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Sulla Strada del Vino dell’Alto Adige: 10 cose da fare e vedere

La Strada del Vino dell’Alto Adige è nata nel 2000, ma esiste in forma embrionale fin dal 1964. La Südtiroler Weinstraße – com’è chiamata in tedesco – si sviluppa tra la Valle dell’Adige e il comprensorio dell’Oltradige e della Bassa Atesina ed è stata creata per promuovere il patrimonio storico, naturalistico ed enogastronomico della zona. 

Il progetto coinvolge 16 comuni (tra cui il capoluogo Bolzano) e 70 cantine ed è uno straordinario viaggio alla scoperta delle eccellenze vinicole della zona, come il celebre Gewürztraminer e l’autoctono Lagrein. Ma non solo. La Strada del Vino è anche un itinerario tra antichi borghi, paesaggi montani, laghi, chiese, castelli e inaspettati “tesori” d’arte e tradizione.

Le cose da fare e vedere sono tantissime e scegliere non è facile. Qui ne trovate dieci che vale la pena tenere presenti!

1. Lago di Caldaro

Il Lago di Caldaro – nel territorio del paese omonimo – è il più grande della zona di Bolzano e il più caldo delle Alpi. Lo specchio d’acqua di origine alluvionale è balneabile ed è una meta amata dagli appassionati di windsurf e barca a vela perché molto ventoso.

Ma il Lago di Caldaro non è solo relax e sport acquatici. Sulle alture che lo incorniciano si trovano le rovine delle antiche fortezze di Castelchiaro e Castel Varco. I ruderi dei due manieri possono essere raggiunti a piedi e regalano una vista spettacolare sulla zona. A poca distanza sorge anche la Basilica di San Pietro, una delle chiese più vecchie di tutto il Tirolo, costruita tra il IV e il VI secolo.

2. Termeno

Termeno sulla Strada del Vino o Tramin an der Weinstraße è la culla del celebre Gewürztraminer Alto Adige DOC. Nella zona, ben 200 ettari di terreno sono coltivati a vite per il vino bianco (mentre altri 156 sono dedicati al vino rosso). Il centro dell’attività vitivinicola è la Cantina Tramin, la cui architettura futuristica si fonde con i paesaggi punteggiati da vigne e frutteti della Val d’Adige e le caratteristiche case di Termeno.

Il piccolo borgo è un concentrato di storia e tradizioni e custodisce due preziosi cicli di affreschi realizzati tra il XIV e il XV secolo. Uno si trova nella Chiesa dei Santi Quirico è Giulitta, dove è conservata anche una pala d’altare dell’importante pittore austriaco Martin Knoller. L’altro è all’interno della Chiesa di San Giacomo a Kastelaz e comprende uno straordinario “bestiario”.

3. Il Sentiero del vino di Cortaccia

Dal borgo di Cortaccia – la cui origine risale alla preistoria, anche se il primo riferimento storico è del XII secolo – parte un percorso immersivo alla scoperta di storia e curiosità dell’attività vitivinicola. Il Sentiero del vino inizia dalla piazza principale del paese e si sviluppa per quattro chilometri fino a Magrè, tra strade di campagna in mezzo ai vigneti.

Il percorso è indicato da una serie di cartelli di legno chiamati “Saltner Pratze” o “Mano del Guardiano” ed è scandito da una ventina di pannelli informativi. I totem spiegano le varietà di uva coltivate, le forme di allevamento, le peculiarità dei terreni e i sistemi di produzione e sono integrati da ampolle che permettono di “annusare” le note olfattive dei vari vini.

4. La vite centenaria di Magrè

La vite del piccolo borgo di Magrè non è la più longeva del mondo: il primato va a un’altra che si trova a Maribor, in Slovenia. Ma è fuori discussione che sia una delle più antiche. La pianta che cresce rigogliosa sulla facciata della Residenza Augustin, in Vicolo dei Conti, è stata messa a dimora nel 1601 e ancora oggi produce ogni anno circa 80 chili di uva da tavola.

La “Urrebe” o “Vite centenaria” di Magrè è la testimonianza di un’antica usanza del Giardino del Sudtirolo, la zona più a sud dell’Alto Adige. In alcuni paesi del posto c’era la tradizione di celebrare i momenti più significativi dell’esistenza – come un matrimonio o la nascita di un figlio – piantando una “vite di casa”. L’occasione per cui è stata messa a dimora quella della Residenza Augustin è sconosciuta, ma la data è certa grazie a un’iscrizione in pietra sulla facciata del maso.

5. Cortina

Il nome può trarre in inganno, ma Cortina all’Adige non c’entra nulla con Cortina d’Ampezzo. Vero è che, con il Veneto, il borgo qualcosa a che fare ce l’ha. Il comune – il più piccolo della Bassa Atesina – viene chiamato “la piccola Venezia”, perché prima della costruzione degli argini dell’Adige finiva spesso sott’acqua quando il fiume esondava.

Cortina all’Adige è anche conosciuto come “il paese delle viti”, ma non solo (non tanto) perché è terra di vini pregiati e sede di ben quattro cantine. L’appellativo deriva dall’antica usanza di piantare una “vite di casa” in occasione di eventi speciali come un matrimonio o la nascita di un figlio, motivo per cui su molti edifici del paese crescono tralci rigogliosi.

6. Il Castello e il Giardino delle Sculture di Salorno

Aggrappato a un ripido spuntone di roccia calcarea, il Castello di Salorno caratterizza in maniera inconfondibile il paesaggio. L’imponente maniero è stato costruito intorno al XIII secolo e sorge su due distinti basamenti di pietra collegati tra loro da un ponte levatoio. Haderburg – come viene chiamato dalla gente del posto – ha ospitato personaggi illustri come il pittore Albrecht Dürer e oggi è aperto al pubblico dalla primavera all’autunno.

Il castello si trova non molto distante da un altro “tesoro” di Salorno, il Giardino delle Sculture nella frazione di Pochi. Lo Skulpturengarten è stato creato dall’artista bolzanina Sieglinde Tatz-Borgogno ed è un museo all’aria aperta che si sviluppa tra gli alberi e le piante di un piccolo tratto di bosco. L’allestimento comprende poco meno di seicento opere tra statue e installazioni e il trascorrere delle stagioni lo rende sempre diverso.

7. Egna

Egna fa parte del circuito dei “Borghi più belli d’Italia” e non è difficile capire perché. Il “salotto della Bassa Atesina” è un vero e proprio gioiello architettonico, dove coesistono in armonia case medievali e in stile veneziano, eleganti cortili interni e le tradizionali finestre aggettanti chiamate “erker”.

I bassi portici nel centro storico sono l’elemento caratterizzante di Egna e rappresentano una testimonianza del suo florido passato di borgo mercantile medievale. Sotto le caratteristiche volte a tutto sesto si trova il Museo della cultura popolare e si susseguono negozi e locali dov’è possibile degustare i vini locali. La zona è particolarmente rinomata per il Pinot Nero e la frazione di Mazzon è conosciuta per essere il luogo dove vengono coltivati i vigneti della produzione “grand cru”.

8. Bolzano

Nell’immaginario collettivo, Bolzano è uno dei luoghi per eccellenza dei “mercatini di Natale”. Ma Bozen – com’è chiamata in tedesco –  è molto di più della (pur straordinaria) fiera che ospita ogni dicembre. La città è da sempre un crogiolo di popoli, lingue, usanze e tradizioni e ancora oggi conserva il ruolo di crocevia commerciale e culturale dell’Alto Adige.

I bassi portici medievali e Piazza delle Erbe raccontano l’antica vocazione mercantile di Bolzano, mentre Piazza Walther – con i suoi continui cambi di nome – è un simbolo delle tante dominazioni alle quali è stata sottoposta la città. Bolzano è anche legata in maniera indissolubile a Ötzi, il celebre “uomo dei ghiacci”, scoperto nel 1991 sul ghiacciaio del Similaun e oggi “star” indiscussa del Museo Archeologico dell’Alto Adige.

Castel Roncolo e Castel Firmiano sono altri due luoghi che identificano in maniera inconfondibile la città. il primo è chiamato “il maniero illustrato” per lo straordinario ciclo di affreschi che custodisce, mentre il secondo è la sede principale del circuito museale Messner Mountain Museum.

9. Terlano

Terlano è dominato dalle rovine di Castel Neuhaus, anche detto Castel Casanova o Maultasch. La rocca – costruita in epoca medievale – può essere raggiunta attraverso un semplice percorso nel bosco e offre una straordinaria vista panoramica. Nel centro storico, invece, si trova la Chiesa dell’Assunta, che custodisce il più grande ciclo pittorico dell’Alto Adige, una serie di affreschi in stile gotico realizzati nel XV secolo.

Il piccolo borgo alle pendici dell’Altopiano del Salto è anche la sede della omonima cantina, fondata nel 1893 e tra le più importanti realtà cooperative dell’Alto Adige. Ma l’uva e il vino non sono le uniche eccellenze alimentari della zona. Terlano vanta una lunga e rinomata tradizione nella produzione degli asparagi, che vengono coltivati nella zona tra il Monte Macaion e il Montezoccolo.

10. Gli itinerari in bicicletta

Tra i paesi della Strada del Vino si snodano quattro itinerari ciclistici che permettono di vivere un’esperienza immersiva alla scoperta dei “tesori” storici, culturali ed enogastronomici della zona.

L’Itinerario Sud parte da Cortaccia, porta alla “Vite Centenaria” di Magrè e prosegue per 40 chilometri attraverso Cortina, Salorno, Egna e Termeno, percorrendo le terre del Pinot Nero e del Gewürztraminer. L’Itinerario Nord, invece, è un viaggio alla scoperta dei luoghi del Lagrein, del Sauvignon e del Santa Maddalena, che procede per una cinquantina di chilometri dal centro storico di Bolzano fino a Castel Firmiano.

L’Itinerario Centro è il più breve dei quattro percorsi, ma nei suoi 23 chilometri concentra alcune tra le più belle e famose località della Strada del Vino ed esplora la zona del Pinot Bianco e dell’autoctono Kalterer See. Il Percorso Ciclabile Vecchia Ferrovia, infine, segue il tracciato dell’antica strada ferrata della Val di Fiemme e si snoda per poco meno di 30 chilometri tra il paesaggio alpino del Parco Naturale Monte Corno e i vigneti del Pinot Nero e del Lagrein.

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