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Tappa 06 - Da Pont St. Martin a Ivrea

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Tappa 06 - Da Pont St. Martin (chiesa parrocchiale) a Ivrea (Duomo), 21.5 km

Dislivello: +370, -455.

Comuni attraversati: Carema, Settimo Vittone, Borgofranco d’Ivrea, Montalto Dora, Ivrea.

Come arrivare: stazione ferroviaria di Pont Saint Martin.

Descrizione: A partire da questa tappa, i paesaggi alpini cominciano a mutare: i rilievi si addolciscono ed i dislivelli si riducono. Le fontane, però, sono ancora frequenti ed il cammino percorre svariati borghi (tra cui il complesso di San Lorenzo, il borgo di Montestrutto e il Castello di Montalto) alternati a tratti nei boschi. Giunti in tappa, è d’obbligo una visita al centro storico di Ivrea. I punti di ristoro si trovano a Carema, Settimo Vittone (fuori percorso) Borgofranco e Montalto. Si consiglia di fare attenzione al tratto di statale che esce da Carema, di solito molto trafficato.

Arrivato a Ivrea, non puoi perderti la visita alla Chiesa quattrocentesca di San Bernardino, situata nell’area che ospita gli edifici industriali di Olivetti. È stata proprio l'azienda di Ivrea a garantire la manutenzione del complesso nel XX secolo. La maggiore attrattiva di questo edificio è data dal grande tramezzo interno affrescato con le Storie della vita e passione di Cristo. 

Vale la pena dare un’occhiata dall’esterno al castello, mentre la Cattedrale di Santa Maria Assunta merita una visita: di origine romanica, l’edificio ha mutato aspetto col trascorrere del tempo, tramite interventi adeguati a stili tra loro diversi, come il barocco ed il neoclassicismo.

Una particolarità unica di questa città è l’evento che si svolge in occasione dello Storico Carnevale di Ivrea: si tratta della Battaglia delle Arance, rievocazione di un episodio di affrancamento dalla tirannide che si fa risalire al medioevo. Il grande gioco di ruolo è basato infatti su una leggenda, secondo cui un barone che affamava la città intorno al 1200 venne scacciato grazie alla ribellione della figlia di un mugnaio, Violetta. La ragazza non volle sottostare allo jus primae noctis imposto dal tiranno a tutte le spose. Salita al castello, quindi, decapitò il Barone ed accese la rivolta popolare, che si concluse con la distruzione dell’edificio e l’istituzione del libero Comune. La Battaglia delle Arance rievoca questa ribellione: il popolo, rappresentato dalle nove squadre degli aranceri a piedi, combatte a colpi di arance contro le armate del Feudatario, rappresentate dai tiratori sui carri trainati da cavalli, che indossano protezioni e maschere simili alle antiche armature.

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© Foto di David Mellis da Flickr nel rispetto di tutti i diritti.

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