Il nome svela molte cose di Sperlinga. Il termine deriva dal greco “spelaion”, latinizzato in “spelunca”, che vuole dire “caverna” e fa riferimento alle decine di grotte che occhieggiano nella rupe che sovrasta il paese. I vani rocciosi che si aprono nell’imponente mole di arenaria sono stati scavati dall’uomo in epoca remota e nel corso dei millenni sono stati utilizzati come sepolcreti, luoghi di culto e abitazioni.
Non a caso, Sperlinga è definito un “borgo rupestre”. Ma non solo. Il piccolo centro tra i Monti Nebrodi e le Madonie è dominato da un castello che è un tutt’uno con la rupe che incombe su di esso e per questo si è guadagnato l’appellativo di “regale dimora rupestre”. La maestosa fortezza è scavata nella roccia e dalla roccia si sviluppa ed è custode di antiche tradizioni e segreti, tra cui un misterioso spazio circolare scandito da dodici nicchie.
Il castello è anche celebre per avere permesso a una guarnigione angioina di resistere per oltre un anno all’assedio degli aragonesi durante i “Vespri Siciliani”, la grande rivolta popolare contro i francesi. L’episodio è ricordato da un’epigrafe e viene commemorato nel corso dei festeggiamenti del 16 agosto. In questo giorno, Sperlinga celebra non solo la propria storia, ma anche le proprie tradizioni, con la sagra del “tortone” e la manifestazione “La Dama dei Castelli Siciliani”.
Ma la fama del borgo – nel circuito dei “più belli d’Italia” – non è legata solo ai monumenti e alle usanze. La contrada di Ponte Capostrà fa da sfondo a uno dei più celebri scatti di Robert Capa (anche se il paese di Troina rivendica a sé la “paternità” della foto) ed è una tappa del Cammino di San felice da Nicosia.
Se siete curiosi e volete saperne di più, qui trovate una piccola guida alle principali cose di Sperlinga da conoscere e vedere!