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Una gita a Varallo Sesia

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Varallo Sesia è per tutti il borgo del Sacro Monte. La “Nuova Gerusalemme”, costruita tra il XV e il XVIII secolo su una parete di roccia sopra il centro abitato, è un luogo di fede, arte e cultura e fa parte del Patrimonio dell’Umanità UNESCO. Ma la ricchezza del piccolo comune in provincia di Vercelli è (molto) più grande.

Nel Santuario della Madonna delle Grazie si trova quella che viene chiamata la “Cappella Sistina della Val Sesia”. E gli altri edifici sacri – grandi e piccoli – che sorgono nel borgo e nei dintorni sono e custodiscono uno straordinario patrimonio storico, architettonico e artistico.

A Varallo Sesia ha sede anche una ricca e importante pinacoteca e sono presenti diversi musei, tra cui uno dedicato alle scienze naturali, uno all’energia e uno alla pesca. Inoltre si trova la casa-museo del celebre pittore varallese Cesare Scaglia.

Una gita a Varallo Sesia – magari viaggiando sul treno storico trainato dalla locomotiva a vapore che parte da Novara – è un’occasione per scoprire luoghi intrisi di storia, spiritualità, arte e tradizione. Quella tradizione che a luglio trova la sua maggiore espressione nell’Alpàa, una grande fiera che riecheggia la festa che seguiva al ritorno dei pastori dagli alpeggi.

Il Sacro Monte Patrimonio dell’Umanità

I Sacri Monti sono sorti tra il XV e il XVI secolo in tutta Europa come luoghi di preghiera “alternativi” alla lontana Terra Santa, poi sono diventati un “baluardo” della Controriforma. In Italia ne esistono diversi e nove dislocati tra Piemonte e Lombardia sono stati proclamati Patrimonio dell’Umanità UNESCO. Il Sacro Monte di Varallo Sesia è il più antico, oltre che il più pregevole sotto il profilo artistico.

La “Nuova Gerusalemme” ha iniziato a prendere forma nel 1481, per iniziativa del frate francescano Bernardino Caimi. I lavori sono proseguiti fino al Settecento e grande impulso è stato dato da San Carlo Borromeo. Alla realizzazione del Sacro Monte hanno partecipato diversi importanti artisti – in particolare l’architetto, scultore e pittore Gaudenzio Ferrari – e il risultato finale è una ricostruzione idealizzata della Terra Santa.

La Nuova Gerusalemme di Varallo Sesia domina il borgo da un’altura immersa in una natura rigogliosa ed è costituita da una basilica e da 44 cappelle affrescate e “popolate” da circa 800 statue a grandezza naturale. Il tema e filo conduttore sono la Vita e la Passione di Cristo, che nel XVI secolo hanno sostituito l’originale ispirato alla Bibbia.

La Cappella Sistina della Val Sesia

La “Cappella Sistina della Val Sesia”. È così che viene chiamato il grande affresco sul tramezzo che separa la zona aperta al pubblico da quella conventuale all’interno del Santuario della Madonna delle Grazie. La “Parete Gaudenziana” copre una superficie di poco più di dieci metri per otto e raffigura la Vita e la Passione di Cristo.

Il ciclo pittorico porta la firma di Gaudenzio Ferrari – uno dei principali artefici del Sacro Monte – ed è composto da venti riquadri che illustrano gli eventi dei Vangeli, dall’Annunciazione alla Resurrezione. Le scene si susseguono dall’alto verso il basso e da sinistra a destra e al centro – in un riquadro di dimensioni quadruple – è rappresentata la Crocifissione.

Il ciclo pittorico è considerato uno dei capolavori della pittura rinascimentale tra Piemonte e Lombardia e rivela che il suo autore non solo conosceva, ma aveva fatto proprie le novità stilistiche dell’epoca. L’opera di Gaudenzio Ferrari riecheggia L’Ultima Cena di Leonardo da Vinci, così come il lavoro del Perugino e di maestri piemontesi e lombardi quali Martino Spanzotti e il Bramantino.

Architettura e arte al servizio della spiritualità

Varallo Sesia è pervaso da una profonda spiritualità, che prende forma – oltre che nel Sacro Monte – in numerosi edifici sacri. Il Santuario della Madonna delle Grazie è il più noto per via della Parete Gaudenziana, ma il borgo è punteggiato di chiese e cappelle che sono e conservano dei piccoli e grandi tesori.

Una è la Collegiata di San Gaudenzio, il principale luogo di culto di Varallo. L’edificio sorge su un promontorio al centro della cittadina ed è preceduto da una grande scalinata e circondato da un arioso loggiato. Alla posizione e alla struttura architettonica peculiari corrispondono interni ricchi di affreschi e opere di pregio, tra le quali spicca un polittico di Gaudenzio Ferrari. 

La Chiesa di San Marco è a sua volta un “gioiellino” per via dei numerosi affreschi presenti all’interno e un tempo anche all’esterno (questi ultimi sono stati staccati e si trovano alla Pinacoteca civica di Varallo). E altrettanto si può dire della Cappella della Madonna di Loreto. Il piccolo luogo di culto sorge poco fuori dall’abitato e presenta un’elegante architettura rinascimentale e un ricchissimo apparato decorativo, che comprende anche opere di Gaudenzio Ferrari.


Il Palazzo dei Musei…

Nel centro di Varallo Sesia sorge il Palazzo dei Musei, che – come rivela il nome – è il polo artistico e culturale del borgo. Al suo interno hanno sede la Pinacoteca Civica e il Museo Calderini.

La Pinacoteca Civica è stata fondata nel 1886 e custodisce più di 3mila opere di pittura e scultura, disegni, stampe e arredi, espressione della tradizione artistica della Val Sesia. L’esposizione comprende una sezione dedicata a Gaudenzio Ferrari e il Rinascimento, un’altra a Tanzio da Varallo e il primo Seicento e poi due che esplorano il secondo Seicento e il Settecento, l’Ottocento e il primo Novecento.

Il patrimonio della Pinacoteca civica è completato da due preziose collezioni private. Una è stata donata dall’imprenditore valsesiano Luciano Franceschi e comprende circa 200 maioliche, che rappresentano la storia dell’arte ceramica in Italia dal Trecento al Settecento. L’altra è una raccolta di circa cento tra dipinti, sculture, utensili e oggetti databili dal Quattrocento al Novecento ed è stata donata dal medico borgosesiano Mario Remogna.

Di tutt’altro genere, il Museo Calderini – intitolato all’omonimo sacerdote e naturalista valsesiano, Pietro Calderini – custodisce collezioni di argomento naturalistico, archeologico, etnografico e umanistico. L’allestimento è stato completamente rinnovato nel 2017 e viene definito una “Wunderkammer”, ovvero una “camera delle meraviglie”.

… e gli altri musei

La Pinacoteca e il Museo Calderini sono le due istituzioni culturali più conosciute di Varallo Sesia, ma non le uniche: nel borgo “Bandiera Arancione” del Touring ce ne sono altre tre di rilievo.

Nei locali dell’ex Manifattura Rotondi (attiva nella lavorazione del cotone) ha sede Il Museo dell’Energia, un “excursus sulla storia dell’industrializzazione varallese e valsesiana”. L’allestimento si articola in tre sezioni, dove sono esposte macchine a vapore utilizzate nel Settecento e nell’Ottocento, altre degli anni ’30 del Novecento e modelli moderni e attualmente in uso.

Nel centro storico, invece, si trova la casa-museo del pittore Cesare Scaglia. Nata per volontà della figlia Aida, oltre a varie opere del maestro varallese custodisce mobili, oggetti, libri e ricordi e racconta non solo l’artista, ma il periodo storico in cui ha vissuto.

A Palazzo D’Adda, infine, ha sede il Museo della Pesca. Lo spazio è stato allestito nel 2015 dalla Società Valsesiana Pescatori Sportivi ed è nato per preservare e tramandare la storia e le tradizioni della pesca “a mosca” o “alla valsesiana”.

In viaggio nel tempo… in treno

Varallo Sesia può essere raggiunto in molti modi e uno prevede di viaggiare su un treno storico trainato da una locomotiva a vapore. L’iniziativa fa parte del progetto “Binari senza Tempo” e porta a scoprire in modo unico il territorio, percorrendo 54 chilometri dell’antica strada ferrata Novara-Varallo, aperta per tratte successive dal 1883 al 1886.

Il “Treno Storico della Val Sesia” parte da Novara e raggiunge Varallo dopo avere fatto tappa a Romagnano Sesia e Borgosesia. Il tracciato si snoda attraverso un paesaggio che da pianeggiante diventa a mano a mano collinare e montano, fino a giungere ai piedi del Monte Rosa.

Il viaggio può essere effettuato per intero o da una delle tappe intermedie e i biglietti includono materiale turistico, visite con guide abilitate alla città e al Sacro Monte e una serie di agevolazioni. Inoltre, con un supplemento, è possibile prenotare i percorsi “Varallo in tavola” e “Varallo in bici”.

L’Alpàa

La “disalpa” è il momento in cui, all’arrivo dei primi freddi, le mandrie e le greggi lasciano gli alpeggi e scendono a valle. Un tempo era celebrata con un mercato nel corso del quale i pastori vendevano i prodotti della montagna, mentre oggi l’usanza si è un po’ persa. A Varallo Sesia, però, qualcosa di simile rivive nell’Alpàa.

La manifestazione è nata nel 1977 per “valorizzare e promuovere il territorio valsesiano” ed è una grande fiera che si svolge più o meno a metà luglio. Il cuore dell’evento è il mercato che si snoda per le vie del centro storico e ospita numerosi stand enogastronomici e d’artigianato provenienti dai paesi limitrofi, ma anche da varie regioni d’Italia.

A completare il programma ci sono numerose iniziative e appuntamento collaterali (in ambito storico, artistico, folkloristico e sportivo) e un ricco cartellone di concerti. La musica è diventata grande protagonista dell’Alpàa, che nel corso delle varie edizioni ha portato a Varallo Sesia artisti del calibro di Giorgia, Gianna Nannini e Francesco de Gregori (solo per citarne alcuni).

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