unica scena che vede protagonista il paese di Donnalucata. Nella serie tv è indicato come Marinella, un nome che chi segue le vicende del commissario è abituato a sentire molto spesso.
Donnalucata, nonostante oggi sia principalmente luogo di villeggiatura estiva per i ragusani, è un paese con origini antichissime, che riportano addirittura a primi insediamenti fenici. Il suo nome, che ricorda quello di Donnafugata, è anch'esso riconducibile ad una latinizzazione di un primordiale nome arabo.
Proprio i Saraceni, che qui dominarono a lungo, scoprirono in queste zone una fonte d'acqua sorgiva 'miracolosa', che sgorgava cinque volte al giorno, in concomitanza con i momenti di preghiera musulmana. Da allora, Donnalucata è andata incontro ad alterne vicende, legando la sua vita a quella dei ricchi nobili di Scicli, prima, e, in tempi moderni, ad una riqualificazione urbana, successiva al boom economico del dopoguerra.
Grazie al successo della serie, e alle splendide inquadrature di queste terre, la Val di Noto ha conosciuto una seconda giovinezza, e ha garantito a molti di scoprire queste incantevoli zone.
Come molti sanno, i racconti di Montalbano si insinuano anche in luoghi sconosciuti della campagna siciliana, tra incantevoli paesaggi ed antiche cascine, templi di un passato contadino non troppo lontano, e destinazioni da scoprire in un viaggio nella Triscele.