Basta nominarla per pensare subito a Torino. La Mole Antonelliana è l’edificio simbolo del capoluogo piemontese, ma lo è diventato in modo rocambolesco. Nel progetto originale, la struttura era “monca” e aveva un’altezza di una cinquantina di metri (mentre ora è più del triplo). Non solo. Quella che oggi è una costruzione pubblica e laica, in principio era una sinagoga. O per meglio dire: avrebbe dovuto esserlo.
La comunità ebraica di Torino ha commissionato ad Alessandro Antonelli la costruzione del nuovo tempio israelitico, ma ha finito per entrare in contrasto con l’architetto e si è chiamata fuori dal progetto. Per fortuna, però, l’opera non è stata abbandonata: il comune se n’è fatto carico e i lavori sono proseguiti fino al suo completamento. Impresa che è stata tutt’altro che facile.
Tra continue modifiche e aggiunte al disegno di partenza, problemi strutturali e catastrofici eventi naturali, c’è voluto praticamente un secolo perché l’edificio fosse terminato e completo. Ma l’attesa è valsa la pena. La Mole Antonelliana – nel cui nome c’è un omaggio al suo progettista, ma anche alla sua imponenza – ha conquistato (e perduto) record ed è considerata di diritto uno dei capolavori dell’arte e della cultura italiana. Al punto di guadagnarsi un posto sugli euro e… di diventare “il Gronchi Rosa della numismatica”.
Ma non è finita qui. L’edificio simbolo di Torino ospita uno dei più importanti musei del cinema del Belpaese ed è protagonista di varie produzioni per il piccolo e grande schermo.
Se la sua storia vi incuriosisce e volete saperne di più, qui trovate sette cose da conoscere sulla Mole Antonelliana!