Ti sei mai chiesto se fosse possibile percorrere l'Europa a piedi? Hai mai sentito il bisogno di evadere dalla frenesia della vita quotidiana riscoprendo i ritmi della natura e del tuo corpo? Qualche amico ti ha nominato la Via Francigena e ti piacerebbe saperne di più? Qui troverai informazioni e consigli utili per intraprendere uno dei cammini più antichi e suggestivi d'Europa.
La Via Francigena (“strada originata dalla Francia”) si estende da Canterbury a Roma, per un totale di circa 1800 km: partendo dall’Inghilterra, attraversa Francia, Svizzera ed Italia ripercorrendo una delle tre peregrinationes majores medioevali (la Via Francigena o Francisca o Romea, il cammino diretto in Terra Santa e quello di Santiago de Compostela), il cui tratto italiano rappresentava uno snodo centrale. Molti pellegrini infatti, giunti a Roma, proseguivano lungo la Via Appia fino alla Puglia, dove si imbarcavano alla volta di Gerusalemme; altri, al contrario, la percorrevano da sud a nord diretti verso la Spagna, passando per Luni o dal Moncenisio.
Qualche cenno storico sulla Via Francigena
La prima citazione di questo percorso si trova in un documento dell’876 d.C. rinvenuto nell’Abbazia di San Salvatore presso il Monte Amiata, con il quale i monaci diedero in affitto un terreno della Val d’Orcia il cui fossato confinava, appunto, con la Via Francigena.
La testimonianza che rese celebre il cammino, tuttavia, fu quella dell’arcivescovo Sigerico, che nel 990 lo percorse in 79 giorni di ritorno dalla città eterna. Consacrato arcivescovo, si era recato a Roma per ricevere il pallio arcivescovile da Papa Giovanni XV; egli non fu certamente il primo pellegrino a compiere questo viaggio, ma ciò che contraddistingue il cammino di Sigerico da quello di tutti gli altri è il suo diario, testimonianza pervenuta fino a noi. Le tappe del percorso sono state trascritte da mano ignota in appendice a un elenco di papi del X secolo, attualmente conservato nella British Library di Londra.
Il percorso, oggi, segue in gran parte le orme di Sigerico, la cui via non è l’unica a collegare il nord Europa alla città santa, ma è sicuramente la più diretta e frequentata. Sarebbe inutile ricercare il tracciato originario della Via: essa infatti, più che una strada vera e propria, era una traccia di terra battuta, modificata nel corso dei secoli da eventi naturali e lastricata solo in corrispondenza dei centri abitati. È possibile però ritrovare le principali tappe toccate storicamente dai viandanti, le stesse del viaggio di Sigerico.
L’origine del tracciato della Via è di epoca precedente a Sigerico: intorno al VII secolo, infatti, i Longobardi, che contendevano il territorio italiano ai Bizantini, necessitavano di un collegamento sicuro tra Pavia e i ducati del sud Italia. Tale itinerario, detto Via di Monte Bardone, valicava l’Appennino all’altezza del Passo della Cisa, attraversando la Valle del Magra e Lucca, proseguendo verso la Val d’Elsa e Siena, Val d’Arbia e Val d’Orcia, giungendo in Lazio e congiungendosi infine alla Cassia. Quando la dominazione Longobarda lasciò il posto a quella dei Franchi, la strada cambiò il nome in Via Francigena e divenne il principale asse di collegamento tra nord e sud dell’Europa per mercanti, eserciti e pellegrini. Essa rappresentò non solo un fondamentale canale di comunicazione e di commercio, ma anche uno dei fattori determinanti dell’unità culturale europea, nonché motore dello sviluppo di numerosi centri lungo il percorso.
L’importanza della Via per i pellegrini crebbe notevolmente nell’arco del medioevo, fin verso la fine del XIII secolo, periodo in cui si svilupparono numerosi tracciati alternativi: diramandosi, tuttavia, la Via storica perse rilievo e divenne, nei secoli, sempre più secondaria.
La sua riscoperta, nel XX secolo, ha seguito quella del Cammino di Santiago, riportato in auge negli anni Settanta. È cambiata però la sua essenza: la Via non è più oggi un canale di rilievo per comunicazioni e commerci, ma viene valorizzata nella sua identità di cammino antico, da percorrere a piedi o in bicicletta, in contrapposizione alle strade ordinarie per le automobili, che incarnano piuttosto uno stile di vita frenetico e distratto. La Via, in Italia, ha permesso ai viandanti di entrare in contatto con aree rurali dalla bellezza mozzafiato e tesori enogastronomici lontani dai principali centri urbani e turistici.
La Via Francigena in Italia: i paesaggi
La Via in Italia, lunga circa 1000 km per un totale di 45 tappe, si inserisce in paesaggi di rara bellezza, che variano gradualmente sotto gli occhi del viandante allo stesso modo in cui cambiano gli accenti e i dialetti che giungono alle sue orecchie.
I paesaggi alpini del Gran San Bernardo lasciano pian piano il posto alle colline piemontesi e poi alla Pianura Padana, con le sue cascine ed i campi coltivati a perdita d’occhio. Quindi il dislivello riprende, ora alla volta dell’Appennino, che si valica all’altezza del Passo della Cisa. La macchia mediterranea e la vegetazione dell’entroterra ligure, che si diradano occasionalmente alla presenza di piccoli borghi antichi e caratteristici, cedono gradualmente il passo ai meravigliosi panorami toscani: si arriva in Val d’Elsa e in Val d’Orcia, dove i dolci pendii coltivati ricordano quasi le dune del deserto, alle prime luci dell’alba.
Cammina, cammina, si attraversa il confine con il Lazio, dove la natura si fa più selvaggia e gli ordinati cipressi ed i vigneti lasciano il posto a tratti boscosi e verdeggianti. Dalla parlata degli ospiti e dei passanti, si intuisce che la meta è vicina: infine, la Cupola si mostra dalla cima del Monte Mario in tutto il suo splendore ed il viandante non può che fermarsi pieno di gioia e di stupore ad ammirare la bellezza della Città Eterna.
Le tappe italiane in breve
Il primo tratto in Italia, approssimativamente dal Gran San Bernardo a Ivrea (6 tappe), valica le Alpi ed è perciò piuttosto impegnativo per i dislivelli. Il percorso tuttavia rimane fattibile anche da parte del viandante non molto allenato, in quanto le tappe sono mediamente brevi, con l’esclusione di Aosta-Chatillon (27.7 km).
All’ingresso in Piemonte i rilievi si addolciscono e, tra Santhià e Vercelli, il territorio si fa pianeggiante. Se dunque il percorso si fa meno impegnativo per quanto riguarda i saliscendi, è anche vero che sono disponibili molte meno fonti d’acqua: occorre rifornirsi nei centri abitati per non rischiare di rimanere a secco nei lunghi tratti in campagna. Il cammino attraversa la Pianura Padana e le campagne piacentine ed i centri abitati che si incontrano lungo la strada sono ricchi di storia medievale: la sola città di Pavia, ad esempio, meriterebbe un’intera giornata per la visita di chiese antiche come la basilica di San Michele, dove nel 1155 fu incoronato Federico Barbarossa, o la basilica di San Pietro in Ciel d’Oro, che custodisce le spoglie di Sant’Agostino, Severino Boezio e Re Liutprando.
Raggiunta la città di Fidenza (tappa 18), i saliscendi riprendono alla volta dell’Appennino: le colline cedono rapidamente il passo a salite più impegnative fino a raggiungere il Passo della Cisa, 1041 metri s.l.m., che separa l’Appennino Ligure dall’Appennino Tosco Emiliano.
Siamo finalmente in Toscana, regione che verrà attraversata in 15 tappe: in questo tratto, di sublime bellezza e forse uno dei più suggestivi del cammino, il viandante avrà l’occasione non solo di visitare i gioielli dell’architettura e dell’arte italiana (da Siena a San Gimignano, da Lucca a San Miniato), ma anche di assaporare specialità campagnole e di godere dell’ospitalità locale, molto amichevole e aperta nei confronti dei pellegrini. Il tratto toscano si chiude in bellezza con la tappa 36, San Quirico d’Orcia – Radicofani, la più impegnativa di questo tratto per via della lunghezza (32.2 km), del dislivello (908 m in salita, 532 in discesa) e della stanchezza accumulata nei giorni precedenti, ma senz’altro una delle più incantevoli, insieme a quella successiva, Radicofani – Acquapendente, che si immette finalmente in Lazio.
Nell’ultimo tratto, da Acquapendente a Roma (8 tappe), il territorio collinare e campagnolo lascia spazio a perle poco conosciute come il borgo di Sutri, con il suo anfiteatro scavato nel tufo e, poco lontano, al Parco di Veio e alle cascate di Monte Gelato. Ormai la meta è vicina e, sebbene l’ultima tappa attraversi la periferia di Roma, l’emozione della prima vista della Basilica e della discesa verso Piazza San Pietro ripagheranno ogni sforzo.
Da Roma è possibile poi proseguire alla volta di Bari e Brindisi, in circa 32 tappe.
Quanto costa percorrere la Via Francigena?
Ecco alcuni consigli ed informazioni utili per farti un’idea sul costo complessivo del cammino. Gli elementi che lo compongono infatti, escluse le spese per il raggiungimento della tappa di partenza, sono essenzialmente quelle per cibo, alloggi e materiale da portare con sé.
1. Gli alloggi
Il cammino è sicuramente un’esperienza molto diversa dagli altri tipi di vacanza, in quanto richiede una discreta dose di forza di volontà e adattabilità: molti viandanti, i pellegrini veri e propri, la percorrono spinti da esigenze di tipo spirituale ed alcuni addirittura si affidano interamente alla “provvidenza” nella ricerca di alloggi e ristoro. La maggior parte dei viaggiatori, tuttavia, lungi da un’eccessiva austerità nell’affrontare il cammino, ricercano accoglienze ed alloggi più o meno poveri, a seconda di tempo di percorrenza, budget, necessità e preferenze nel livello di comodità una volta giunti al punto tappa.
Per quanto riguarda gli alloggi, dunque, è bene considerare che ci sono due tipi di servizi lungo la Via: le accoglienze turistiche e quelle pellegrine. Le prime sono costituite da hotel, b&b, agriturismi e case vacanze situati lungo il percorso; le seconde offrono invece un servizio più spartano, per lo più in strutture gestite da religiosi o confraternite laiche. Nel primo caso, il prezzo può andare dai 15 ai 30 euro a notte: spesso tali strutture sono convenzionate con le associazioni che gestiscono la via Francigena (AEVF in primis) ed offrono ai viandanti servizi di qualità a prezzi agevolati. L’accoglienza pellegrina vera e propria si aggira invece, solitamente, intorno ai 10 euro per il solo alloggio, tra i 10 e i 20 se viene offerta anche la cena e/o la colazione, ma molte di queste strutture richiedono solo un donativo da parte del pellegrino.
Le agevolazioni sono generalmente subordinate alla presentazione, da parte del viaggiatore, di una Credenziale: si tratta di un documento reperibile gratuitamente o per pochi euro in qualsiasi ufficio del turismo dei punti tappa della Via Francigena e che, timbrato ad ogni sosta, rappresenta la prova dello status di pellegrino. Per chi lo volesse, inoltre, una volta raggiunta Piazza San Pietro è possibile richiedere il Testimonium del pellegrinaggio, qualora la credenziale attestasse di aver percorso almeno gli ultimi 100 km a piedi o gli ultimi 200 in bici. Lo si può richiedere presso l’ufficio di Opera Romana Pellegrinaggi in piazza San Pietro (piazza Pio XII, 9), agli Uffici della Canonica di San Pietro, che si trovano all'ingresso Petriano in piazza S. Uffizio, oppure presso il servizio di accoglienza dei pellegrini Ad Limina Petri presso il Centro San Lorenzo di via Pfeiffer 24.
2. Cosa portare con sé
Per quanto riguarda invece il materiale, il costo cambia a seconda che il cammino sia percorso a piedi o in bicicletta (o eventualmente a cavallo) e in estate o inverno. È consigliabile intraprendere il viaggio nei mesi tra marzo e ottobre: nei rimanenti infatti le temperature rigide potrebbero mettere a dura prova il fisico del viaggiatore, compromettere panorami altrimenti incantevoli e rendere necessario l’acquisto di capi d’abbigliamento aggiuntivi, che inoltre costituirebbero pesi aggiuntivi nello zaino. Per chi percorre la Via in bici, si aggiungono poi i costi del materiale ciclistico (bicicletta, occorrente per la manutenzione e bagaglio da sistemare sul mezzo).
Nel caso di un viaggio a piedi, occorre considerare l’acquisto di uno zaino da 50 o 60 litri (disponibili di discreta qualità a partire da 30-40 euro) e di materiale tecnico, consigliato soprattutto per le magliette, che dovranno essere lavate tutti i giorni ed è dunque bene che si asciughino rapidamente. Lungo la Via Francigena, come del resto in altri cammini molto popolari (cfr. Santiago), è facile trovare alloggio e ospitalità, dunque non è necessario portarsi l’occorrente per il campeggio (anche se un sacco a pelo e/o un materassino potrebbero talvolta rivelarsi molto utili). Sono consigliati, invece, un sacco lenzuolo, torcia, bacchette, un cappello a tesa larga, sapone di Marsiglia per corpo e vestiti, scarpe da trekking comode (non indossate per la prima volta il giorno della partenza: le vesciche si formeranno comunque, ma se inoltre le scarpe non sono ancora adattate alla forma del piede, il disagio è assicurato!), l’occorrente per medicare i piedi (cerotti, disinfettante, ago e filo di cotone e medicinali vari) e crema all’arnica per i crampi.
Qualche consiglio pratico prima della partenza
La Via Francigena non è un percorso tecnicamente difficile: esclusi i tratti montani del nord Italia, le difficoltà rappresentate dal cammino non sono tanto date dai dislivelli, come i trekking in montagna, quanto piuttosto dalla lunghezza delle tappe e dalla continuità dello sforzo fisico, oltre che dal calore nei mesi estivi (si consiglia per questo di partire prima dell’alba, per evitare le ore centrali ed essere in tappa per pranzo, con l’intero pomeriggio libero per riposarsi ed esplorare la zona) e dalla scarsità d’acqua in molte tappe. La buona notizia, però, è che la resistenza è una delle qualità che più possono migliorare grazie all’allenamento!
È buona norma, quindi, anche se non strettamente necessario, nei weekend precedenti alla partenza, allenarsi facendo qualche passeggiata con uno zaino sulle spalle: sarà il vostro compagno di viaggio per giorni, quindi è bene cominciare a prendere confidenza con questo tipo di bagaglio e di attività fisica.
Foto di Alessandra Burini