Crescendo circondati da esempi artistici di eccelso livello, nella chiesa cittadina, fra palazzi storici, santuari, cappelle, cripte, mausolei, templi e quant'altro, a noi italiani piace a volte concederci una vacanza di tipo diverso. Così, uniamo a quella per l'arte un'altra particolare vocazione: quella per il cibo.
E, ancora una volta, siamo fortunati. Ogni quartiere di ogni comune di ogni regione ha le sue peculiari preparazioni, fino ad arrivare a prodotti la cui ricetta è custodita da alcune famiglie, come succede, ad esempio, con il pesto ligure. L'alibi per una vacanza in Italia può allora diventare l'enogastronomia, andare a scoprire i sapori perduti e autentici del paese, spesso racchiusi in cornici di paesaggi incantevoli.
Pensiamo ad esempio ai limoni della Costiera amalfitana e di Sorrento, o all'olio delle Cinque Terre, o ancora ai vini della valle del Chianti, delle Langhe e del Monferrato. Tutte produzioni eccellenti, radicate nella cultura e nelle terre di questi luoghi, tanto da costituire, in sé e a tutti gli effetti, vere e proprie attrazioni. Si può iniziare la nostra vacanza enogastronomica dalla calda e corposa cucina di montagna delle regioni settentrionali.
Dal lardo d'Arnad valdostano, alla bagna cauda piemontese, dalla cassoela di Milano e il suo risotto con l'ossobuco al baccalà che si mangia fra Venezia e i lidi della riviera veneta. Per raggiungere poi i vini dei Colli Euganei e arrivare in Friuli ad assaggiare il frico e il prosciutto San Daniele.
Perché privarsi di un tour gastronomico andando verso il centro Italia, dove si incontra la cucina 'grassa' di Bologna e dell'Emilia, dai tortellini alle lasagne, fino al classicissimo della piadina romagnola. Ma anche la ricchissima proposta gastronomica della Liguria, dove si producono ottimi oli, e hanno origine prodotti universali come il pesto e la focaccia di Recco. Abbiamo già parlato della valle del Chianti, senza neanche accennare al Nobile Montepulciano e a Montalcino, per un elegantissimo tour del vino toscano.
Per non parlare della fiorentina di Chianina e del caciucco livornese, della ribollita invernale e della finocchiona. Il viaggio nelle tipicità nostrane si sposta sulla riviera adriatica, dove gustare ottimo pesce fresco e intervallarlo con i fritti marchigiani, a cominciare dalle mitiche olive all'ascolana.
Conosciamo già molto bene quello che ci aspetta al sud, o, almeno, i suoi piatti principali. Sì, perché una volta che ci si è dentro, si rivelano prelibatezze locali fino allora sconosciute, che si affiancano a capolavori culinari come la pizza napoletana e i babà al rhum, la pastiera, la 'nduja calabrese, il pane di Altamura, i pasticciotti salentini, le cime di rapa e le orecchiette, i cannoli e gli arancini siciliani, per finire con i fantomatici culurgiones dell'Ogliastra. La scoperta del bagaglio culinario nazionale non può prescindere poi da quella dei vini, vera e propria peculiarità nostrana di cui ogni regione si fa portabandiera.
Gli amanti del vino possono avvalersi di una prolifica tradizione che va ben oltre i rinomati vigneti della Toscana. Dalla Valle d'Aosta a Pantelleria, ogni località ha le sue produzioni controllate e protette, che danno ottime bottiglie da abbinare alle molteplici tipicità locali. Ecco perché un tour enogastronomico equivale ad un'immersione a fondo fra le diverse culture del paese, tanto quanto può esserlo un giro fra i suoi edifici storici e più iconici.