Quando Il nome della rosa è uscito al cinema nel 1986, la Sacra di San Michele è diventata all’improvviso molto popolare. Ma il legame che c’è tra il film e l’abbazia non è quello che credono molti. Nel complesso sul Monte Pirchiriano non è stato allestito alcun set. La pellicola basata sul capolavoro di Umberto Eco è stata girata tra gli studi di Cinecittà, Fiano Romano e l’abbazia di Eberbach in Germania.
A spiegare il perché è stato lo stesso scrittore in una lettera invita nel 1995 a padre Antonio Salvatori, per lungo tempo rettore della Sacra di San Michele:
“L’ultima volta l'avevo visitata col regista de Il nome della rosa, che inizialmente pensava di girare là le scene principali. Poi l’idea è stata abbandonata, perché ho imparato che per un produttore cinematografico è meno dispendioso ricostruire un monastero vicino a una grande città che spostare l’intera troupe per mesi sulle montagne”.
L’abbazia non è arrivata a Hollywood per questioni di budget, ma è ben presente nel libro di Umberto Eco. Lo scrittore si è ispirato al monastero in Val Susa per dare forma a quello benedettino dove si svolge la storia e la descrizione che il novizio Adso de Melk fa all’inizio del romanzo è straordinariamente evocativa:
“Come ci inerpicavamo per il sentiero scosceso che si snodava intorno al monte, vidi l’abbazia. Non mi stupirono di essa le mura che la cingevano da ogni lato, […] ma la mole di quello che poi appresi essere l’Edificio. Dal basso sembrava che la roccia si prolungasse verso il cielo […] e diventasse a un certo punto opera dei giganti”.
Nella misteriosa abbazia de Il nome della rosa ci sono tracce anche di altri grandi monumenti del patrimonio del Belpaese. La biblioteca a pianta ottagonale è ispirata all’inconfondibile profilo di Castel del Monte in Puglia, mentre lo scriptorium dove Adso e il suo mentore Guglielmo da Baskerville conoscono i copisti è un omaggio all’abbazia di San Colombano a Bobbio.
6. In cammino alla Sacra di San Michele