Siamo nella maremma grossetana, dove i due nastri di terra che racchiudono la laguna di Orbetello, il tombolo della Giannella e il tombolo di Feniglia, si protendono nel mare a formare un promontorio roccioso.
A fare da contrappunto ai vasti arenili sabbiosi dei tomboli, la costa del promontorio è invece movimentata, frastagliata e ricca di insenature, baie e calette: siamo nel cuore della costa d’Argento, che dai monti dell’Uccellina si spinge fino ai confini con il Lazio.
Di fronte a Monte Argentario si staglia l’isola del Giglio: anche qui troviamo una costa impervia e scoscesa, anche qui insenature, baie e calette caratterizzano l’approccio al mare, ma alcune spiagge più ampie hanno reso l’isola apprezzata anche dagli amanti della sabbia.
Sulla terraferma segnaliamo l’Oasi Wwf della Laguna di Orbetello, con tre sentieri didattici che illustrano la flora e la fauna dell’ambiente lagunare.
Il mare tra spiagge e rocce
Il promontorio costituisce il comune sparso di Monte Argentario, con le frazioni di Porto Santo Stefano e Porto Ercole, un tempo porti di pescatori oggi mondane località turistiche, ad attirare le maggiori presenze.
Di là dal mare l’isola del Giglio, seconda isola dell’Arcipelago Toscano per grandezza, offre al visitatore paesaggi verdi di vigne sugli antichi terrazzamenti a strapiombo sul mare, una costa movimentata e un entroterra completamente montuoso. Le due località balneari dell’isola, Giglio Porto e Giglio Campese, hanno belle spiagge e sono dotate di attrezzature e strutture per l’ospitalità ; la rete sentieristica rende il Giglio il luogo ideale per un soggiorno che unisce il desiderio di una vacanza balneare e salutari passeggiate. A sud del Giglio, la più meridionale delle isole dell’arcipelago, Giannutri, vanta uno sviluppo costiero di 11 km, impressionante se si pensa che l’isola è larga appena 500 m; coste alte e frastagliate e numerose grotte sono la sua caratteristica principale. L’isola è privata e si può visitare solo con permessi giornalieri.
Isole saldate alla terraferma
Anticamente i monti dell’Uccellina erano un’isola, poi inglobati dalla piana alluvionale dell’Ombrone, fiume prodigo di sabbie come la maggior parte dei corsi che hanno gradualmente incorporato nella terraferma il Monte Argentario, la cui natura isolana è ancora ben evidente. I due sottili tomboli di sabbia che collegano alla terraferma il Monte Argentario creano un netto e affascinante contrasto tra le pareti rocciose e selvagge del monte Telegrafo, coperte dalla macchia mediterranea, e la laguna immobile, il canneto silenzioso dove nidificano le garzette e gli aironi.
Le localitÃ
Isola del Giglio
Verde di lecci e di macchia, l’isola del Giglio ha due volti turistici: affollato di attrezzature alberghiere e balneari quello della costa nord, solitario e quasi incontaminato quello del litorale sud, dove però non è agevole l’accesso al mare se non si dispone di un’imbarcazione. Situata a 8 miglia marine dall’Argentario, si presenta montuosa con una costa movimentata e a tratti impervia, ricoperta dalla vegetazione, in particolare la macchia mediterranea, che si alterna alla roccia e alle antiche coltivazioni di vite e ulivo. È proprio la natura incontaminata, unita alla diversificata offerta turistica e mondana, a renderla una meta ambita per un soggiorno di mare, di divertimento o di natura attiva. Giglio Porto è il centro più frequentato, alla moda e ricco di negozi; Giglio Castello è l’affascinante borgo antico; Giglio Campese è invece una moderna stazione balneare, adatta alle famiglie per l’ampia insenatura sabbiosa.
Magliano in Toscana
Interessante borgo murato a sviluppo longitudinale e di regolare impianto, si attesta sul crinale di un colle a ulivi con bei panorami fino ai monti dell’Uccellina e all’Argentario. Appena fuori dall’abitato si scorgono isolati nella campagna i grandiosi ruderi della chiesa di S. Bruzio (S. Tiburzio), di arditissime linee romaniche lombarde, iniziata intorno al Mille dai Camaldolesi e terminata forse verso la fine del XII secolo. Proseguendo verso l’interno non può mancare una visita a Saturnia, località termale tra le più rinomate della penisola. Un raffinato ed esclusivo grande albergo ricavato da una villa in travertino è il luogo ideale per ritemprarsi nello spirito e soprattutto nel corpo, ritrovando il benessere in un ambiente dotato di ogni comfort. Ma gli appassionati dei bagni termali possono immergersi anche nella sorgente formata dalle cascate del Molino, salti d’acqua sulfurea che arrivano in un’unica grande vasca tra spruzzi e nubi di vapore acqueo, alla temperatura costante di 37,5 °C in ogni stagione dell’anno, e dove è possibile bagnarsi anche di notte.
Orbetello
È all’ora del tramonto, quando il sole a specchio sulle acque annulla il tenue profilo costiero e la mole rocciosa e frastagliata dell’Argentario sembra emergere lentamente dalla laguna, che Orbetello emana tutto il suo fascino. Chiusa dal tombolo della Giannella a nord e da quello della Feniglia a sud, più antico e coperto da una magnifica pineta (riserva forestale), la laguna è un comprensorio di eccezionale interesse naturalistico, con stagni secondari, canneti, isolotti coperti di macchia mediterranea, dove nidificano numerose specie di uccelli stanziali e migratori. La cittadina si raccoglie sulla sottile lingua di terra protesa nel mezzo della laguna, entro i resti delle mura etrusche e le più conservate strutture fortificate senesi e spagnole. La polveriera Guzman, costruita nel 1692 e splendido esempio di architettura fortificata spagnola, è sede del Museo archeologico. Vi spicca il frontone del tempio di Talamone, celebre altorilievo proveniente dall’antichissimo tempio del poggio di Talamonaccio, che racconta il mito dei Sette a Tebe.
Monte Argentario
Collegato alla terraferma dai due tomboli sabbiosi della Giannella e della Feniglia, che racchiudono la laguna di Orbetello, Monte Argentario è un promontorio di natura calcarea caratterizzato da un eccezionale ambiente naturale dove ulivi, piante da frutto, agrumi e vigne inframezzano la macchia mediterranea e da suggestive falesie e scogliere a picco sul mare, che regalano splendidi scenari marini.
Nel passato vi si insediarono fenici, etruschi e romani, poi nel medioevo fu degli Aldobrandeschi, degli Orsini e della Repubblica senese. Lungo un perimetro di circa 30 km di costa, le opportunità sono molteplici: stabilimenti balneari con bar e ristoranti affacciati sul mare, calette e spiagge prevalentemente ghiaiose e zone costantemente ventilate, ideali per gli amanti degli sport velici. Oggi l’Argentario è un frequentato luogo di villeggiatura costellato di ville e villette immerse nel verde, proliferate in particolare tra le località di Porto Ercole, Santa Liberata e Porto Santo Stefano. Quest’ultimo, antico porto di pescatori, adagiato in un’insenatura del versante nord, è oggi una frequentata e prestigiosa stazione balneare.
Il lungomare raggiunge il piazzale dei Rioni da dove si sale alla dominante Fortezza spagnola (1563), un imponente complesso a pianta quadrangolare sede delle mostre permanenti Maestri d’Ascia e Memorie sommerse. Lungo la costa alta e scoscesa, non mancano sia piccole spiagge raggiungibili dall’abitato sia splendide calette e insenature alle quali si arriva dal mare o con sentieri più o meno impegnativi.
Capalbio
La fama di cui gode è legata soprattutto alla sua scoperta e frequentazione, a partire dagli anni Ottanta del secolo scorso, da parte di numerosi personaggi del mondo della politica, della cultura e dello spettacolo. La località è adagiata sulle alture di fronte al tombolo di Burano e accoglie il visitatore con l’aspetto del tipico borgo medievale murato immerso in una macchia carica di profumi e colori. Vestigia romaniche e affreschi (XV e XVI secolo) si possono ammirare nella pieve di S. Nicola. Sulla costa, da Capalbio Scalo si accede alla Riserva naturale del Lago di Burano, un’oasi faunistica di 4100 ettari.
Le spiagge della Costa d'Argento
Spiaggia del Chiarone
Come arrivare. Sull’Aurelia ci si dirige verso la stazione di Capalbio Scalo e si seguono quindi le indicazioni.
Ambiente. Bella spiaggia di sabbia, all’estremità sud del tombolo di Burano, poco prima del confine con il Lazio. Prende il nome dal torrente Chiarone, un piccolo corso d’acqua che sfocia proprio in questo tratto di costa. Nei pressi si trova il lago di Burano, prima Oasi Wwf in Italia, un importante rifugio faunistico con buoni punti di osservazione ornitologica. Lo separa dal mare solo un tombolo a vegetazione mediterranea, orlato da un basso arenile.
Arenella
Come arrivare. La spiaggia si trova a nord del porto dell’Isola del Giglio.
Ambiente. Segnalata da una palma, è ideale per passare qualche ora distesi al sole.
Cala Caldane e Cala degli Alberi
Come arrivare. Sono ubicate a sud del porto. Il terreno accidentato non consente un accesso da terra e l’avvicinamento dal mare è non meno disagevole: il panorama dall’acqua è insuperabile.
Ambiente. Vicino a Cala delle Cannelle, una delle spiagge dorate più grandi del Giglio, si trovano queste due cale. Da qui alla punta meridionale del Capel Rosso e lungo il litorale ovest si ammira la parte più selvaggia dell’isola.
Tombolo della Giannella
Come arrivare. Il tombolo è percorso dalla statale 36 raggiungibile dalla via Aurelia in prossimità di Albinia.
Ambiente. È una striscia sabbiosa lunga circa 6 km e larga poco più di 300 m, tra la foce del fiume Albegna e il Monte Argentario. La sua formazione si deve agli apporti detritici del fiume. La spiaggia di sabbia fine è riparata dai venti di scirocco e il fondale in questa località è poco profondo. Il tombolo è diviso in 3 zone: Santa Liberata, presso il Monte Argentario, la frazione di Giannella o Lido di Giannella e le Saline, in prossimità della foce del fiume Albegna. In località Saline si trovano una delle vecchie fortificazioni spagnole dello Stato dei Presidi, il forte delle Saline, e il Casale spagnolo. Il nome del vicino abitato di Albinia è legato al candore delle antiche saline presenti un tempo nella zona.
Tombolo della Feniglia
Come arrivare. Da Orbetello, è raggiungibile mediante la diga granducale, prendendo in direzione Porto Ercole e poi seguendo le indicazioni. Da Ansedonia è accessibile percorrendo l’Aurelia e poi imboccando la strada comunale che porta verso il mare.
Ambiente. Tutto il tombolo è una Riserva naturale gestita dal Corpo Forestale dello Stato. In estate i 6 km di spiagge della Feniglia vengono presi d’assalto dai bagnanti, che però non si allontanano troppo dai parcheggi e dagli attrezzatissimi stabilimenti balneari ai due lati estremi della Riserva. Basta quindi prendere una bicicletta (si affittano in loco) o inoltrarsi a piedi nella pineta, per trovarsi dopo circa 3 km a godere di una bella spiaggia in piena solitudine. Il tragitto può essere allietato da qualche incontro ravvicinato con caprioli e daini che vivono all’interno dell’area protetta, in primavera piena di fioriture di rosmarino, cisto e orchidee spontanee.
Isola Rossa
Come arrivare. Da Orbetello, si prende la direzione Porto Santo Stefano e quindi la strada ‘del Campone’, che si segue per 4-5 km fino a uno spiazzo dove si può lasciare l’automobile e proseguire a piedi lungo il breve tratto che collega la costa all’isola.
Ambiente. Sull’Isola Rossa, costa meridionale del Monte Argentario, in realtà non esiste una sola spiaggia, ma una serie di calette che ne tratteggiano tutto il perimetro. Questo è quasi unito alla terraferma, grazie a uno stretto percorso di ciottoli.
Città del tufo
Addentrandosi dalla costa verso l’entroterra gli scenari mutano repentinamente: si entra nel regno del tufo. Paesi medievali e città antichissime dominano dall’alto di speroni rocciosi un paesaggio a tratti selvaggio e a tratti dolcemente coltivato (terrazzamenti di viti dalle quali viene prodotto un rinomato vino bianco). Questa porzione della Toscana offre il fascino incomparabile della ‘triade’ delle città orientali di Sovana, Pitigliano e Sorano, queste due ultime Bandiere arancioni, che scaturiscono dal tufo nel quale sembrano scolpite. Straordinario l’impatto visivo di Pitigliano, struggenti le atmosfere remote di Sovana, affascinanti gli incastri di case, vicoli e scalinate di Sorano aggrappata alla rupe.
I consigli di Legambiente
Enogastronomia
• A Orbetello, una sosta gustosa è alla Cooperativa dei pescatori: provate l’ottima anguilla alla brace con paprika.
Immersioni
• Gli appassionati di subacquea non possono non tuffarsi nel patrimonio naturale tutto da scoprire del Monte Argentario: fondali marini meravigliosi e ricchi di punti di immersione con pareti, grotte, secche e relitti.
A piedi
• Passeggiate tra i vari sentieri, in passato mulattiere, che fino a pochi decenni fa rappresentavano le uniche strade che i gigliesi, sia a piedi sia a dorso di mulo, usavano per spostarsi sull’isola e raggiungere i campi. Tanti di questi sentieri sono stati recuperati negli ultimi anni grazie ai fondi europei, ne sono stati migliorati la segnaletica e i pannelli didattici.
Gustatus
Evento enogastronomico organizzato dal comune di Orbetello, alla fine di ottobre, per valorizzare il cibo di qualità , la cultura e la promozione del territorio. La formula è quella di un articolato percorso esperienziale dove gli alimenti diventano strumento di conoscenza e valorizzazione, per entrare in contatto con la parte più autentica e genuina della stessa comunità . La bottarga di muggine e le anguille sfumate, non sono solo buoni piatti ma raccontano di viaggi e tradizioni, raccontano le storie delle famiglie locali. Gustatus è anche esempio di buona gestione della raccolta differenziata per un evento di promozione territoriale. Per informazioni: [email protected]
Cosa vedere
Al borgo
• Giglio Castello, cinto da mura e 10 torri, è il centro abitato più suggestivo dell’isola: piacevole alternativa all’auto è, da Giglio Porto, la salita al borgo medievale sulla vecchia mulattiera immersa in un bosco di lecci.
Giglio Porto
• Le suggestive case colorate di Giglio Porto abbracciano l’insenatura chiusa da antiche torri e fanno da scenario all’animazione estiva che ogni anno, soprattutto nel periodo della bella stagione, vivacizza la località tra botteghe, ristoranti e degustazioni dei prodotti locali.
Panorama
• Da non farsi sfuggire il panorama al tramonto dalla Rocca di Talamone dove la vista spazia sul mare e su alcune isole dell’Arcipelago Toscano: con un po’ di fortuna è possibile vedere la Corsica.
Giardini d’autore
• A Garavicchio (Capalbio), Niki de Saint Phalle ha realizzato lo splendido Giardino dei Tarocchi, uno degli esempi d’arte ambientale più importanti e meglio realizzati in Italia. Da non perdere!
Cosa fare
Feste tradizionali
• In estate, l’isola è teatro di eventi e spettacoli legati alle feste dei patroni dei tre borghi. Si comincia il 10 agosto a Giglio Porto, dove in occasione della festa di S. Lorenzo si tiene il Palio marinaro, che ha superato la 40a edizione e che vede sfidarsi i tre rioni di Giglio Porto Chiesa, Moletto e Saraceno. Esibizioni, concerti, spettacoli in piazza e fuochi d’artificio, invece, a Giglio Campese il 16 agosto per la festa del patrono S. Rocco. Il 15 settembre è la volta, a Giglio Castello, della festa di S. Mamiliano, con la processione, il Palio degli Asini e la tradizionale quadriglia.
Enogastronomia
• Le vecchie cantine di Giglio Castello propongono assaggi del genuino e autentico vino isolano: l’Ansonico (o Ansonaco, come viene pronunciato dai gigliesi), dal caratteristico colore ambrato e di elevata gradazione.
• A Capalbio, la tomba del Tiburzi detto il ‘brigante buono’, personaggio di una pagina di storia della Maremma, cela il mistero sulla sua fantomatica sepoltura ‘per metà dentro e per metà fuori’ dal cimitero, come compromesso tra la volontà del popolo e l’opposizione del clero. Da non perdere l’amaro che porta il suo nome, da degustare in uno dei locali tipici del borgo medievale.
Immersioni
• Un’immersione riservata solo agli esperti (previa autorizzazione) è quella nella grotta grande dell’Argentarola all’isolotto omonimo (Monte Argentario), vero scrigno sotterraneo sommerso. Nella vasta sala si trovano grandi concrezioni formatesi quando il livello del mare era più basso dell’attuale. L’analisi delle concrezioni ha permesso di ottenere importanti informazioni sui cicli paleoclimatici del Mediterraneo.
Testo esclusivo: Touring Club Italiano