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Tappa 08 - Da Viverone a Santhià

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Tappa 08 - Da Viverone (chiesa di San Rocco) a Santhià (collegiata), 16.7 km

Dislivello: +60, -180.

Comuni attraversati: Roppolo, Cavaglià, Santhià.

Come arrivare: dalla stazione ferroviaria di Santhià (Viale Vittoria), autobus ATAP.

Descrizione: Il percorso si fa sempre più pianeggiante e campagnolo, ma non per questo meno suggestivo. Il primo paese in cui ci si imbatte, Roppolo, ospita un imponente castello che si affaccia sull’anfiteatro morenico di Ivrea e sul lago di Viverone. Passando per strade in mezzo ai campi, si raggiunge Cavaglià, superata la quale è possibile visitare il Santuario di Nostra Signora del Babilone. Si raggiunge infine il punto tappa lungo strade di campagna. La presenza di fonti si riduce nettamente rispetto alle tappe precedenti: gli unici punti di ristoro e acqua si trovano infatti a Roppolo e Cavaglià, ma, data la brevità della tappa, questo non rappresenta un problema.

Una curiosità: la credenziale, presso i Comuni di Viverone e di Roppolo, può essere timbrata con un timbro ideato dai bambini delle scuole elementari dei due comuni.

A Santhià è consigliatissima una visita all’ottocentesca Collegiata di Sant’Agata, un elegante edificio in stile neoclassico che ospita opere di pregio, tra cui l’organo dei fratelli Serassi, il polittico dipinto da Gerolamo Giovenone, la cappella di Sant’Ignazio da Santhià (frate cappuccino canonizzato nel 2002 da Giovanni Paolo II) e l’antica cripta di Santo Stefano, dichiarata, insieme alla torre campanaria, monumento nazionale. Il campanile, invece, è molto antico: in stile romanico, risale infatti al XII secolo.

A due passi dalla chiesa è possibile ammirare il Palazzo del Capitano, caratterizzato da una finestra centrale elegantemente ornata a mattoni stampati: l’antica casa, ben restaurata, sembra essere la parte rimasta di una casaforte quattrocentesca. Proseguendo la passeggiata tra le vie del centro storico, ci si imbatte nella cosiddetta Torre di Teodolinda: a dispetto del nome, però, non si tratta di un edificio di epoca longobarda, bensì di un suo rifacimento risalente al XIV secolo. La struttura ospitò nel 1630 la corte ducale dei Savoia, rifugiatasi a Santhià durante un’epidemia di peste scoppiata a Torino.

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© Foto di Paola Sucato da Flickr nel rispetto di tutti i diritti.

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