Disteso tra la valle del fiume Aventino e le propaggini meridionali della Majella, Lama dei Peligni è conosciuto come “il paese dei camosci”. L’appellativo deriva dal fatto che il borgo è stato il cuore pulsante del progetto per la reintroduzione del Rupicapra pyrenaica ornata – una specie tipica dell’Appennino – nella zona del massiccio.
L’operazione di ripopolamento si è svolta con successo all’inizio degli anni ’90 e di quell’attività rimane traccia nell’Area Faunistica del Camoscio Appenninico. L’oasi – istituita nello stesso periodo – si trova poco fuori dall’abitato e ancora oggi è un centro scientifico e divulgativo di primaria importanza.
Il Museo naturalistico archeologico Maurizio Locati e il Giardino botanico Michele Tenore sono altre due istituzioni che portano avanti una rilevante attività di ricerca e didattica. Ma Lama dei Peligni ha anche un’antica e suggestiva tradizione di misticismo e leggende, come rivelano la Sacra Effigie del Bambino custodita nella chiesa parrocchiale e l’eremo di Sant’Angelo.
Il piccolo borgo appenninico è altresì famoso per le Grotte del Cavallone, tra le più alte visitabili in Europa e fonte d’ispirazione nientemeno che per Gabriele D’Annunzio. Il suo dolce tipico, inoltre, vanta una stretta “parentela” con le celebri sfogliatelle napoletane.
Lama dei Peligni è una località dalle tante sfaccettature: se progettate di visitarla nella vostra prossima vacanza, qui trovate sette cose da sapere per non perdere nessuna delle sue ricchezze!