Nella sua punta nord-orientale, la Sardegna presenta una costa frastagliata, che si articola in una successione di strette e lunghe cale, fiordi, rocce granitiche, promontori, scogli e isole. L’aspetto selvaggio e impervio è determinato da antichissimi graniti dalle tenui colorazioni rosate, che il vento e il salmastro hanno pazientemente eroso, fino a scolpire le fantastiche formazioni rocciose – i tafoni – per cui la Gallura è famosa. La più nota di queste sculture naturali è il gigantesco Orso che domina Palau, ma ovunque le rocce assumono forme bizzarre e fantastiche.
Da Isola Rossa le scogliere sono la norma, intervallate da piccole spiagge di sabbia bianca quarzosa, responsabile del colore turchese dei fondali. Sono note e apprezzate quella della Rena Bianca, a Santa Teresa Gallura, e Porto Pollo, paradiso del windsurf. Palau è il punto di partenza per le isole – tutelate dal Parco nazionale dell’Arcipelago della Maddalena – tutte caratterizzate dalla presenza dei graniti, con piccole ma memorabili insenature dalle acque smeraldine; tra queste, tuttavia, la famosa spiaggia rosa di Budelli non è accessibile: per preservarla ed evitare che venga calpestata, la si può osservare solo dalla vicina spiaggia del Cavaliere sotto il controllo di una guida del Parco.
Spiagge ben organizzate si trovano in Costa Smeralda, nel golfo di Pevero e a Capriccioli, per citare solo le più note: sabbia bianca e tutti i comfort sono quanto offrono gli stabilimenti balneari, mai troppo invadenti, e con tanta natura integra alle spalle degli arenili. Se la pressione degli insediamenti turistici si fa più fitta oltre Porto Rotondo, con porti incassati nei fiordi e gli scali di Golfo Aranci e Olbia, a sud della città la costa gallurese riserva ancora grandi spazi di natura, con la straordinaria parentesi dell’isola Tavolara, monolite calcareo tuffato nel mare cristallino dell’Area marina protetta dell’isola Tavolara e di Capo Coda Cavallo.
Le localitÃ
Santa Teresa Gallura. Le testimonianze storiche sul territorio sono molto antiche, a partire dal periodo nuragico con il complesso di Lu Brandali. Al periodo romano risalgono invece le cave di Capo Testa, mentre all’età medievale si fanno risalire i ruderi del castello di Longosardo. Seguì l’abbandono fino alla colonizzazione piemontese del 1808: fu Vittorio Emanuele I a disegnare la pianta della nuova città , dandole il nome della regina. Così nacque Santa Teresa, dalla struttura urbana a scacchiera, intervallata da strade regolari e piazzette squadrate. Il centro storico gravita intorno a piazza Vittorio Emanuele I; da qui un breve percorso conduce al promontorio dominato dalla torre spagnola di Longosardo (XVI secolo) che affaccia sulla spiaggia di Rena Bianca.
Palau. Di fronte all’arcipelago della Maddalena, questo vivace centro cittadino ha conosciuto negli ultimi anni un notevole sviluppo economico e turistico. Un tempo piccolo borgo di pescatori, oggi Palau rappresenta una delle più importanti località balneari del litorale: le sue splendide spiagge, alternate a tratti di costa frastagliata e granitica, attirano ogni estate numerosi turisti. A testimonianza del passato, nei dintorni dell’abitato si trovano alcuni resti megalitici dell’età prenuragica e nuragica e l’antichissima roccia di Capo Orso, già citata nella Geografia di Tolomeo. Quest’opera della natura, modellata nei secoli dall’erosione degli agenti atmosferici e chiamata così proprio a causa della sua somiglianza a un plantigrado, era utilizzata come punto di riferimento per i navigatori che si avventuravano in questo tratto di costa.
Arzachena. È la ‘capitale’ della Costa Smeralda, situata su un pendio alla sinistra del rio San Giovanni, nell’entroterra del golfo omonimo. Abitata in epoca romana, fino alla fine dell’Ottocento l’abitato era composto da un gruppo di case raccolte intorno alla settecentesca chiesa campestre della Madonna della Neve. Lo sviluppo edilizio della Costa Smeralda ne ha sancito la svolta economica, senza farle dimenticare però la ricchezza del suo passato: il territorio di Arzachena è ricco di preziose testimonianze archeologiche, prima fra tutte la necropoli di Li Muri, di età neolitica. Non lontana, da non perdere, anche la tomba dei Giganti di Li Lolghi e la tomba di Coddhu ‘Ecchju. Vanno inoltre ricordati i nuraghi tipici della zona, tra i quali La Prisciona, Albuccuiu e l’agglomerato nuragico Malchittu.
Le spiagge
Calette di Li Tinnari
Come arrivare. Da Santa Teresa lungo la strada per Castelsardo, dopo circa 30 km, superato l’incrocio per Trinità -Isola Rossa, a destra su strada sterrata per 2 km, quindi seguire per l’albergo Tinnari. Si continua diritto, oltre un primo cancello. Dopo altri 3 km un secondo cancello e un cartello invitano a lasciare l’automobile e proseguire a piedi. Il sentiero (circa 1 km), scende ripido al mare.
Ambiente. Si caratterizza per le rocce di porfido rosso e per l’arenile di ghiaino di vari colori, in cui predominano il rosso e il grigio. Vicina alla foce del rio Pirastru, che forma lo stagno alle sue spalle, la cala è divisa da una formazione rocciosa e caratterizzata da un fondale basso e variegato.
Li Cossi
Come arrivare. Da Santa Teresa per Castelsardo fino al bivio per Costa Paradiso. Percorsi pochi chilometri si lascia l’auto all’hotel Li Rosi Marini. Si prende un sentiero a sinistra e si costeggia il mare per circa 500 m.
Ambiente. Una cala riparata dal vento, chiusa tra ripide pareti di granito porfirico a picco sul mare verdissimo. Prende nome dal rio Li Cossi che forma un piccolo stagno alle sue spalle. È affollata nel mese di agosto.
Rena Majore
Come arrivare. Da Santa Teresa si segue la statale per Porto Torres; al bivio per Castelsardo si prosegue in direzione del mare e, con lunghi tratti boscosi, si trova un’altra strada asfaltata che, dopo 8 km, giunge al litorale. Per la spiaggia si svolta circa 200 m prima del bivio che porta al villaggio e si segue uno sterrato per circa 400 m.
Ambiente. L’arenile è composto da sabbia chiarissima, molto fine, circondato da scogli di granito. Attraversata dai rii Cantaru e Ciuchesa, Rena Majore è circondata da dune coperte di vegetazione e da scogli scuri, in mezzo a un mare turchese. Sono presenti una pineta, un parcheggio e il campeggio.
Capo Testa
Come arrivare. Dalla via principale di Santa Teresa, una strada a sinistra, segnalata, conduce in pochi minuti a Capo Testa (circa 3 km).
Ambiente. L’istmo dal quale si accede a Capo Testa è affiancato dalle spiagge di Rena di Levante e Rena di Ponente. Tutto il promontorio, segnato da cale con fondali di particolare bellezza, è un sorprendente mondo di roccia che il vento e i capricci della natura hanno scolpito in mille forme.
Cala Grande - Valle della Luna
Come arrivare. Da Santa Teresa si segue la direzione per Capo Testa e, poco oltre l’istmo, si gira a sinistra seguendo la strada per circa 1 km.
In prossimità di un gruppo di villette si va a destra fino a un piazzale. Da qui un sentiero (circa 700 m) conduce alla valle.
Ambiente. È caratterizzata da giganteschi massi granitici plasmati dalla millenaria azione del vento e da calette immerse in una folta e incontaminata macchia mediterranea, frequentata fin dagli anni Settanta dagli hippy e dai naturisti.
Rena Bianca
Come arrivare. Dal centro di Santa Teresa si segue per Torre di Longonsardo. Si arriva alla spiaggia con una scalinata dal parcheggio.
Ambiente. È la principale spiaggia di Santa Teresa. L’arenile bianco brillante, con sabbia molto fine, e il fondale basso e sabbioso facilitano la balneazione. Nelle giornate limpide si vedono le falesie di Bonifacio e l’arcipelago di La Maddalena. La cala si trova tra la punta ove sorge la torre di Longonsardo e gli isolotti della Munichedda e della Municca.
Testo esclusivo: Touring Club Italiano