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Italia nascosta: 10 tesori sotterranei da scoprire

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L’Italia è un museo a cielo aperto, ma il suo patrimonio storico e artistico non è tutto alla luce del sole. Sotto le metropoli e i borghi del Belpaese si celano vestigia del passato (remoto e recente), architetture inaspettate, audaci opere d’ingegneria e vere e proprie città sotterranee.

Roma sorge su una stratificazione di luoghi e monumenti che racconta secoli di storia (in gran parte ancora da scoprire). E pure Torino, Milano, Napoli e Palermo custodiscono nel sottosuolo testimonianze che spaziano dall’epoca paleocristiana all’età moderna.

Ma tesori sorprendenti si nascondono anche tra le colline delle Langhe e nel cuore della Toscana e dell’Umbria. Le “cattedrali sotterranee” di Canelli, il leggendario “labirinto di Porsenna” a Chiusi e il Pozzo di San Patrizio di Orvieto sono esempi dell’ingegno e dell’abilità costruttrice dell’uomo, oltre che posti pieni di fascino.

Qui trovate 10 luoghi da scoprire sotto le città d’Italia, in un viaggio diverso dal solito tra i monumenti e la storia del Belpaese.

1. Gallerie della Cittadella di Torino (Piemonte)

È difficile fare ordine tra realtà e leggenda, ma è certo che sotto Torino esiste una fitta rete di tunnel e cunicoli che servivano a scopi diversi. Le gallerie della Cittadella avevano una funzione strategica e sono passate alla storia per l’atto di eroismo compiuto da Pietro Micca nel 1706.

L’esercito francese stringeva d’assedio la città e una guarnigione di granatieri era riuscita a penetrare nei sotterranei della fortezza. Il soldato piemontese era di guardia nei tunnel e si è sacrificato per fare brillare una carica di esplosivo e fermare l’avanzata dei nemici.

La storia dell’eroe sabaudo e dell’assedio di Torino sono raccontati nel Museo Pietro Micca e dai locali espositivi è possibile accedere alle gallerie della Cittadella. I passaggi sotterranei sono percorribili per 9 km (su 14 km totali) e possono essere esplorati (in parte) con le visite guidate dell’Associazione amici del Museo Pietro Micca.

Le gallerie della Cittadella sono comprese anche in un tour alla scoperta di “Torino sotterranea” che include altri luoghi celebri del sottosuolo della città, come le regie ghiacciaie di Porta Palazzo e gli “infernotti” (una sorta di cantina tipica del Piemonte).

2. Cattedrali sotterranee di Canelli (Piemonte)

L’atmosfera solenne è la stessa delle grandi chiese d’Italia e d’Europa ed è per questo che le antiche cantine che si trovano nel sottosuolo di Canelli sono chiamate “cattedrali sotterranee”. Sotto la cittadina tra le Langhe e il Monferrato c’è un vero e proprio dedalo di gallerie che si sviluppa per oltre 20 km e a più di 30 m di profondità. 

Le antiche cantine di Canelli sono state scavate nel tufo delle colline tra il Cinquecento e l’Ottocento e hanno un ruolo chiave nell’affinamento dei vini pregiati che sono prodotti nella zona. Le cattedrali sotterranee sono state proclamate Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO e sono aperte al pubblico.

Le cantine che possono essere visitate sono quelle delle storiche case vinicole Bosco, Coppo, Contratto e Gancia. I tour sono di diverso tipo (solitamente con degustazione finale) e per tutti è richiesta la prenotazione.

3. Il complesso episcopale di Milano (Lombardia)

Milano ha una storia millenaria e nel sottosuolo custodisce numerose testimonianze del passato della città. Il “complesso episcopale” racconta le origini della cristianità nell’antica Mediolanum e si trova nella zona del Duomo.

La parte più estesa corrisponde all’Area archeologica sotto l’imponente cattedrale meneghina e comprende i resti del Battistero di San Giovanni alle Fonti e della Basilica di Santa Tecla. 

Il fonte battesimale è stato il primo a pianta ottagonale della cristianità e in esso Sant’Ambrogio ha battezzato Sant’Agostino la vigilia di Pasqua del 387 d.C. La cattedrale era la “basilica maior” del complesso episcopale e veniva utilizzata nei mesi estivi. Della grande chiesa rimangono pochi elementi e un’ulteriore parte della navata centrale si trova nel mezzanino della stazione della metropolitana della Linea 1.

Nell’Area archeologica del Duomo sono conservate anche diverse tombe, mentre sotto alla sacrestia settentrionale della cattedrale sono visibili i resti del Battistero di Santo Stefano alle Fonti. 

4. Bottini di Siena (Toscana)

A Siena non scorre nessun fiume, ma l’acqua non è mai mancata. A garantire l’approvvigionamento idrico nell’antichità era un acquedotto sotterraneo formato da una rete di gallerie lunga all’incirca 25 km. Le condotte nel sottosuolo si chiamano “bottini” (probabilmente dal soffitto a botte) e raccolgono l’acqua che si infiltra nel terreno in un canale chiamato “gorello”.

Le gallerie più antiche sono di epoca etrusca, ma la rete ha iniziato a essere scavata in maniera sistematica a partire dall’XI secolo. I bottini sono citati per la prima volta in un documento del 1226 e sono stati l’unica fonte di approvvigionamento idrico per Siena fino alla costruzione del moderno acquedotto nel 1914.

Le antiche condotte nel sottosuolo continuano a funzionare e portano l’acqua alle fonti storiche della città. I bottini di Fonte Gaia (uno dei principali, insieme a quello di Fontebranda) e di Fontenuova sono aperti al pubblico e possono essere esplorati con una visita guidata. 

5. Labirinto di Porsenna a Chiusi (Toscana)

La leggenda racconta che sotto a Chiusi si trova un labirinto con la tomba del re etrusco Porsenna. Plinio il Vecchio ha scritto che il sovrano è stato sepolto in un cocchio d’oro trainato da quattro cavalli (qualcuno dice dodici) e circondato da una chioccia e migliaia di pulcini anch’essi d’oro. 

Il favoloso tesoro non è mai stato trovato, ma il labirinto sì. Almeno, così sostiene chi crede alla leggenda. In realtà, la rete di cunicoli che corre sotto a Chiusi è probabilmente un antico sistema per l’approvvigionamento e lo smaltimento dell’acqua scavato dagli etruschi.

Le gallerie sono in parte aperte al pubblico e possono essere esplorate attraverso due diversi percorsi di visita. L’itinerario del Museo della cattedrale spazia dalle profondità del sottosuolo alla sommità della torre campanaria. Quello del Museo civico “La città sotterranea” ricostruisce la storia del labirinto e del territorio e si conclude in una serie di cunicoli che ospitano un allestimento dedicato all’epigrafia funeraria etrusca.  

6. Pozzo di San Patrizio di Orvieto (Umbria)

Il nome fa riferimento alla caverna senza fondo che nella leggenda era la porta d’accesso all’aldilà ed era il luogo di preghiera preferito dal santo irlandese. Ma il pozzo di San Patrizio a Orvieto è stato scavato per una ragione che non c’entra con la religione. Anche se a costruirlo è stato papa Clemente VII (nel 1527).

Dopo essere sfuggito al “sacco di Roma” e avere trovato rifugio nella città in Umbria, il pontefice ha ordinato all’architetto Antonio da Sangallo il Giovane di realizzare una struttura che garantisse l’approvvigionamento idrico all’abitato in caso di assedio o calamità. 

Il pozzo scavato vicino alla Fortezza dell’Albornoz (e per questo all’inizio chiamato “pozzo della rocca”) affonda per 54 m nelle viscere di Orvieto ed è una sorta di torre sotterranea a pianta circolare larga 13 m. La struttura è percorsa da due scalinate elicoidali scandite da 248 gradini e riceve luce da 72 grandi finestre. 

Una delle caratteristiche peculiari del pozzo di San Patrizio è che le due rampe di scale non si incontrano mai. Questa brillante soluzione progettuale permetteva a chi scendeva per prendere l’acqua di non intralciare chi risaliva (e viceversa). L’unico collegamento tra le scale era (ed è ancora) un piccolo ponte sospeso sopra il fondo del pozzo. 

7. Rocca Paolina di Perugia (Umbria)

La Rocca Paolina è stata voluta da papa Paolo III per affermare la supremazia dello Stato Pontificio su Perugia dopo la vittoria nella “guerra del sale” nel 1540. Sempre odiata dal popolo, è stata abbattuta dopo l’annessione della città al Regno d’Italia. 

Ma l’imponente fortezza formata da un corpo principale (il Palazzo Papale) e da un avamposto (la “Tenaglia”) collegati da un camminamento fortificato (il “Corridore”) non è andata completamente distrutta. Una lunga campagna di scavi iniziata nel 1932 ha portato alla luce i sotterranei del Palazzo Papale, che sono una vera e propria città con case, torri, vie, vicoli e cortili. 

La presenza di un agglomerato urbano sotto la rocca è dovuta al fatto che la fortezza è stata costruita “inglobando” gran parte dell’abitato della zona sud di Perugia (e demolendo il Borgo di Santa Giuliana e le case della famiglia che aveva guidato la città contro lo Stato Pontificio).

Gli spazi della Rocca Paolina sono aperti al pubblico e possono essere visitati gratuitamente. Durante l’anno ospitano diversi eventi e l’accesso è facilitato da un servizio di scale mobili. 

8. Roma sotterranea (Lazio)

Elencare tutti i tesori custoditi nel sottosuolo di Roma è impossibile. Ma questo non significa che debbano essere ignorati. La capitale è una “città stratificata” e sottoterra conserva un patrimonio storico e artistico uguale (e forse superiore) a quello che esiste in superficie.

La Domus aurea – la villa urbana costruita da Nerone dopo il grande incendio del 64 d.C. – è probabilmente uno dei “tesori sotterranei” più spettacolari di Roma. Ma pure le catacombe delle comunità ebraica e cristiana (un sistema di oltre 150 km), le terme di Caracalla, il “Vicus caprarius” o “Città dell’acqua” che si sviluppa sotto il rione Trevi e il mitreo di Circo Massimo sono luoghi di grande fascino.

Roma conserva nel sottosuolo anche testimonianze storiche di epoca più recente, ma ugualmente suggestive. Il bunker dei Savoia a Villa Ada e il bunker di Mussolini a Villa Torlonia sono stati costruiti tra il 1942 e il 1943 e offrono uno sguardo inedito sulla Seconda Guerra Mondiale e i suoi protagonisti.

9. Galleria borbonica di Napoli (Campania)

Dalle catacombe agli ipogei ellenistici, fino ai rifugi antiaerei, Napoli è una città piena di luoghi sotterranei da scoprire. La Galleria borbonica è uno dei più recenti, ma anche suggestivi.

Il lungo tunnel corre tra piazza della Reggia e largo della Vittoria ed è stato commissionato nel 1853 all’architetto Arrico Alvino da Ferdinando II di Borbone. Il re voleva una via di fuga per sé e la sua famiglia e un passaggio dal quale il Palazzo Reale potesse essere raggiunto in fretta dai soldati delle caserme di Chiaia.

Lo scavo della galleria ha incontrato diversi ostacoli, superati con alcune soluzioni all’avanguardia come due ponti sotterranei. Tuttavia, nuovi problemi hanno impedito che il progetto fosse portato a termine. Il tunnel è stato abbandonato, ma durante la Seconda Guerra Mondiale è diventato un rifugio antiaereo.

Negli anni ’70 è stato adibito a deposito giudiziario ed è stato usato come discarica abusiva, fino a che è stato riscoperto nel 2005. Dopo lunghi interventi di ripristino, è stato aperto al pubblico nel 2010 e può essere esplorato con diversi percorsi di visita.

10. Catacombe dei cappuccini di Palermo (Sicilia)

Sotto alla Chiesa di Santa Maria della Pace di Palermo sono conservate più di 8mila mummie. All’inizio, le “catacombe dei cappuccini” erano il cimitero dei frati che vivevano nel vicino convento. Ma nel corso dei secoli hanno finito con l’accogliere migliaia di persone e sono diventate una sorta di “museo della morte”.

Per essere sepolti nelle catacombe era necessario pagare le spese del processo di imbalsamazione e fare consistenti donazioni. Per questa ragione, oltre ai frati dell’ordine e ad altri religiosi, la maggior parte delle mummie è di nobili, ricchi borghesi e personaggi illustri.

I corpi vestiti di tutto punto sono esposti in nicchie e sono divisi per sesso e categoria sociale. La mummia più antica risale al 1599 ed è di frate Silvestro da Gubbio, mentre la più recente è di una bambina di 2 anni. La piccola Rosalia Lombardo è stata imbalsamata nel 1920 ed è chiamata la “Bella addormentata” perché sembra che stia dormendo.

Per informazioni aggiornate sull’apertura e le modalità di accesso delle catacombe dei cappuccini di Palermo è consigliabile consultare il sito ufficiale.

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