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In gita sul lago di Garda: 7 castelli da scoprire

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Le rive del Lago di Garda e l’entroterra sono punteggiati da una miriade di castelli. Di alcuni rimangono solo i ruderi, ma la maggior parte è ben conservata e rappresenta una vera e propria finestra sul passato. Molti condividono origini antiche, anche se non di rado le strutture romane e medievali sono state rimaneggiate nel corso dei secoli. E spesso è ben visibile l’impronta dei Della Scala. Non a caso, tanti presentano l’aggettivo “scaligero” nel nome.

L’influenza dei Signori di Verona nella zona è durata dal XIII al XVI secolo e ha riguardato tutta l’area intorno al Lago di Garda (anche se di più la riva orientale). I Della Scala hanno ristrutturato, ampliato e ricostruito numerosi castelli e quello di Sirmione è probabilmente il più famoso. Ma ci sono anche manieri e fortificazioni che nulla hanno a che fare con la potente famiglia veronese. Due esempi sono quelli di Arco Moniga.

Qui trovate un itinerario “virtuale” tra sette castelli affacciati sul Lago di Garda o a poca distanza nell’entroterra che meritano di essere visitati per la loro storia, l’architettura, il paesaggio, quello che sono diventati o per un insieme di tutte queste cose. Il percorso è un anello che ha come punto di partenza e arrivo il Trentino e procede in senso orario tra Veneto e Lombardia. 

1. Il Castello di Arco (Trento)

Aggrappato a uno sperone di roccia, il Castello di Arco domina la piana del Sarca in Trentino fino al Lago di Garda. La fortezza prende il nome dalla famiglia che tra alterne vicende l’ha posseduta dal XII secolo fino quasi alla fine del XX, ma è probabile che abbia origini più antiche. L’alta rupe dove sorge il maniero ha dato rifugio ad alcune tribù cenomane nel 300 a.C. e forse ha ospitato un torre di avvistamento in epoca romana.

Di sicuro, il castello esisteva già nell’Anno Mille e nel corso dei secoli si è ampliato fino a diventare un piccolo borgo fortificato. A testimoniarlo c’è un acquerello dipinto nel 1495 dall’artista tedesco Albrecht Dürer e conservato al Louvre. La fortezza è stata assediata più volte, ma il declino è iniziato dopo l’attacco condotto dalle truppe francesi durante la guerra per il trono di Spagna nel 1703.

Il maniero è stato spogliato e utilizzato come cava di pietra e solo nel 1986 è stato avviato un radicale intervento di restauro da parte della Provincia Autonoma di Trento. Dell’antica fortezza rimangono lo spazio dove un tempo si svolgevano giostre e tornei, alcune cisterne e vasche per la raccolta dell’acqua, la Torre Grande, la Torre Renghera e la Prigione del Sasso. 

Ma il fiore all’occhiello del Castello di Arco è senza dubbio la sala che custodisce un pregevole ciclo di affreschi del XIV secolo. Oltre alla straordinaria vista panoramica sull’Alto Garda. La strada per raggiungere la fortezza è impegnativa, ma la fatica è ripagata.

2. Il Castello scaligero di Malcesine (Verona)

Il Castello di Malcesine e il piccolo centro abitato che sorge ai suoi piedi hanno conquistato anche Goethe. Il letterato tedesco si è fermato per caso nel borgo sulla sponda orientale del Lago di Garda, perché è stato sorpreso da un forte vento mentre andava verso Verona. Ma è stato “magnificamente ricompensato di tale diversione” e ha documentato la tappa improvvisata nel suo Viaggio in Italia.  

La visita di Goethe ha contribuito alla fama della fortezza ed è ricordata da una mostra allestita nella ex polveriera di epoca austriaca e da un busto dell’autore del Faust. Ma il Castello di Malcesine ha molto altro da offrire, a partire dalla vista mozzafiato che dal cortile del rivellino spazia sul paese, sul lago e sul Monte Baldo. 

Il maniero ricostruito dai Franchi su uno di epoca longobarda e ampiamente rimaneggiato dai Della Scala presenta diversi ambienti medievali perfettamente conservati. Nel complesso fortificato si trovano anche alcuni pregevoli affreschi, un antico pozzo e un mastio alto più di 70 metri.

Il Castello di Malcesine custodisce inoltre i resti di quello che è considerato uno degli insediamenti protostorici più antichi del borgo. Il “lacaòr” (una parola che significa “all’altura delle tombe”) è un grande spazio verde che in estate ospita spettacoli ed eventi. Il percorso di visita è completato dal Museo di storia naturale e dal Museo delle galee veneziane.

3. Il Castello scaligero di Torri del Benaco (Verona)

Insieme alla Torre di Berengario e ad alcuni resti di mura, il Castello scaligero di Torri del Benaco è ciò che rimane della lunga storia di avamposto difensivo del piccolo borgo in riva al Lago di Garda. È probabile che la zona fosse presidiata da un “castrum” già in epoca romana, ma la prima struttura fortificata sarebbe stata costruita da Berengario del Friuli nel X secolo.

Di certo, il castello è stato rimaneggiato in maniera sostanziale da Antonio Della Scala nel XIV secolo e la struttura attuale è in gran parte quella che gli ha dato l’ultimo signore della famiglia veronese. Il maniero ha avuto una storia travagliata e all’inizio degli anni ’80 versava in stato di completo degrado. È stato allora che il comune e la popolazione si sono attivati per salvare l’antica fortezza scaligera.

Oggi del castello rimangono due torri, il mastio e una porzione delle mura. I camminamenti lungo la fortificazione sono percorribili e offrono una suggestiva vista sul lago, mentre negli ambienti recuperati è stato allestito un Museo etnografico. L’esposizione è un excursus tra le antiche attività produttive benacensi e l’attrazione principale è senza dubbio la serra dei limoni.

La “limonara” o limonaia di Torri del Benaco risale al XVIII secolo e testimonia l’antica vocazione agrumicola della zona del Garda. La coltivazione di limoni, cedri e arance ha iniziato a essere meno importante a metà dell’Ottocento e la limonaia del castello è una delle poche rimaste sulla sponda veronese del lago.

4. Il Castello scaligero di Sirmione (Brescia)

Il Castello scaligero di Sirmione è senza dubbio il più famoso dei (tanti) manieri che sorgono sulle rive del Lago di Garda. La fortezza è stata costruita tra il XIV e il XV secolo dalla famiglia Della Scala e la sua principale caratteristica è la cinta di mura che sembra emergere dall’acqua e protegge un piccolo porto.

La “darsena” in muratura che si vede oggi risale alla dominazione della Repubblica di Venezia, ma è probabile che una struttura analoga in legno esistesse già in epoca scaligera. L’approdo fortificato ha una particolare forma irregolare, che si presume servisse a contrastare il vento di tramontana chiamato “pelèr”. 

Il Castello di Sirmione è stato un’importante postazione difensiva fino al XVI secolo, poi il ruolo è passato alla roccaforte di Peschiera del Garda. In epoca napoleonica e austriaca, il maniero è stato usato come deposito e alloggio per le truppe. La darsena è “sparita” a causa dell’accumulo di detriti ed è stata recuperata in seguito al grande intervento di restauro che ha interessato tutto il complesso a partire dal 1919. 

Il porticciolo fortificato è stato aperto al pubblico nel 2018 e insieme ai cortili interni, alle torri, ai camminamenti di ronda e a un piccolo lapidario costituisce il percorso di visita del castello scaligero.

5. La Rocca di Lonato (Brescia)

La Rocca di Lonato sorge su un rilievo morenico nell’entroterra meridionale del Lago di Garda ed è una delle fortificazioni più imponenti di tutta la Lombardia. Eppure del suo passato più antico si sa poco. È probabile che esistesse già come avamposto nel X secolo, ma è dopo che la sua storia si fa più dettagliata.

Il castello è stato a lungo una postazione militare di grande importanza difensiva e strategica ed è passato nella mani dei Della Scala, dei Visconti, dei Gonzaga e della Repubblica di Venezia. L‘epoca napoleonica e l’Unità d’Italia hanno segnato il suo declino, ma la visione del senatore Ugo da Como l’ha salvato dalla rovina. 

La Rocca di Lonato è stata recuperata e oggi è un complesso monumentale composto dai blocchi chiamati la Rocchetta e il Quartiere generale e da alcuni fabbricati. I due grandi corpi fortificati sono circondati da mura con merlatura guelfa (nonostante la dominazione scaligera e viscontea) e presentano lunghi camminamenti di ronda. All’interno del primo si trova la Casa del Capitano, sede del Museo Civico Ornitologico Gustavo Adolfo Carlotto. Nel secondo è stato costruito un padiglione moderno che ospita eventi di vario tipo.

Fuori dalla cinta difensiva, invece, sorge la Casa del Podestà. L’edificio risale alla metà del XV secolo e dopo un restauro restitutivo è stata abitata da Ugo Da Como e dalla moglie fino agli anni ’40. L’antica dimora è una bellissima “casa museo” e custodisce una preziosa biblioteca con più di 50mila volumi.

6. Il Castello di Moniga (Brescia)

Quello di Moniga non è un vero e proprio castello, ma piuttosto un “ricetto”. Il termine deriva dal latino “receptus”, che significa rifugio o ricovero, e indica una struttura fortificata tipica del Medioevo dove la popolazione del villaggio e delle campagne si riparava in caso di pericolo.

Il castello-ricetto di Moniga sorge su un’altura all’interno del paese omonimo e, proprio per la posizione poco strategica e per il fatto di non essere mai stato abitato da un signore, ha evitato attacchi e assedi distruttivi. Il nucleo originario è stato eretto presumibilmente nel X secolo, ma ha subito diversi rifacimenti in epoca successiva. La fortificazione è stata in gran parte ricostruita tra il XIV e il XV secolo, probabilmente dai pastori e dai contadini che poco alla volta l’hanno occupata in cerca di una sistemazione sicura. 

Pur conservando fondamentalmente l’impianto medievale, il castello-ricetto di Moniga ha subito alcune inevitabili trasformazioni. Il grande mastio dove si apre il portone d’ingresso è diventato una torre campanaria con un orologio, mentre gli antichi cortili interni ospitano un piccolo borgo composto da abitazioni moderne.

7. La Rocca di Riva del Garda (Trento)

C’è un isolotto artificiale davanti a Riva del Garda e lì sorge l’omonima rocca. La fortezza è stata eretta nel 1124 dal principe vescovo di Trento Altemanno, ma ha subito molteplici rifacimenti nel corso dei secoli. Sotto gli Scaligeri, probabilmente, ha assunto un aspetto simile al Castello di Sirmione. Mentre una fonte veneziana documenta l’esistenza di una doppia cinta di mura con due ponti levatoi e un complesso sistema di fortificazioni.

Dopo la fine della dominazione della Serenissima, la rocca è stata usata come residenza e centro amministrativo e militare dal vescovo principe e dal capitano. Poi è stata trasformata in caserma dagli austriaci. Le torri angolari sono state abbassate, l’ala meridionale è stata ricostruita, gli interni sono stati rifatti e sono stati inseriti gli scaloni.

L’aspetto attuale del castello di Riva del Garda è sostanzialmente quello dell’Ottocento ed è “integro” seppure sia il risultato di numerose trasformazioni. L’ultimo intervento – un importante restauro – risale alla metà del secolo scorso ed è stato effettuato per rendere la rocca idonea a ospitare la sede principale del Museo Alto Garda (MAG).

L’allestimento nella fortezza comprende una pinacoteca (con opere di Pietro Ricchi, Vincenzo Vela e Francesco Hayez), una sezione dedicata all’archeologia, un’altra alla storia del territorio e uno spazio laboratorio per i bambini e le famiglie (INvento). La sede della MAG nella rocca ospita anche numerose mostre temporanee.

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