Stai programmando una vacanza a Roma o nel Lazio e hai voglia di visitare un posto veramente speciale? Ecco una breve guida fra i più bei borghi del Lazio!
Civita di Bagnoregio, la città che muore
Un borgo destinato a scomparire a un passo dal diventare Patrimonio Mondiale dell’Umanità. Un paesaggio unico, malinconico e ricco di storia. Solo questi due spunti bastano a giustificare la visita a Civita di Bagnoregio.
Il saggista Bonaventura Tecchi ne parla così - “Tutto quel che è rimasto, un ciuffo di case e di mura in rovina, nere sul tufo, erette come sul vuoto, respira ormai l’atmosfera della fine”. In verità la città che muore, così è anche conosciuta Bagnoregio, nonostante la fine a cui è predestinata, sembra essere più viva ogni giorno che passa, grazie all’aumento (imprevisto?) di turismo: tantissimi curiosi da tutta Italia si sono spinti fino alle mura del suo borgo per visitarla.
Civita di Bagnoregio si trova in provincia di Viterbo e rientra tra i borghi più belli d’Italia. Si arriva solo a piedi, grazie a un piccolo viadotto in cemento che collega il paese a Bagnoregio. Il ponte è lungo circa 300 metri ed è in salita, quindi è bene munirsi di scarpe comode per la gita.
Raggiungendo l’unica porta di accesso possibile al borgo, ti ritroverai sospeso su un fragile lembo di terra di tufo dal destino segnato: la rupe su cui sorge Civita di Bagnoregio infatti si sta lentamente sgretolando, aiutata dagli agenti atmosferici e dai terremoti.
Perdersi tra i vicoli del paese, rimanere incantati nella piazza di San Donato, piccola e silenziosa, ammirare le case basse e i balconi fioriti… sono solo alcune delle cose da fare a Civita di Bagnoregio! Pensa che nel borgo troverai anche dei palazzi rinascimentali: sono delle famiglie dei Colesanti, Bocca e Alemanni. In uno di questi si trova il Museo Geologico e delle Frane, dove ti consigliamo di fare un salto per capire cosa sta accadendo alla rupe.
Per visitare Civita di Bagnoregio puoi contare sulle nostre case vacanza nella provincia di Viterbo.
Calcata, il borgo degli artisti
Arrivando dalla Cassia bis, la Cassia Veientina, dopo una serie di curve e folti alberi, ti ritroverai davanti Calcata, il borgo degli artisti, quasi sospeso sulla vallata su cui sorge.
Basta oltrepassare il portone d’ingresso per ritrovarsi improvvisamente nel passato: l’odore è quello della legna, i profumi sono quelli della cucina locale, le luci sono quelle delle botteghe e delle case abitate.
Il borgo è un dedalo di stradine e di porticine colorate, tutte da fotografare. Ci sono due bellissime sale da tè che servono biscotti e torte fatte in casa, un panettiere sempre pronto a sfornare focacce, tantissimi gatti che vagano liberi lungo gli usci delle case, un antico granaio risalente al 1670.
Pensa che il borgo è restato disabitato fino agli anni ’60, a causa di un’ordinanza comunale per la mancata sicurezza in cui verteva la rupe. Quando l’ordinanza cadde, iniziò a popolarsi di artisti e pittori.
Appena fuori Calcata si può visitare il Parco della Valle del Treja, una delle aree protette del Lazio più amate. Ti consigliamo un salto alle famose cascate di Monte Gelato!
Sermoneta, un castello e un giardino
Ci spostiamo a sud, in provincia di Latina, e arriviamo a Sermoneta, un antico borgo medioevale tutto circondato da una bella cinta muraria.
Da non perdere durante la tua gita a Sermoneta la Loggia dei Mercanti (resa celebre dal film Non ci resta che piangere di Troisi), fulcro in passato delle attività commerciali, oggi ospita eventi e manifestazioni. Visita il Castello di Sermoneta con una guida che ti permetterà di entrare nelle stanze affrescate, nella piazza d’armi e nelle scuderie.
Nel borgo troverai tantissime trattorie, pronte a proporti i piatti della tradizione locale, come gli strozzapreti conditi con mortadella e prosciutto tritati e l’abbacchio caso e ova.
Ai piedi di Sermoneta si trova il Giardino di Ninfa che ospita piante di ogni tipo, un laghetto romantico e un giardino che gira tutto intorno alle rovine del borgo di Ninfa, detto anche la Pompei del Medioevo. Dopo aver visitato Sermoneta un salto è d’obbligo.