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Sutri: cosa vedere nel borgo del Lazio

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È stato un dio a fondare Sutri? La vicenda delle origini del borgo in provincia di Viterbo è piena di lacune e ha finito per essere contaminata dalla leggenda. La tradizione attribuisce a Saturno la nascita del piccolo centro abbarbicato su uno sperone di tufo e la divinità appare nello stemma del comune. Ma la realtà racconta un’altra storia.

La zona di Sutri era abitata fin dall’Età del Bronzo, tuttavia non è chiaro come sia nata la città. Un’ipotesi è che abbia preso forma dalla fusione di una serie di piccoli insediamenti. Quello che è certo, invece, è che per la sua posizione strategica è stata a lungo contesa tra Etruschi e Romani. Alla fine l’ha spuntata Roma, che ha mantenuto il controllo del centro ai piedi dei Monti Sabatini e dei Monti Cimini fino alla caduta dell’Impero.

La lunga dominazione dell’Urbe ha lasciato numerose tracce nel borgo laziale e le più importanti si trovano nel Parco Antichissima Città di Sutri. L’area protetta di appena sette ettari si estende nelle immediate vicinanze del centro città ed è un vero e proprio scrigno di tesori storici e naturalistici.

L’anfiteatro scavato nel tufo

La testimonianza di maggior valore è senza dubbio l’anfiteatro che sorge vicino alla lecceta secolare del Bosco Sacro. La struttura è stata completamente scavata in una collina di tufo e presenta una peculiare forma ellittica che segue l’andamento naturale del banco di roccia.

L’epoca di costruzione viene collocata tra la fine del I secolo a.C. e l’inizio del I secolo d. C., ma non esiste nessun indizio storico, epigrafico o architettonico a confermarlo. La datazione è stimata sulla base della estrema semplicità dell’opera, anche se è probabile che l’anfiteatro fosse arricchito con statue ed elementi decorativi di vario tipo.

La struttura ha dimensioni modeste rispetto ad altre analoghe e presenta un’arena circondata da un podio, che funge da elemento di separazione e raccordo con la cavea. Quest’ultima è costituita da tre serie di gradinate: l’ima cavea, la media cavea e la summa cavea. La più bassa è una sorta di “prima fila” ed era riservata agli spettatori di rango superiore. 

La necropoli urbana

La necropoli che costeggia la Cassia è un’altra importante testimonianza del passato più antico di Sutri. Il sepolcreto si sviluppa per circa 180 metri lungo una parete di tufo e comprende una sessantina di tombe di forma e dimensione diverse. La necropoli del borgo nel Lazio è stata in uso dal I secolo a.C. fino al III-IV secolo d.C. ed è considerata uno degli esempi più rappresentativi di sepolture rupestri di epoca romana nel territorio (nonostante il saccheggio iniziato fin dal Medioevo). 

Le tombe si aprono nel banco di roccia ad altezze diverse e sono spazi a camera singola o a doppia camera, nicchie rettangolari con o senza incasso per l’urna cineraria e arcosoli (sepolture all’interno di vani sormontati da una lunetta). Alcune hanno ingresso ad arco e la maggior parte presenta un incasso esterno che probabilmente conteneva un’epigrafe.

La necropoli di Sutri è caratterizzata da elementi architettonici e decorativi molto semplici e dalla compresenza di sepolture per inumazione e incinerazione. In alcune tombe è stata trovata traccia di entrambe le pratiche e questo fa ritenere che siano state riutilizzate in epoca più tarda. 

Il mitreo nascosto

Un’altra meraviglia del parco alle porte del centro storico è la chiesa ipogea della Madonna del Parto. La piccola cappella è interamente scavata nel tufo e sorge su quello che è ritenuto un mitreo del III secolo (a sua volta costruito su una sepoltura etrusca). 

I luoghi di culto dedicati al dio Mitra erano allestiti in ambienti sotterranei e in grotte naturali o artificiali ed erano scarsamente illuminati e privi di elementi architettonici esterni. L’interno presentava una navata principale con volta a botte ribassata, affiancata da due navate più strette con soffitto piatto. Negli spazi laterali c’erano delle sedute, mentre al fondo di quello centrale si apriva una nicchia. Qui era collocata una scultura di Mitra che uccide il toro, mentre davanti c’era un altare preceduto da alcuni gradini.

La Madonna del Parto presenta tutti questi elementi (seppur rimaneggiati) e il ritrovamento a Sutri di un rilievo della divinità ha contribuito ad avvalorare la tesi che la chiesa sia stata eretta su un mitreo. La conversione a luogo di culto cristiano è avvenuta probabilmente nel IV secolo. La cappella all’inizio è stata intitolata a San Michele, poi è stata dedicata alla Vergine nel Settecento. 

La chiesa è decorata da affreschi databili tra il XIII e il XIV secolo. Quelli meglio conservati si trovano nel vestibolo e rappresentano la Madonna e i Santi, San Cristoforo e la leggenda di San Michele del Gargano.

La storia di Sutri tra chiese, ville e giardini

Nel Parco Antichissima Città di Sutri sorgono anche la Chiesa di Santa Maria del Tempio e la Chiesa della Madonna del Monte. La prima risale al XIII secolo ed è appartenuta all’Ordine dei Templari. Oggi è sconsacrata e adibita a centro servizi, ma conserva alcuni pregevoli affreschi. La seconda, invece, è stata costruita nel Settecento con uno speciale permesso vescovile e presenta una facciata barocca.

La Chiesa della Madonna del Monte fa parte del complesso di Villa Savorelli, che comprende anche la lecceta secolare del Bosco Sacro. L’elegante dimora signorile è stata costruita tra il XV e il XVIII secolo e il suo aspetto mostra una suggestiva commistione tra stile rinascimentale, barocco e romantico. 

Il sobrio edificio bianco confina con il Bosco Sacro su un lato e sugli altri presenta un giardino all’italiana che si articola in tre riquadri e custodisce un labirinto di siepi di bosso. Villa Savorelli è la sede del Parco Antichissima Città di Sutri e ospita convegni, seminari e manifestazioni di vario tipo.

Il castello di Carlo Magno e la leggenda del paladino Orlando

Tra siti archeologici, misteriosi luoghi di culto pagani, chiese, ville, boschi secolari e giardini, nell’area protetta alle porte di Sutri c’è pure un castello. E la leggenda vuole che sia di Carlo Magno.

Il grande condottiero, in effetti, si è fermato nel borgo laziale durante il suo viaggio verso Roma (dove è stato incoronato imperatore nella notte di Natale dell’800). Ma le mura fatte di blocchi di tufo della stessa altezza e la struttura architettonica spostano l’epoca di costruzione del maniero al XIV secolo. 

L’ipotesi è che il castello  – di cui rimangono alcuni ruderi – fosse parte del “castrum” di una famiglia della zona, gli Anguillara. Ad avvalorare la teoria esiste un documento del 1367, in cui viene menzionato un “palatium comitis Anguillari”.

Ma non c’è solo il castello a legare Sutri a Carlo Magno. Un’altra leggenda racconta che la cittadina vicino a Viterbo sarebbe il luogo di nascita del paladino Orlando. 

Il cavaliere conosciuto anche come Rolando sarebbe stato partorito in una grotta lungo la Cassia dalla sorella del futuro imperatore, Berta. La donna era stata esiliata dal fratello perché era rimasta incinta di un uomo di umili origini ed era in viaggio verso Roma quando è stata colta dalle doglie.

Carlo Magno ha riconosciuto Orlando diversi anni dopo e l’ha voluto al suo fianco in Francia. Il giovane lo ha seguito, è diventato un paladino e le sue gesta sono passate alla storia nella Chanson de Roland

Il centro storico

Il Parco Antichissima Città di Sutri polarizza l’attenzione. Ma il piccolo centro nel Lazio – nel circuito dei “Borghi più belli d’Italia” dal 2019, oltre che “Bandiera arancione” del Touring – ha anche un suggestivo centro storico. Elementi etruschi, romani e medievali esistono gli uni a fianco degli altri fino dalle porte di accesso alla città.   

La Porta Vecchia sulla Cassia è la più antica ed era presente già in epoca etrusca. Nel corso dei secoli ha subito molteplici rimaneggiamenti e per questo viene anche chiamata “porta delle varie ere”. A nord, invece, si apre la Porta Morone, che è stata realizzata nel XVI secolo ed è stata dedicata all’omonimo cardinale.

A poca distanza dalla Porta Vecchia sorge la Piazza del Comune, da sempre il cuore pulsante di Sutri. Lo slargo era il foro dell’urbe romana e la Platea Fori in epoca medievale. Al centro si staglia una fontana in stile barocco, che sostituisce quella originale smontata e portata a Miami a Villa Vizkaya nel 1908. 

Non molto lontano dalla Porta Vecchia sorge pure il Palazzo Vescovile. La “Donazione di Sutri” da parte del re longobardo Liutprando a Papa Gregorio II nel 729 è considerata l’inizio del potere temporale della Chiesa e il borgo è stato a lungo un’importante sede episcopale. 

Il palazzo in Piazza Duomo è stato costruito in epoca medievale e più volte rimaneggiato nel corso dei secoli. Il vescovo Joseph Bernard Doebbing ha promosso un importante intervento di restauro dell’edificio all’inizio del Novecento e a lui è stato intitolato il museo sorto al suo interno per volontà di Vittorio Sgarbi. Il critico e politico è stato eletto sindaco di Sutri nel 2018 e ha reso il nuovo spazio un grande protagonista dell’arte internazionale.

Il centro storico custodisce anche un antico lavatoio pubblico ed è dominato dal profilo di Torre Fortebracci. L’imponente costruzione è stata eretta tra il XII e il XIII secolo e insieme alla Torre degli Arraggiati nel Parco Antichissima Città di Sutri costituisce una delle ultime testimonianze del borgo fortificato medievale.

La concattedrale e la cripta

Il centro storico di Sutri è costellato di chiese e la più importante è la Concattedrale di Santa Maria Assunta. L’edificio è stato eretto nel XII secolo su preesistenti luoghi di culto ed è stato consacrato da Papa Innocenzo III nel 1207. Ma l’antica chiesa in stile romanico è stata più volte rimaneggiata e oggi presenta un aspetto sostanzialmente barocco.

Uno dei pochi resti dell’edificio medievale è il campanile in tufo, costruito probabilmente tra il X e l’XI secolo. Un altro è il bel pavimento realizzato dai marmorari detti “Cosmati”. Della chiesa originale rimane traccia anche in due colonne di epoca romana inglobate in due pilastri che precedono il presbiterio.

La concattedrale conserva all’interno diverse pregevoli opere, tra cui la Tavola del Santissimo Salvatore. Il dipinto risale al XIII secolo e presenta gli elementi caratteristici dell’iconografia bizantina. Sotto l’altare principale della chiesa, invece, si apre una cripta medievale. Il suggestivo ambiente ha pianta rettangolare ed è diviso in otto navate, scandite da tre serie di colonne romane sormontate da capitelli di epoche e stili diversi.

La cripta è stata realizzata scavando il masso tufaceo ed è considerata uno dei più importanti e pregevoli monumenti di epoca longobarda nella zona.

L’Infiorata del Corpus Domini

Sutri custodisce non solo preziose vestigia del passato, ma anche antiche tradizioni. La più celebre è la processione su un tappeto di fiori per celebrare la Solennità del Santissimo Corpo e Sangue di Cristo. L’Infiorata del Corpus Domini coinvolge tutti gli abitanti del borgo e colora le strade del centro di quadri fatti di migliaia di petali, che raffigurano immagini sacre e disegni geometrici.

La tradizione delle infiorate è nata a Roma nella prima metà del XVII secolo e poi si è diffusa in Italia (soprattutto nelle regioni del centro) e all’estero. Secondo lo storico dell’Ottocento Giuseppe Raggi, a portare l’usanza dei tappeti di fiori fuori dai confini dell’Urbe sarebbe stato nientemeno che Bernini.

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