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Luoghi e ambientazioni del film Luca della Disney

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Il film Pixar Luca racconta l’estate di due giovani mostri marini alla scoperta del mondo degli uomini. Luca e l’amico Alberto vivono una serie di fantastiche avventure, fanno amicizia con l’”umana” Giulia e finiscono inevitabilmente per scontrarsi con il “cattivo” di turno. La pellicola di Enrico Casarosa è una divertente ed emozionante storia di formazione, ma è anche (soprattutto) un omaggio pieno di affetto ai luoghi dell’infanzia del regista, la Liguria.

Le Cinque Terre sono state l’ispirazione delle location del film e l’immaginario paese di Portorosso è un “mosaico” di scorci, architetture e colori dei borghi marinari di Monterosso, Vernazza, Corniglia, Manarola e Riomaggiore. Ma non solo.

Oltre ai cinque paesi proclamati Patrimonio dell’umanità dall’UNESCO nel 1997, a dare forma ai paesaggi e alle atmosfere di Luca hanno contribuito Porto Venere, il piccolo borgo di pescatori di Tellaro e Camogli.

In una intervista con il magazine Condé Nast Traveler, la scenografa del film, Daniela Strijleva, ha raccontato il lungo e appassionato processo di “scouting” che ha portato alla creazione dei luoghi di Luca e ha rivelato che lei, il regista e il resto della troupe hanno scattato più di 20mila foto. Il lavoro di ricerca è iniziato nel 2016 e ha compreso anche molti incontri con gli abitanti dei vari borghi e un viaggio in Sicilia per conoscere meglio il mondo dei pescatori. 

Se volete immergervi “dal vivo” nelle atmosfere di Luca, qui trovate tutti i luoghi che hanno ispirato il film.  

Monterosso (Cinque Terre)

Monterosso ha ispirato Enrico Casarosa per Luca, ma prima ancora ha plasmato la poetica di Eugenio Montale. La raccolta Ossi di seppia affonda le sue radici nelle estati trascorse dal poeta insignito del Nobel per la letteratura nella casa di famiglia nel borgo ligure. 

La Villa delle due palme o la “pagoda giallognola” (come l’ha definita Montale stesso) esiste ancora, ma non è aperta al pubblico. A raccontare il legame tra Monterosso e il poeta sono i percorsi naturalistici e letterari del Parco Eugenio Montale, che si snodano tra i luoghi che hanno ispirato l’autore di Ossi di seppia e che sono descritti nelle sue opere:

“La Liguria orientale – la terra in cui trascorsi parte della mia giovinezza – ha questa bellezza scarna, scabra, allucinante. Per istinto io tentai un verso che aderisse ad ogni fibra di quel suolo […]”.

Monterosso è la località più a ovest delle Cinque Terre ed è divisa in due dal colle dei Cappuccini. A est sorge il borgo antico, con le sue strette vie (i “caruggi”) e le caratteristiche case colorate che affacciano sul porticciolo e su una grande spiaggia sabbiosa. A ovest c’è l’abitato di Fegina, una zona relativamente moderna dove si trovano una lunga spiaggia di ghiaia fine (la più famosa delle Cinque Terre) e numerose strutture turistiche e residenziali.

A Fegina c’è anche la “statua del gigante”, una monumentale scultura di Nettuno ancorata a uno sperone di roccia. In origine rappresentava il dio del mare con in pugno il tridente e una grande conchiglia sulle spalle, ma è stata gravemente danneggiata durante la II Guerra Mondiale.

Vernazza (Cinque Terre)

I luoghi di Luca hanno preso forma da una meticolosa esplorazione delle Cinque Terre e della Liguria, ma la scenografa Daniela Strijleva ha dichiarato che Vernazza è stata una delle principali fonti di ispirazione: “Senza dubbio è uno dei posti più iconici delle Cinque Terre e la piazza di Portorosso è ispirata alla sua”.

Il borgo ligure sorge su un piccolo promontorio che affaccia su un’insenatura naturale utilizzata come porticciolo e si sviluppa in verticale attraverso una rete di vicoli e ripide scalinate. Tutto intorno all’abitato si trovano i caratteristici “terrazzamenti” o “gradoni”, veri e propri scalini di grandi dimensioni scavati in piano nel terreno a elevata pendenza e delimitati da “muri a secco” (costruiti senza malta).

I terrazzamenti di Vernazza sono utilizzati per la coltivazione dell’ulivo, degli alberi da frutto e della vite. Il vino più famoso delle Cinque Terre è lo Sciacchetrà e il regista Enrico Casarosa ha raccomandato “vivamente” di provarlo nel corso di una intervista con il celebre magazine The Hollywood Reporter. Vernazza è anche collegato al vino Vernaccia, che deve il suo nome al borgo ligure e viene citato da Dante in La Divina Commedia e da Boccaccio nel Decamerone

Il paese ha una piccola spiaggia sabbiosa vicino al porticciolo e un’altra di sassi poco più grande situata nei pressi della stazione. Dal centro partono numerosi sentieri panoramici che conducono ai vicini Monterosso e Corniglia e nell’entroterra. Tra questi ultimi, uno porta al Santuario di Nostra Signora di Reggio, al cui interno è conservata l’immagine di una Madonna nera che è venerata per alcune (presunte) guarigioni miracolose.

Corniglia (Cinque Terre)

Il borgo di Corniglia si trova al centro delle Cinque Terre ed è l’unico che non ha un accesso diretto al mare. Ma proprio per questo è uno di quelli che la scenografa di Luca, Daniela Strijleva, ha amato di più. La “production designer” lo ha definito “semplicemente meraviglioso” per l’atmosfera raccolta.

Il piccolo paese è abbarbicato su un promontorio e può essere raggiunto percorrendo la tortuosa strada carrozzabile che parte dalla stazione oppure salendo i 382 della scalinata Lardarina. Dalla Terrazza di Santa Maria si vede l’intera costa della Cinque Terre e si scorge la cosiddetta “Marina di Corniglia”, una piccola insenatura con un porticciolo usato dagli abitanti del paese.

Nel tratto di costa tra il borgo e il successivo paese di Manarola si allunga lo “Spiaggione”, una stretta striscia di sassi sovrastata dalla massicciata della ferrovia. Invece, dalla parte verso Vernazza si trova la spiaggia del Guvano, che può essere raggiunta solo via mare ed è famosa per essere frequentata dagli amanti del naturismo.

Manarola (Cinque Terre)

Manarola è il più piccolo dei paesi delle Cinque Terre e insieme a Riomaggiore è uno dei due estremi della cosiddetta “Via dell’Amore”. La celebre passeggiata costituisce il tratto finale del percorso costiero chiamato “Sentiero Azzurro” ed è un’ampia strada lastricata e dotata di ringhiera che corre lungo la costa a picco sul mare.

La Via dell’Amore è una delle attrazioni più conosciute e frequentate delle Cinque Terre per i suoi paesaggi mozzafiato, ma è nata per ragioni di utilità. Dopo la fine dei lavori per la ferrovia, gli abitanti di Manarola e di Riomaggiore hanno deciso di ampliare i sentieri scavati nella roccia dagli operai per unire i due borghi lungo una via più breve rispetto a quella esistente. Ben presto la strada è diventata la meta dei giovani innamorati e il nome “Via dell’Amore” tracciato alle due estremità da un anonimo è stato scelto come quello ufficiale.

Manarola non ha una vera e propria spiaggia, ma due piccole insenature tra gli scogli che vengono utilizzate come approdi per le barche. Il paese si inerpica su un costone di roccia e ha ispirato le location di Luca “per il modo in cui è drappeggiato sulle colline”. 

Il piccolo borgo della Liguria è famoso (anche) per il presepe di luci che ogni anno dal 2007 illumina il profilo dell’altura che domina il paese. L’installazione è composta da migliaia di lampadine montate su 250 sagome che rappresentano i personaggi e gli elementi della Natività ed è opera del ferroviere in pensione Mario Andreoli.

Riomaggiore (Cinque Terre)

Le “case torri” multicolori che si arrampicano l’una sull’altra lungo il ripido promontorio di Riomaggiore sono una delle immagini simbolo delle Cinque Terre e non sorprende che abbiano ispirato una delle principali location di Luca. La scenografa Daniela Strijleva è rimasta affascinata dall’edificio rosso che si trova all’estremità del porticciolo e l’ha utilizzato per realizzare la casa di Giulia.

La leggenda narra che l’origine del paese più a est delle Cinque Terre risalga all’VIII secolo, ma le prime notizie storiche di Riomaggiore sono datate al XIII secolo. Il borgo ha fatto parte della Repubblica di Genova e durante la dominazione de “La Superba” è stato un importante produttore di vino (che veniva esportato in tutta Europa). 

I dipinti di Telemaco Signorini, esponente di spicco della corrente dei Macchiaioli, testimoniano che il nucleo più antico del paese non è cambiato molto dal XIX secolo a oggi. La costruzione della linea ferroviaria Genova – Pisa non ha interessato l’abitato originario di Riomaggiore, ma ha portato allo sviluppo di un nuovo quartiere nella valle al confine con Manarola.

La spiaggia più grande del paese si trova in questa zona, è fatta di sassi ed è esposta al sole per tutta la giornata (ragione per cui è bene arrivare “attrezzati”).

Porto Venere

Il nome richiama alla mente quello della dea della bellezza e in effetti Porto Venere (Veneris Portus) è stato chiamato così per la presenza di un tempio dedicato alla figlia di Giove (che sorgeva dove oggi c’è la chiesa di San Pietro). Il borgo non fa parte delle Cinque Terre, ma si trova a breve distanza, sulla sponda occidentale del Golfo della Spezia, ed è anch’esso Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO. 

Porto Venere è una rinomata località turistica e il suo territorio comprende le piccole isole di Palmaria, Tino e Tinetto. La prima è famosa per la spiaggia di Cala del Pozzale e la Grotta Azzurra (che può essere visitata solo in barca), mentre sulla seconda sorge un faro abbandonato.

La bellezza della costa e il “muro” di case colorate a picco sull’acqua hanno affascinato letterati e poeti e Francesco Petrarca ha citato il piccolo borgo in alcuni versi composti nel 1338:

“A quelli che giungono dal mare appare nel lido il porto di Venere e qui

nei colli che ammanta l’ulivo è fama che anche Minerva scordasse per tanta dolcezza Atene

sua patria…”

Anche Eugenio Montale ha celebrato Porto Venere in una poesia e Lord Byron ha trascorso molto tempo nel borgo ligure mentre lavorava alle sue opere. Al poeta inglese è stata intitolata una grotta marina che si apre nella costa sotto la chiesa di San Pietro, dove secondo la tradizione trascorreva molto tempo a meditare e cercare ispirazione.

Porto Venere ha ispirato anche Enrico Casarosa per Luca. Il regista e la scenografa Daniela Strijleva hanno visitato alcune delle case del borgo e una delle anziane proprietarie ha raccontato loro molte cose sulla storia del paese e dei suoi abitanti.  

Tellaro

Tellaro è il paese dei poeti e degli scrittori. Tra le sue case arroccate sulla scogliera e i vicoli e le stradine che si arrampicano sulla collina hanno vissuto e passeggiato l’artista britannico D.H. Lawrence, Henry James, Virginia Woolf, Mario Soldati (che vi ha trascorso la vecchiaia) ed Eugenio Montale.

Il paese affacciato sul Golfo della Spezia non fa parte delle Cinque Terre, ma è molto simile per architetture, colori e atmosfera e ha partecipato a definire le location di Luca. Inoltre, il regista Enrico Casarosa ha raccontato in un’intervista a la Repubblica che una leggenda di Tellaro ha ispirato la poetica del film.

Secondo la tradizione, il fatto è avvenuto all’epoca delle scorrerie dei pirati. Una sera di forte tempesta, gli abitanti del borgo hanno pensato che mettere una sentinella di guardia fosse inutile e sono andati a dormire. Ma nel mezzo della notte sono stati svegliati da un furioso scampanio. I tellaresi si sono precipitati alla chiesa del paese sulla scogliera e hanno scoperto che a suonare le campane era… un polpo

Lo stupore però è durato poco, perché tra i flutti hanno visto avvicinarsi le navi dei pirati. Gli abitanti del borgo si sono armati di calderoni di olio bollente e archibugi e dopo aver respinto l’attacco hanno realizzato che dovevano la loro salvezza alla più improbabile delle sentinelle.

Il provvidenziale polpo aveva suonato le campane di proposito o era rimasto impigliato nelle funi che la furia del vento aveva fatto finire in acqua dal campanile a picco sul mare? Il mistero rimane ancora oggi…

Camogli

Camogli è chiamata la “Città dei mille bianchi velieri” per la sua lunga tradizione marinara ed è famosa per i palazzi colorati che affacciano sulla spiaggia di ciottoli e lo scenografico porticciolo. Le prime case sono state costruite nel Medioevo e nel corso dei secoli sono andate incontro a una lunga serie di modifiche e ampliamenti. 

La fila di edifici più vicina al mare è stata abbattuta nel 1913 e l’intervento ha portato il borgo marinaro vicino a Genova ad assumere l’aspetto attuale. Il caratteristico panorama urbano ha contribuito a fare diventare Camogli una rinomata località turistica ed è stata “una delle più grandi ispirazioni” per “le case e i colori” di Luca.

Il territorio del comune si trova all’interno del Parco naturale regionale di Portofino e dell’Area naturale marina protetta di Portofino e presenta numerosi sentieri per fare trekking (a livello amatoriale e professionale) e zone per praticare immersione subacquea

Nel tratto di mare della frazione di San Fruttuoso si trova il famoso “Cristo degli abissi”, una grande statua bronzea posizionata a 17 m di profondità che è diventata una delle mete più amate dai sub. Invece, nelle acque vicino all’antico borgo di Punta Chiappa c’è una delle cinque tonnare ancora attive in Italia. Le pesca dei tonni viene praticata a Camogli dal 1603 e attualmente è gestita dalla Cooperativa Pescatori Camogli (che controlla anche tutte le altre attività di pesca nella zona).

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